Come ha fatto un rookie della Lec a sollevare il più ambito trofeo d’Europa.
I G2 Esports sono tornati sul tetto d’Europa per la nona volta, conquistando il titolo grazie ad una performance mai vista prima. La più importante competizione europea di League of Legends (Lec) ha infatti visto i G2 risalire dal lower bracket senza perdere neanche un game, concludendo i playoffs del Lec Spring Split con dodici vittorie consecutive. Dopo il pesante fallimento del 2021, i G2 erano stati allontanati dalla lista di favoriti per la corsa verso la corona d’Europa. L’inserimento nel roster di alcuni nomi sconosciuti al panorama europeo degli Lec avevano poi rafforzato l’ipotesi che l’era dei G2 fosse ormai giunta al termine.
La spinta dei “nuovi”
Tuttavia sono state proprio le nuove reclute del team a riportare lo spirito combattivo dei samurai d’Europa. Sebbene la guida esperta dei due veterani del team, il mid laner Rasmus “caPs” Borregaard Winther ed il jungler Marcin “Jankos” Jankowski, abbia velocemente incrementato il livello di gioco del team, è indubbio che senza la presenza dei tre nuovi arrivati nel team i fan degli Lec avrebbero assistito ad una finale completamente diversa da quella presentata domenica 10 aprile.
Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Victor “Flakked” Lirola, bot laner dei G2 Esports, riguardo il loro miracoloso e sorprendente percorso, della sua crescita come giocatore e delle sue previsioni per l’ormai prossimo Mid-Season Invitational in Corea del Sud.
Avete vinto lo Spring Split al termine di una rimonta miracolosa partita nel lower bracket, ottenendo 12 vittorie consecutive. Credo che tutti ci stiamo un po’ chiedendo la stessa cosa: cosa è successo dietro le quinte dopo la sconfitta contro i Fnatic nella vostra prima partita dei playoff?
“Eravamo molto, molto tristi per la serie persa contro i Fnatic, perché ci sentivamo come se stessimo giocando al nostro ritmo, ma allo stesso tempo ci sentivamo un po’ agitati. In alcuni game abbiamo preso delle decisioni davvero sbagliate perché eravamo molto nervosi. Come sottolineato anche nel post partita durante la Post Game Lobby, abbiamo imparato molto da loro. Ci siamo resi conti che eravamo molto nervosi ed è stato il nostro peggior incontro. Abbiamo faticato nel prendere i draghi o nell’impostare i combattimenti attorno ad essi. E anche nel non scambiare i draghi persi con delle torri o cose simili. Onestamente, siamo stati terribili. Ed è vero, abbiamo perso tre volte ed eravamo un po’ tristi, ma quell’incontro contro i Fnatic ci ha aiutato davvero tanto.”
Diresti che giocare con veterani come Caps e Jankos ha aiutato a farvi migliorare così velocemente?
“Sì, di sicuro. Loro mi hanno davvero aiutato dentro al gioco ma anche fuori dal gioco. Penso che nella serie contro i Fnatic, tutti erano molto nervosi. Non dirò che io stavo tremando, ma era davvero così. Per esempio nella prima partita ero davvero molto, molto agitato. Durante l’intera serie stavo cercando me stesso, ma penso che fosse già troppo tardi quando mi sono ritrovato. Giocando con Jankos, Caps, BB (BrokenBlade, ndr) e anche Targamas, che hanno così tanta esperienza alle spalle, è davvero difficile sentirsi nervosi, perché sai che puoi sempre contare su di loro. E ciò ti permette di giocare al limite.”
Questa rimonta miracolosa da parte vostra cosa dice del team e cosa significa per gli altri team europei?
“Penso che questo team sia il fiore all’occhiello dei G2, ma non penso nemmeno che abbiamo raggiunto la nostra forma migliore, penso che possiamo ancora migliorare molto come squadra. Abbiamo ancora bisogno di sistemare alcune cose che riguardano il nostro gioco ma penso anche che stiamo giocando incredibilmente bene, e stiamo lavorando veramente tanto per arrivare a un determinato livello. Lavoriamo così tante ore ogni singolo giorno, ci stiamo impegnando al massimo e siamo tutti concentrati. Ed è semplicemente fantastico sai? Partire da una sconfitta e vincere con dodici vittorie consecutive partendo dal lower bracket. E se tutto va bene possiamo giocare così anche durante il Msi.”
Si è parlato molto della ricostruzione di G2 basata su nuovi talenti, pensi che la struttura europea con Erl e European Masters sia la ragione per cui l’Europa ha così tanti giocatori di talento?
“Sì, penso che all’epoca l’ecosistema non fosse per nulla buono. Non c’era quasi nessuno, non c’erano investimenti, non c’erano soldi, e quindi non c’era uno staff di allenatori, non c’era niente! Ma penso che oggi ci siano molte squadre che magari non sono ancora esattamente al livello degli Lec ma potrebbero benissimo arrivarci. Così come ci sono tantissimi giocatori già pronti per il grande salto in Lec. Il livello negli ultimi anni sta crescendo così tanto, e penso che crescerà ancora. Credo che si arriverà ad un punto in cui le richieste ed i requisiti corrisponderanno a quelli che ci sono ora negli Lec.”
Questo è molto interessante, perché ci sono tantissime persone che giocano nelle Erl e, naturalmente, abbiamo anche il Main Event degli Eu Masters in arrivo. Così ho voluto discutere di questo tema con te, anche perché sei stato uno dei giocatori che arriva da quell’ambiente. I caster hanno detto oggi che “la storia ricorda i più grandi eroi”, e ho appena visto che hai condiviso una foto di te da bambino mentre giocavi ai videogiochi. Credi pensi che il tuo io più giovane ti vedrebbe come un grande eroe ora?
