I videogame sportivi stanno lentamente dando il giusto spazio alle donne, con personaggi e squadre interamente femminili. In questo modo le giocatrici potranno godersi i loro videogiochi preferiti scegliendo un avatar più rappresentativo del loro sesso.
Sino a qualche anno fa un videogame popolare come Fifa non aveva nemmeno un personaggio femminile al suo interno. È stato solo a partire da Fifa 16 che EA Sports, divisione di Electronic Arts che sviluppa e pubblica videogiochi sportivi, ha deciso di fare uno sforzo per porre rimedio a questa situazione. Da allora la presenza delle squadre femminili è diventata sempre più comune nei videogame sportivi.
Certo, c’è voluto tempo e anche qualche “pressione” dall’esterno. NHL 12 ha introdotto il primo personaggio femminile solo dopo la lettera che una fan di 14 anni ha scritto a EA Sports. Nella lettera la ragazza si chiedeva come mai non ci fosse nemmeno una figura femminile che potesse rappresentarla nel gioco. Sono dovuti trascorrere altri dieci anni prima che EA annunciasse l’aggiunta delle squadre femminili della Federazione internazionale di hockey su ghiaccio all’amata serie di giochi. La svolta è avvenuta con NHL 22.
Stesso percorso per WNBA: nonostante la popolarità del videogame, solo con l’uscita di NBA Live 18 le giocatrici e le squadre di basket femminili sono state aggiunte alla popolare serie di giochi NBA.
I videogiochi UFC (Ultimate Fighting Championship) viaggiano leggermente sopra la media, avendo aggiunto otto donne come personaggi giocabili nell’UFC del 2014, e portandole a quarantacinque nel sequel del 2016, UFC 2. UFC 4 ha alzato ulteriormente il tiro, proponendo una donna come protagonista del gioco, il peso gallo Amanda Nunes.
EA sports è l’azienda che domina il mercato dei videogiochi sportivi. Spetta dunque ad essa la responsabilità di tutelare le diversità e migliorare la rappresentazione della donna. Ma gli ostacoli da affrontare per aggiungere personaggi e squadre femminili sono e saranno tanti. Online i commenti al vetriolo contro l’inclusione di squadre femminili nel gioco Fifa 16 si sono sprecati. Niente di nuovo, dato che la misoginia nello sport e negli esports non è una novità, e non si limita ai videogame sportivi. Le donne sono sottorappresentate in tutta l’industria dei videogiochi.
Quello della misoginia nell’industria dei videogame è un problema profondo e radicato, che non potrà essere risolto dall’oggi al domani. Tuttavia gli sviluppatori di videogiochi sportivi, tra i quali EA Sports e 2K Sports, stanno lentamente lavorando per affrontare il divario di genere nei loro titoli.