Rispondendo all’interrogazione di Carlo Fidanza (Ecr) sulla regolamentazione degli esport il commissario per il mercato interno Ue, Thierry Breton, annuncia che verrà valutata compatibilità delle norme italiane con il Tfue e direttiva sui servizi.
“Non esiste un progetto legislativo a livello comunitario per l’armonizzazione delle norme nazionali sull’offerta di sport virtuali. Tuttavia, nella misura in cui l’attività in questione non rientri nell’esclusione per il gioco d’azzardo di cui all’articolo 2, paragrafo 2, della direttiva 2006/123/Ce sui servizi nel mercato interno, le disposizioni pertinenti della direttiva si applicano anche a tale attività. In ogni caso, la Commissione ricorda che le materie escluse dal campo di applicazione della direttiva restano integralmente soggette agli articoli 49 e 56 del trattato sul funzionamento dell’Ue (Tfue) sulla libertà di stabilimento e sulla libera prestazione dei servizi”.
Così Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, risponde a nome della Commissione europea all’interrogazione a risposta scritta presentata dall’europarlamentare Carlo Fidanza (dell’European Conservatives and Reformists Group) con l’obiettivo di uniformare la disciplina degli esports e garantire ai gestori italiani del settore un’equa concorrenza.
Breton spiega che “la Commissione ha chiesto informazioni alle autorità italiane sulle norme nazionali applicabili relative agli apparecchi da intrattenimento senza premi in denaro. Ciò dovrebbe consentire alla Commissione di valutarne la compatibilità con i pertinenti articoli del trattato sulla libera circolazione delle merci e con le disposizioni della direttiva sui servizi”.
Come ricorda l’articolo di Francesca Mancosu pubblicato da Gioconews.it, circa tre settimane Breton aveva risposto all’interrogazione di Marco Zanni (gruppo Identità e democrazia) in tema di “Regolamentazione di esport e centri di gioco Lan”, dopo la decisione dell’Agenzia delle accise, dogane e monopoli di mettere sotto sequestro delle apparecchiature da gioco in tre sale Lan, contestando il mancato rispetto della normativa. In quel caso il commissario per il Mercato interno aveva affermato che la Commissione “non è a conoscenza della situazione particolare che si è verificata in Italia” e “non dispone delle informazioni necessarie per valutare se la decisione dell’Agenzia italiana delle dogane e dei monopoli (Adm) violi le regole del mercato interno”.