10 cose che non sai su…gli esports!

Dal primo torneo a YouPorn, ecco a voi 10 curiosità sugli esports.

Il mondo degli sport elettronici è un universo in continua espansione e anche in Italia il fenomeno è in grande crescita e sta riscuotendo interesse sempre maggiore. Ma siete sicuri di sapere tutto su questo settore? Ecco, nella prima puntata della nostra rubrica “10 cose che non sai di…”, le dieci brevi curiosità sugli esports di cui potreste non essere a conoscenza:

1. Il primo torneo dedicato ai videogiochi si tenne più di 45 anni fa alla Stanford University. L’Intergalactic Spacewar! Olympics nel 1972 attirò 20 persone in un doppio evento, cinque contro cinque e tutti contro tutti. I vincitori, – Slim Tovar e Robert E. Maas (team) e Bruce Baumgart (singolo) – ricevettero un abbonamento annuale a Rolling Stone.

2. Fu solo nel 1997 che il torneo Red Annihilation portò gli eSports al livello successivo. La competizione attorno al famoso gioco “Quake” attirò l’attenzione dei media e del grande pubblico. Il vincitore, Dennis “Thresh” Fong, divenne il primo giocatore professionista e fu perfino chiamato il “Michael Jordan of gaming”.

3. La Corea del Sud è oggi considerata la Mecca degli eSports. I videogiocatori professionisti in Corea godono della stessa considerazione, popolarità e status degli atleti della National Football League negli Stati Uniti. Ed è proprio in Corea del Sud che fu fondata, nel 2000, la prima associazione ufficiale di eSports: si tratta della KeSpa, membro del Comitato olimpico coreano.

4. Negli Stati Uniti i college hanno iniziato a offrire borse di studio ai cyber-atleti più dotati. Gli investimenti sono inoltre inferiori rispetto agli sport tradizionali (4mila dollari a studente contro i 40mila di basket, football e ginnastica), non richiedono particolari infrastrutture e danno un profilo hi-tech agli atenei.

5. Nel corso degli anni gli eSports hanno dovuto affrontare scandali di doping, accuse di imbrogli e partite truccate esattamente come gli sport tradizionali. Oggi, una delle minacce più serie per gli eSports è la vertiginosa crescita di cheater, ossia di chi gioca usando codici o programmi capaci di dare vantaggi vietati, e hacker.

6. L’utente medio passa 140 minuti al giorno davanti allo smartphone; gli ultimi modelli sono il principale dispositivo di gioco. Oggi è possibile scaricare rapidamente su telefono giochi che fino a qualche anno avrebbero “girato” solo su consolle, o su computer specifici. Lo smartphone è anche il dispositivo maggiormente utilizzato per guardare gli altri giocare su piattaforme diverse.

7. Nell’elenco dei 100 eventi esports dal montepremi più alto, nelle prime quattro posizioni si trovano le ultime quattro edizioni dell’International di Dota 2: si passa da 10,9 milioni di dollari nel 2014 a 24,7 milioni di dollari nel 2017.

8. Il sito di video pornografici YouPorn iniziò a investire nel panorama esportivo nel 2015, sponsorizzando il team spagnolo Play2Win, ribattezzato team Yp. L’organizzazione Esl decise però di bannare il team YouPorn da ogni torneo organizzato dalla stessa. L’obiettivo di Esl era separare gli eSports da tutto ciò che avrebbe potuto danneggiarne la visibilità. Tuttavia YouPorn rimane ancora legato al mondo videoludico: ora sponsorizza il primo torneo esports per adulti, in collaborazione con Nutaku.net.

9. Maria “Remilia” Creveling è stata la prima videogiocatrice transgender a competere a livelli professionali, partecipando agli Lcs di League of Legends.

10. Dal 2016 la Turner Broadcasting trasmette la eLeague, di cui è anche organizzatrice, sul canale televisivo statunitense Tbs. Anche il titano dell’entertainment Disney vanta da tempo accordi con Nintendo e Capcom per la trasmissione su media mainstream degli eventi esportivi dedicati a fighting game come Super Smash Bros. e Street Fighter V. La multinazionale statunitense è riuscita anche ad ampliare la propria programmazione stringendo una partnership solida con Esl.

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