Di Carlo Calenda (qui sopra, nella foto di copertina), politico, ex ministro dei Governi Renzi e Gentiloni, fondatore del partito Azione, abbiamo scritto già in passato per la sua posizione retrograda sul tema dei videogiochi. Un’avversione che suona strana, la sua, sia per la giovane età (47 anni sono relativamente pochi considerando il resto della classe politica italiana) che per tutta una serie di altre cose, tra le quali: è figlio d’arte (nel vero senso del termine: la mamma e il nonno sono i Comencini, registi), è padre di 4 figli (che saranno come tutti gli altri ragazzi d’Italia), ha ricoperto posizioni di primo piano in aziende come Sky Italia e Ferrari. Eppure Calenda, contro i videogiochi, non ha mai usato mezzi termini.
Eppure chi ha avuto modo di seguire Twitter ieri magari avrà pensato che Calenda fosse stato folgorato sulla via di Los Santos*. “Certo, sui videogiochi mi sono sempre sbagliato – ha scritto l’ex-ministro in un post -. Fanno parte della cultura, indipendentemente da che lo si voglia o no. Ergo bisogna conoscerli e capirli“. E poi ancora “Sui videogiochi ho sempre avuto una visione parziale, è capitato anche a me, come a molti miei colleghi, di giudicare senza conoscere. Ma fanno parte anche loro della cultura, e bisogna capirli e conoscerli per capire e conoscere le generazioni presenti e future“.
Certo, sui videogiochi mi sono sempre sbagliato. Fanno parte della cultura, indipendentemente da che lo si voglia o no. Ergo bisogna conoscerli e capirli.
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 24, 2020
Parole incredibili per essere uscite dalla tastiera di uno che, a fine 2018, sosteneva che i giochi elettronici fossero “una delle cause dell’incapacità di leggere, giocare e sviluppare il ragionamento. In casa mia non entrano”, convinto che “Fondamentale prendersi cura di ogni ragazzo: avvio alla lettura, lingue, sport, gioco. Salvarli dai giochi elettronici e dalla solitudine culturale e esistenziale. Così si rifondano le democrazie.”
Fondamentale prendersi cura di ogni ragazzo: avvio alla lettura, lingue, sport, gioco. Salvarli dai giochi elettronici e dalla solitudine culturale e esistenziale. Così si rifondano le democrazie. https://t.co/2FwuG4jyUZ
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 3, 2018
Insomma, pareva come se Calenda avesse preso una botta in testa, ma di quelle forti forti, di quelle che ti cambiano la personalità; perché pareva, ieri, che non fosse più lui… e infatti non era lui. A gestire il suo account, nella giornata di ieri, è stato il comico Luca Bizzarri (foto sotto). Dopo uno scambio ti tweet tra il politico e il comico, con Luca Bizzarri che metteva in dubbio le reali capacità di gestione dei social da parte di Carlo Calenda, il leader di Azione ha invitato l’ex conduttore de Le Iene a fargli da Social Media Manager per 24 ore.
Insomma, tutti i post pubblicati da Calenda nella giornata di ieri sono stati in realtà scritti da Bizzarri, che peraltro ha dato al politico una vera e propria lezione sull’uso dei profili social. Tanto da costringere il politico ad ammettere che il comico ha vinto 20 a 0. Ma sul tema dei videogiochi ha aggiunto: “Diciamo che sui videogiochi..va beh lasciamo perdere. Va bene anche quello. Grazie Luca”. Quindi tranquilli: più o meno, è tutto come prima.
Beh dalle interazioni direi che @LucaBizzarri ha vinto 20 a 0. Per essere chiari i contenuti sono stati realmente condivisi, abbiamo fatto le cose per bene, discutendone. Diciamo che suI videogiochi..va beh lasciamo perdere. Va bene anche quello. Grazie Luca.
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 24, 2020
* Los Santos è la città di fantasia nella quale è ambientato il videogame Gran Theft Auto V