“Sì, di sicuro. Penso che il mio io più giovane sarebbe follemente orgoglioso di me. E anche la mia famiglia. Sai, quando ho iniziato a giocare è stato davvero difficile. Naturalmente non avevo molto supporto o sostegno da parte della mia famiglia, perché non sapevano nulla riguardo gli esports. Quando ho deciso di impegnarmi seriamente su League of Legends ero solo un giocatore casuale di Solo Q. Avevo circa 15 anni e ho comunque deciso di prendere la cosa seriamente, penso di essere arrivato anche al Challenger a quel tempo. Ma ho attraversato una depressione e molti problemi di ansia e similari. Il mio inizio è stato super difficile. Ma sono davvero felice di aver finalmente reso il piccolo Flakked orgoglioso. E soprattutto ora so che anche la mia famiglia è molto orgogliosa di me.”
Pensi che condividere la tua esperienza e il tuo percorso da giocatore casuale di SoloQ a campione d’Europa aiuterà più giocatori in futuro?
“Spero di poter essere di ispirazione per molte persone. Naturalmente il percorso è molto difficile, specialmente per me. Quando ho iniziato a giocare in Spagna non ho vinto per due o tre anni, e poi soprattutto il mio ultimo split non ho praticamente giocato. Cioè, in realtà sono arrivato ai playoff, ma ho chiuso zero-tre ai quarti di finale. Davvero, davvero deprimente. Quindi sì, spero davvero di poter essere fonte di ispirazione per qualche altro giovane talento, ma non voglio illudere nessuno.”
Tornando alla vittoria di oggi, siete la quarta squadra a qualificarsi per il Msi. Finora le altre squadre sono Detonation Focus me dal Giappone, Istanbul Wildcats dalla Turchia e naturalmente i T1 dalla Corea. Cosa ne pensi di queste squadre?
“Non conosco i Donation Focus Me. Cioè, conosco il loro nome, perché gli anni precedenti credo di averli visti in eventi internazionali. Ma naturalmente conosco i T1 e in realtà anche gli Instabul Wildcats, perché in realtà li abbiamo affrontati in scrim diverse volte, e abbiamo giocato con loro per un po’ anche prima dei playoff, e le partite contro loro sono state davvero utili. Sono dei pazzi, ma simpatici da affrontare.”
Naturalmente quest’anno il titano da sconfiggere durante gli Msi sono i T1 e tutti i membri dei G2, compreso te, hanno detto di essere pronti a farlo. Ma chi delle altre regioni, per esempio dall’Lpl, vorresti incontrare?
“In questo momento penso che direi Gala o Jackeylove come bot laner che vorrei affrontare. Ricordo che non guardavo molto le competizioni nei primi tempi in cui giocavo. Ma ricordo una finale del Mondiale in cui andai al cinema e stavo guardando Jackeylove: era così eccitante che volevo davvero essere lì. E vale anche per Gala. Ero totalmente infatuato dal loro stile di gioco. E in realtà ho giocato contro di lui in SoloQ in Europa e lui giocava come se fosse un matto! Quindi sì, penso che sarei davvero felice se dovessi giocare contro uno di loro due.”
Come giocatore ma anche come persona, cosa ti aspetti di scoprire e imparare durante l’Msi?
“Non ho nessuna esperienza di competizione internazionale, quindi probabilmente sarà un disastro. Ma sai, non ho davvero paura di essere nervoso o soffocare sotto le aspettative o altro. Sono abbastanza sicuro di me stesso ora, e penso che andrà davvero bene. Ma quello che vorrei davvero imparare è come diventare un giocatore migliore. Non solo individualmente, ma anche e soprattutto per la mia squadra. Voglio davvero diventare il migliore nella fase di laning, voglio davvero diventare il migliore nei teamfights e voglio davvero diventare il miglior Adc in termini di composizione del team. Voglio anche migliorarmi in tutto il resto.”
Un’ultima domanda un po’ fuori dal meta. Qualcuno del tuo team mi ha detto che sei un grande fan dello show “Peaky Blinders”, hai già visto l’ultima stagione?
“L’ultima stagione non l’ho ancora vista perché non è ancora su Netflix. Quindi non lo so, penso di vederla a giugno. Ho iniziato a guardare Peaky Blinders circa un mese fa. Ma l’ho già guardata tipo cinque o sei volte! Ho iniziato a guardarla un giorno, ho guardato i primi due episodi ed ero come incantato! E poi non so, in tre giorni ho finito l’intera serie. Quindi quando sono in cosa in SoloQ continuo a guardare ogni singolo episodio ancora e ancora.”
Mi dicevi prima che la componente mentale è molto importante per un giocatore al tuo livello: diresti che guardare Peaky Blinders è il tuo modo per rilasciare un po’ di tensione e staccare la mente da League?
“Sì assolutamente. Mi piacciono molto tutte le serie e i film che parlano di crimine organizzato. Per esempio, mi ricordo quando ero malato ho guardato il Padrino, ho anche giocato al gioco. Voglio dire, è un film assurdo! Specialmente il primo! Ma forse dico così perché lo ri-guardo circa 300 volte l’anno. So ogni singola parola e tutto quello che sta per succedere in ogni scena. Non so se molte persone lo sanno, penso che gli spagnoli lo sappiano perché l’ho detto nelle interviste in spagnolo, ma io prima di un match importante rivedo sempre il film Scarface. Amo Scarface! In realtà sono il più grande fan del Padrino, mi sono anche fatto un tatuaggio! Ma devo dire che mi piace guardare anche documentari e serie tv sul crimine organizzato e su altri argomenti che mi piacciono.”