La Cina ammorbidisce la sua posizione in tema di censura dei videogame. O meglio, le voci che giungono dal grande paese orientale sembrano chiarire un po’ di più l’operato del Comitato di Revisione etica per il Gioco online istituito dal Governo cinese. Un analista dell’agenzia Niko Partner, specializzato nel mercato cinese, ha spiegato con un tweet che i giocatori cinesi non dovranno preoccuparsi.
LA CENSURA – Qualche settimana fa, dopo la diffusione della costituzione del nuovo Comitato etico da parte del Governo di Pechino, avevamo dato la notizia con un po’ di preoccupazione, anche perché la Cina, con 850 milioni di videogiocatori, costituisce, da sola, il 25% del mercato videoludico mondiale. Tra i 20 giochi inizialmente analizzati figuravano titoli come Fortnite e Pubg, che assieme a Paladins e H1Z1 erano tra quelli più a rischio a causa di contenuti troppo espliciti e commenti in chat “disarmonici”, ma anche League of Legends, World of Warcraft, Diablo e Overwatch.
IL CHIARIMENTO – Ora Daniel Ahmad, analista della Niko Partners, società californiana che si occupa di ricerca e analisi del mercato videoludico asiatico, ha gettato un po’ di acqua sul fuoco.
One other piece of news from China is that the Online Game Ethics Committee does not review games that have already been published.
Yet it is disappointing to see Western media run with headlines like this based on incorrect information.
None of this is true. pic.twitter.com/BsO5ngo4nZ
— Daniel Ahmad (@ZhugeEX) December 21, 2018
Ahmad, che si occupa specificamente del mercato cinese, spiega con un Tweet che il Comitato di Revisione si occupa solo di nuovi titoli (e ha recentemente ricominciato ad approvarne alcuni), non di quelli già editi e dunque già attivi sul mercato. Un sospiro di sollievo, dunque, per i fan e probabilmente anche per qualche azienda. Anche se pare che proprio il nuovo corso che punta forte sulla censura sia tra i responsabili della frenata del mercato videoludico cinese, che quest’anno si è attestata attorno al 5% mentre negli anni scorsi aveva sempre raggiunto la doppia cifra.