Gran Turismo 7 è, prima di tutto, un gioco giapponese. Non temete, in questa recensione parleremo di grafica, gameplay, personalizzazioni e tuning ma prima di tutto questo dovete avere ben presente una cosa: ogni aspetto del gioco, dai dialoghi alle ambientazioni fino al level design è insolito, non nel senso che è fatto male, anzi, ma nel senso che non è quello a cui siamo abituati. L’unico modo che ho per descrivervi questa sensazione è farvi un esempio: immaginate di avere un amico estremamente cortese e di essere suoi ospiti. Lui vi farà dei piatti deliziosi, vi preparerà un letto morbidissimo e vi accompagnerà ovunque dobbiate andare. Quando arrivate a casa sua, però, trovate le pareti tappezzate di velluto fucsia. Non c’è niente di male nel velluto fucsia ma è davvero insolito, capite? Ed è altrettanto insolito che lui non ve lo abbia menzionato.
Come si guida in Gran Turismo 7?
Bene, ma non quanto mi aspettavo. Nel corso degli ultimi 3 mesi ho recensito Forza Horizon 5, GRID Legends e Assetto Corsa Competizione, tutti su next gen, quindi la mia mente e le mie mani hanno fatto immediatamente il paragone con questi altri titoli. L’esperienza di guida è solida, accurata, non troppo arcade come quella di Grid e non troppo simulativa come quella di Assetto Corsa. Le auto medio piccole disponibili nelle prime 10 ore di “storia”, però, non fanno nulla per farti sentire speciale. L’inizio dell’avventura ti porta alla scoperta delle piccole auto compatte giapponesi, poi delle piccole auto compatte europee, poi dei classici con meno di 60 cavalli, e così via. Per disperazione, appena sono arrivato a 90mila crediti ho comprato una Supra usata del 94 perché non ne potevo più delle piccole auto compatte. Vedo l’intento di Poliphony di creare una narrazione in stile From Zero to Hero ma la lentezza e i picchi di stranezza delle prime ore di gioco fanno veramente soffrire. L’esperienza mi ha riportato al lontano 2001 e al tanto amato Gran Turismo 3. Anche allora l’unica auto acquistabile con i primi crediti che il gioco di dava per iniziare la tua avventura era una Chrysler PTCruiser, non esattamente la vettura dei sogni di molti aspiranti piloti.
La musica di Gran Turismo non delude mai
Uno degli aspetti che più mi hanno fatto sentire a casa quando si parla di Gran Turismo (una serie che gioco da più di 25 anni) è la sua attenzione per la musica. Poliphony ci ha lavorato talmente tanto che la prima cosa che vi propone appena iniziate il gioco è un’esperienza di guida a tempo di musica, in stile Arcade, sulle note di “Hooked on Classics” un remix tecno di una serie di tracce di musica classica registrate dalla London Philarmonic Orchestra. Giù qui iniziano le stranezze: proporre come prima esperienza all’avvio del gioco (l’equivalente degli opening drives mozzafiato di Forza Horizon per capirci) una Porche del 56′ da guidare a ritmo di musica classica remixata è divertente certo ma poi ti chiedi, ma che senso ha? E non è l’unica, appena finita questa guida di prova potete scegliere se iniziare il gioco vero e proprio o se provare gli altri Music Rally. Ad aspettarvi ci sarà “Vroom” una canzone hip hop con Idris Elba come guest star. Se pensate che questa seconda esperienza sia una guida notturna tra le strade della west coast americana vi sbagliate perché la stranezza vi aspetta dietro ogni angolo. Il circuito è la Tokio Expressway e l’auto è una Honda del 66′. Per quanto riguarda la musica in game c’è veramente di tutto, dal rock al rap, dal jazz fusion alla dubstep, il problema è che non si può cambiare. Una volta iniziata una corsa la colonna sonora l’hanno scelta gli sviluppatori e non è possibile cambiarla. Le stazioni radio di Forza Horizon fanno di meglio.
Personalizzazioni, tuning e garage
La parte che mi è piaciuta di più di Gran Turismo 7 è senza ombra di dubbio il caffé. A metà tra hub centrale delle quest del gioco e database di storia dell’automobilismo, il caffé (e il suo barista Luca) vi offrirà dei Menù, che altro non sono che delle missioni, per aiutarvi a esplorare ogni angolo del gioco. Dovrete collezionare auto vincendole nei campionati, dovrete modificare un Mini del 66′ e lavare la vostra Renault Clio Sport all’autolavaggio. Per ogni missione completata riceverete un ticket della lotteria, una sorta di slot machine che può farvi vincere auto, crediti o componenti. L’atmosfera che si respira è proprio quella del mondo café racer, retro vintage nell’aspetto ma sempre moderno e all’avanguardia nella tecnica. Con le missioni di Luca arricchirete la vostra collezione partecipando a gare della domenica e a campionati in giro per il mondo e la varietà di questo sistema di gestione della “storia” è senza dubbio il punto forte del gioco. Progredendo con il vostro Grado Collezionista, poi, sbloccherete sempre più componenti per personalizzare la vostra auto sia in termini di estetica che di prestazioni. Le auto si possono acquistare sia usate (un classico della serie) sia nuove in un concessionario-museo che oltre a raccontare la storia delle varie case produttrici (consiglio quella della Zagato) offre in vendita i bolidi più esotici del gioco.
L’emozione della pista
Visivamente Gran Turismo 7 è uno dei giochi più belli che si possono giocare su PS5. Il dettaglio nella ricostruzione delle auto è maniacale e i circuiti sono fedeli alle loro controparti reali. É imperdibile la modalità foto dove è possibile posizionare le auto più belle in scenari da tutto il mondo ricreati perfettamente; i risultati sono davvero straordinari. A volte un leggero senso di uncanny valley mi ha colpito per colpa di superfici troppo lucide o di colori troppo saturi. Da questo punto di vista, devo ammettere che Forza Horizon 5 fa meglio. Quando si tratta di esclusive, però, fare questo tipo di comparazioni lascia il tempo che trova: chi ha una Playstation gioca a GT, che ha un Xbox a Forza. L’altro aspetto che talvolta mi ha dato fastidio è la racing line (la linea guida che dice come curvare al meglio) che spesso mi ha suggerito approcci alle curve quantomeno insoliti e che talvolta mi hanno fatto andare a muro. Il multiplayer è ben fatto e la sezione Sport, quella competitiva di cui ho apprezzato molto l’icona (“Forme uniche della continuità nello spazio” di Boccioni), è severissima nel suo implementare le regole: chi non corre in modo pulito viene severamente punito.
Il verdetto
Stranezze a parte, Gran Turismo 7 è un degno successore dei suoi avi e uno showcase tecnico da urlo per la PS5. Mi sono piaciuti molto i grilletti adattivi ma sono convinto che Poliphony potrebbe fare di più da quel punto di vista. Il gioco è fedele alla sua storia (con il sistema delle patenti e tutto il resto) anche per quanto riguarda gli aspetti che convincono di meno come la partenza piuttosto lenta. Le auto sono tante, non tantissime, ma la collezione verrà ingrandita nel corso del tempo. Se avete una Ps5 non potete non provarlo ma analizzando l’esperienza offerta non lo definirei una killer app. Se vale la pena comprare un’intera console per giocare Horizon Forbidden West, non si può dire lo stesso, purtroppo, per Gran Turismo 7.