Giocando la nuova collection Uncharted: L’eredità dei ladri si è creata una spaccatura nel mio spirito critico.
Dopo aver finito entrambi i titoli inclusi in questa remaster (Uncharted 4: a Thieve’s End e Uncharted: The Lost Legacy) mi ritrovo con due opinioni opposte e contrastanti ma, fortunatamente, ho trovato il modo per raccomandare (o sconsigliare) questo gioco alle persone giuste. Alla fine di questo paragrafo troverete una domanda e i due paragrafi successivi saranno le risposte possibili. Sconsiglio caldamente di leggerle entrambe a meno che non siate fan della serie con un forte spirito critico e anche voi vi siate trovati con la mia stessa spaccatura.
Vi piace Indiana Jones?
SI! È la mia saga preferita
Congratulazioni, la collection Uncharted: L’eredità dei ladri è il videogioco che fa per te. Misteri perduti nel tempo, mercenari senza scrupoli, trappole mortali e ricchi tesori ti attendono in un’esperienza che Neil Druckmann (l’autore-supercapo di Naughty Dog) non poteva scrivere meglio. A Thieve’s End è certamente il miglior Uncharted della serie con una storia che costringerà Nathan a scegliere tra la sua famiglia di sangue, il redivivo fratello Sam, e la famiglia che lui si è scelto: Elena. Il bottino nel mirino del cacciatore di tesori è la fortuna del capitano Enry Avery, un pirata del 1600 che è riuscito a mettere in piedi un arrembaggio a una nave spagnola che gli ha fatto accumulare ben 400 milioni di dollari in oro e ricchezze. Il gioco non solo introduce il personaggio di Sam, il fratello di Nathan, ma racconta molto della sua infanzia, delle difficoltà che ha incontrato, degli ostacoli che ha dovuto superare crescendo e di come sia diventato un cacciatore di tesori. Non poteva mancare anche il classico antagonista che con le sue ricchezze ha assoldato l’esercito di mercenari che si frappone tra Nathan e il suo obiettivo.
Il gameplay non tradisce il dna della saga con tanto parkour tra le rocce dei Caraibi quanti scontri a fuoco un po’ semplificati approcciabili (quasi sempre) sia in stealth sia sparando all’impazzata. Torna il rampino per dondolarsi dagli appigli più pericolosi e le immancabili scene di inseguimento in macchina-moto-barca armi alla mano, per scappare dai militari malintenzionati. Se siete fan della serie non mancano i tocchi nostalgici come l’immancabile ritorno di Victor Sullivan e del suo idrovolante. La parte di me che da bambino ha adorato la saga di Indiana Jones si è divertita molto con le trappole, gli enigmi, gli inseguimenti, la storia e i suoi colpi di scena tanto emozionanti quanto prevedibili. The Lost Legacy, l’altro titolo incluso, non è altrettanto rifinito sia in termini di distribuzione della narrazione sia in termini di freschezza del gameplay. La protagonista femminile (Chloe Frazer, già vista in Uncharted 2) mi ha divertito ma, nel suo personaggio e nella sua relazione con Nadeen e gli altri membri del cast, gli autori non sono riusciti a comunicare altrettanto carisma.
No, l’ho sempre trovato banale e a tratti offensivo
Allora l’intera serie di Ucharted non fa per te. La quantità di stereotipi sessisti e machisti che si susseguono nel corso dei dialoghi è disarmante. I due personaggi femminili sono una la mogliettina che perdona al marito bugie e inganni (Elena) e la più classica delle girlboss (Nadeen) la cui storia è riassumibile in “sono una mercenaria, sono cattiva, sono senza scrupoli e picchio forte”. Nathan, dopo che Elena lo ha istantaneamente perdonato per averle mentito per settimane e dopo avergli salvato la vita, si riferisce più volte a lei definendola “Good Girl” un’espressione che ho trovato in bilico tra il feticista e il tossico. Tutti quei fastidiosi stereotipi come il “Oh no e ora cosa facciamo” che hanno ucciso i personaggi femminili di Indiana Jones sono stati presi e riutilizzati in Uncharted. Siamo nel 2022, e forse è tempo di lasciare nel passato stereotipi sessisti come la moglie perfetta o la donna cazzuta e pensare a sviluppare protagoniste e antagoniste che abbiano personalità, carattere e un’identità ben sviluppata.
L’inaccuratezza storica del setting, delle “trappole” e di tutto l’ecosistema piratesco, poi, mi hanno lasciato senza parole. Tra prove di valore irrealistiche e sfide basate su sistemi di pulegge che nemmeno noi oggi potremmo costruire, lo sviluppo di quella che è essenzialmente una caccia al tesoro planetaria (da Panama alla Scozia al Madagascar) lascia molto a desiderare. La parte più ridicola è che la grande scoperta nell’ultimo terzo del gioco poteva essere fatta semplicemente usando Google Earth perché non è né sottoterra né sommersa. In conclusione, il gameplay di parkour (fatto bene eh) e lo shooting non giustificano neanche lontanamente i dialoghi sessisti e un setting poco sviluppato.
Uncharted: informazioni utili
Questa nuova collection è pensata per essere un upgrade grafico/tecnico dedicato ai fortunati possessori di PS5. Le ambientazioni in 4K e con l’audio spaziale lasciano a bocca aperta dal punto di vista del realismo e dei dettagli. I tempi di caricamento sono istantanei e l’integrazione dei grilletti adattivi e del feedback aptico del controller dual sense è ben riuscita. Il prezzo per i due videogiochi è di 49,99 ma se avete acquistato sulla vostra PS4 Uncharted 4 o Uncharted: the lost Legacy o il bundle digitial che li conteneva entrambi, l’upgrade grafico alle remaster per PS5 vi costerà 10 euro. Io e gran parte della community dei videogiocatori Sony pensiamo che questo premium per gli upgrade grafici sia un furto ma mi sembrava giusto darvi tutte le informazioni necessarie. Acquistarla dipenderà da voi, dal vostro amore/odio per indiana Jones o dalla vostra pazienza perché, se i rumor si riveleranno affidabili, Playstation ha in programma un suo game Pass di cui questa collection farà sicuramente parte al day one.
Se foste davvero dei super fan della serie, da giovedì 17 febbraio è al cinema anche il lungometraggio di Uncharted con Tom Holland Mark Wahlberg e Antonio Banderas.