PG Esports ci ha risposto in merito a cosa avrebbe potuto fare, o farà, per evitare il ripetersi di tali situazioni.
Come anticipato al termine dell’articolo sul Gaia Gate, che trovate qui, avevamo posto a PG Esports alcune domande sulla vicenda, chiedendo in particolare quali soluzioni si sarebbero potute prendere preventivamente per evitare le problematiche o successivamente all’accaduto per disincentivare la possibilità che avvengano di nuovo. Di seguito le nostre domande e le relative risposte ufficiali pervenute alla redazione di Esportsmag.
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Come Tournament Organizer, PG Esports può fare qualcosa a monte per controllare la credibilità di un’organizzazione?
Fino a questo Summer Split 2021 c’erano due modi per una organizzazione per entrare a far parte del PG Nationals: vincere il Relegation Tournament antecedente allo split oppure acquisire uno slot da una delle squadre già all’interno del campionato.
Nel primo caso, quando un gruppo di giocatori ed una società si qualificano al campionato, PG Esports si assicura che la società, nella figura del suo rappresentante/proprietario, concordi e sottoscriva il TPA (Team Participation Agreement), il contratto di partecipazione al campionato con regole e vincoli da rispettare e relativi incentivi per la partecipazione.
Il contratto di partecipazione regola il rapporto tra l’organizzazione ed il TO, mentre il rapporto di lavoro tra giocatori e organizzazione è regolato da un contratto tra le due parti su cui il TO non ha e non può avere visibilità.
A partire dal prossimo anno, con la nascita quest’anno di una development league come il Proving Grounds ed un allineamento di tutte le ERL per avere una unica relegation annuale a settembre, le squadre che vogliono arrivare al PG Nationals dovranno compiere un percorso annuale per dimostrare il loro valore sia in termini di giocatori che in termini di organizzazione, periodo in cui PG Esports potrà monitorare la loro evoluzione.
Nel secondo caso, quello in cui una società acquisisce uno slot ed un’altra lo cede, il processo è differente perché PG può e deve approvare questa cessione diretta (al contrario di una squadra che ha guadagnato il proprio slot sul campo). Effettuiamo quindi varie conversazioni con la/le organizzazioni che hanno questo tipo di interesse e discutiamo di quali siano i progetti per la squadra all’interno del campionato. Questo ovviamente non da garanzia di successo ma maggiore tutela, ed è il caso di esempi virtuosi come Macko Esports ed Axolotl per citare quelli recenti.
A posteriori, invece, cosa può fare adesso PG Esports per verificare le accuse, smentirle e tutelare i giocatori?
Come accennato nel punto precedente, PG Esports non può legalmente entrare nel rapporto di lavoro tra un giocatore e l’organizzazione: non può quindi forzare legalmente il pagamento di stipendi o eventuali premi ai giocatori.
Può però raccogliere le accuse o le lamentele delle parti in causa e aprire una investigation all’interno della competizione, e agire in base a quanto consentito dal Team Participation Agreement, facendo leva appunto sugli obblighi e corrispettivi incentivi che spettano ad ogni organizzazione partecipante al campionato.
Questo vuol dire poter assegnare sanzioni e penalità amministrative alle organizzazioni che non rispettano il TPA, come ad esempio arrivare in ritardo durante i playday o non avere un punto di contatto a cui fare riferimento, come accaduto con i Gaia Esports.
In ultima istanza, nel momento in cui avvenga una infrazione maggiore del TPA, il TO può rescindere il contratto, squalificare l’organizzazione e non permetterle di prendere parte al successivo split (nel caso fosse qualificata). A questo si aggiungono ulteriori penalità globali, che impattano l’intero ecosistema, da discutere con Riot Games.
Infine è arrivata da PG Esports anche una precisazione sui contributi, il cosiddetto monte incentivi, elargiti dal TO durante l’anno ai team.
Per ogni split, PG Esports garantisce 3.000 € di incentivi ad ogni squadra ad inizio split, più 6.000 € da distribuire tra le prime 4 squadre dei playoffs (per un totale di 30k garantiti), più un ulteriore monte incentivi derivante da una revenue share degli sponsor di ogni split da dividere tra gli otto team. Questa seconda parte è variabile e dipende dal numero di sponsor.
Quest’ultimo split [Summer 2021 ndr] i team hanno ricevuto/riceveranno un totale di incentivi che va da un minimo di 6k ad un massimo di 9k, e le squadre hanno dato feedback molto positivi a questo nuovo sistema di incentivi.