Ormai di non ci sono dubbi: il 2020 sarà l’anno degli sport elettronici, anche in Italia. Anzi, soprattutto in Italia, perché è qui che potrebbero esserci i maggiori sviluppi in termini di spettacolo e, soprattutto, di regolamentazione.
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Certo, lo sappiamo bene, è da qualche tempo che si aspetta la definitiva “esplosione” del fenomeno, come pure la sua effettiva regolamentazione, che sembra dover passare per l’affermazione come autentica disciplina sportiva, magari attraverso il formale riconoscimento da parte del Coni. Ma è proprio questo il punto: dopo vari mesi di lavori, trattative e incontri, anche in ambito internazionale, adesso sembra finalmente giunto il momento della quadratura del cerchio, sotto tutti gli aspetti. Con il nuovo anno che si presenta proprio come la stagione di effettiva svolta per gli esport.
Non solo dal punto di vista dello “show business” e, quindi, delle competizioni, dove comunque si attendono importanti sviluppi: a partire dall’attesissima serie di eventi promossa (e promessa) dalla Lega calcio con la eSerie A, in parallelo alla Serie A di calcio “tradizionale”, che culminerà con un evento di punta alla fine della stagione, probabilmente in occasione della finale della Coppa Italia. Mentre in parallelo, dovrebbero esserci sviluppi anche sulla serie cadetta, con la Lega Serie B che ha promesso sviluppi in tal senso, proseguendo con i lavori di studio della disciplina.
Gli sviluppi maggiori, stavolta, si attendono proprio a livello regolamentare. Con il 2020 che si preannuncia proprio come quello della definitiva consacrazione degli sport elettronici quale disciplina sportiva formalmente riconosciuta. Con il via libera che dovrà arrivare direttamente da Losanna, con un annuncio da parte del Comitato olimpico internazionale che darà il “la” alle singole federazioni nazionali e il compito di costituire le federazioni dedicate agli sport elettronici di ogni paese, spianando la strada all’ingresso della nuova disciplina nei giochi Olimpici, che arriverà nell’edizione americana di Los Angeles 2028. Mentre a Parigi, nel 2024, vedremo soltanto qualche anticipazione, in termine di puro spettacolo, con degli eventi collaterali che accompagneranno le Olimpiadi francesi, giusto per spiegare alle masse cosa rappresentano davvero gli esports.
L’annuncio ufficiale o, comunque, il primo passo o input da parte del Cio, arriverà però soltanto in estate: ovvero, al termine dei giochi di Tokyo 2020, ritenendo sconveniente introdurre sviluppi di questo tipo alla vigilia di una competizione determinante per lo sport asiatico e in quello stesso Continente dove gli esports rappresentano una realtà più che consolidata e ampiamente diffusa. Una volta che i giochi asiatici saranno andati in archivio, invece, il Cio potrà spianare la strada agli sport elettronici, invitando quindi le varie federazioni nazionali a organizzarsi in vista del Grande Cambiamento che culminerà, con tutta probabilità, a Los Angeles: cioè in quella California che è da sempre culla di innovazione tecnologica e (guarda caso) sede di tante multinazionali del videogame.
Se tale sarà lo scenario che si spalanca di fronte al futuro degli esports, come ci svelano in anteprima fidate fonti istituzionali, dunque, dovremo aspettare ancora un po’ prima di vedere “nero su bianco” il definitivo riconoscimento della disciplina in ambito professionistico e olimpionico: ma i lavori preparatori, va da sé, inizieranno già nei prossimi mesi. E del resto sono già iniziati, come scriviamo ormai da qualche mese, svelando i movimenti che si celano nei Palazzi romani dello Sport. Certo è che non ci sarà nulla di definitivo prima che arrivi il via libera del Cio e la sua indicazione definitiva: ma la logica è di farsi trovare pronti in vista di un cambiamento ormai imminente e su questa base si stanno muovendo i rappresentanti del Coni e non solo.
Guardando all’interno delle singole federazioni, infatti, sono vari i lavori in corso di avvicinamento al videogame: non solo nel calcio, ma anche nelle altre discipline. Basta guardare la Federazione del Tekwondo – da sempre particolarmente attiva e sensibile al tema degli esports – che a livello internazionale ha già adottato un “suo” videogioco ufficiale. E allora, faranno bene i giocatori a farsi trovare pronti anche loro all’appuntamento con il futuro. Insieme a tutti gli stackeholder che già costituiscono l’ecosistema degli esports che saranno chiamati a intervenire, in un modo o nell’altro, nel nuovo settore nascente.[/ihc-hide-content]