In Colombia sempre più donne fanno il loro ingresso nel mondo degli esports.
Lo rivela uno studio sul gaming, gli esports e lo streaming pubblicato da EAE Business School e condotto da Carina Mellit, direttrice dello Strategic Research Center della stessa scuola.
Nel Paese latinoamericano gli esports stanno diventando un affare molto grosso: la Colombia è attualmente al secondo posto nel consumo di videogiochi in America Latina e il settore ha fatturato 760 milioni di dollari nel 2021.
«Sebbene il gaming fosse un campo maschile all’inizio, le donne hanno aumentato la loro partecipazione fino a diventare la metà della popolazione dei videogiocatori. Anche a livello professionale sono sempre più numerosi i modelli femminili nei team, nei diversi ruoli legati alla produzione di videogiochi e nella gestione di aziende del settore esports», afferma l’autrice della ricerca, Carina Mellit.
Nonostante l’aumento della presenza femminile nel settore degli esports, sono ancora tanti i casi di donne che si sentono emarginate o addirittura molestate, soprattutto come videogiocatrici. Come sappiamo il gaming è nato come attività prettamente maschile, ma oggi le donne costituiscono quasi il 50% del pubblico dei videogiocatori.
Il numero delle videogiocatrici, secondo lo studio condotto da Carina Mellit, è aumentato per svariati motivi: innanzitutto giocare è un’attività divertente e poi la gamification è trasversale nella vita dei giovani.
Inoltre c’è stato un cambiamento a livello sociale nella maniera in cui quest’attività viene considerata: la nostra evoluzione sulle questioni di genere ha cambiato profondamente il modo in cui sono percepiti i videogame come agenti di socializzazione. Fino a qualche anno fa, solo i bambini ricevevano come regalo una console. Oggi, spiega lo studio della EAE Business School, non è più cosi.