Lee Sang-hyeok, 24 anni, conosciuto come “Faker”, attualmente forse il miglior giocatore di League of Legends al mondo, potrebbe aver la possibilità di posticipare, per “meriti esportivi”, il servizio militare obbligatorio nel suo paese d’origine, la Corea del Sud. Servirebbe la modifica di una legge in vigore dal 1957, e in Corea ne stanno già parlando sulla base di una proposta di Jeon Ki, rappresentante democratico della Corea. Come riporta il sito Naver.com secondo Jeon Ki dovrebbe essere consentito il posticipo dell’arruolamento a coloro che hanno avuto importanti contributi all’immagine del Paese all’estero.
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Un identikit che potrebbe dunque corrispondere anche a Faker, mid laner del team coreano dei T1, da anni sulla cresta dell’onda nell’universo di League of Legends. Il giovane pro player dovrebbe infatti rispondere alla chiamata alle armi, obbligatoria per tutti i cittadini coreani (maschi) dai 18 ai 28 anni; l’arruolamento lo costringerebbe ad abbandonare il panorama competitivo nel fiore degli anni, un’uscita probabilmente definitiva, considerando la relativamente breve vita di un campione dei videogame competitivi.
In Corea del Sud hanno già fatto notizia i casi di alcune star nel campo musicale (artisti K-pop) costrette ad abbandonare i palcoscenici per rispondere all’arruolamento. Già alcuni anni fa la legge del 1957 è stata modificate per esentare gli atleti olimpionici medagliati dal servizio militare, sostituendo la leva con un corso di formazione di base della durata di sole quattro settimane.
Per Faker (e altri pro player coreani famosi) non si arriverebbe ancora a tanto, ma ottenere la possibilità di posticipare l’impegno militare potrebbe offrire l’opportunità per continuare a competere ad altissimi livelli, dando lustro alla Korea del Sud negli esports, un settore non certo sottovalutato dal paese orientale, come confermano anche le ultime notizie di un tifo piuttosto acceso. Si tratterebbe solo di offrire a Faker quanto già è consentito a studenti (della scuola superiore o dell’università) e a giovani eccellenti nel campo dell’educazione fisica, in quanto promuovono il prestigio della nazione.
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