Se queste sono le fondamenta su cui è stato costruito il nuovo Warzone 2.0, ci aspettano anni di emozioni forti insieme a Call of Duty.
La campagna di Modern Warfare 2 ci è piaciuta ma non ci ha emozionato. Dopo qualche settimana insieme al suo multiplayer, però, non riusciamo a smettere di giocarci. Infinity Ward (e non lo diciamo a cuor leggero) è riuscita a replicare la magia dell’originale Modern Warfare 2 nel comparto multigiocatore, mettendo insieme un’esperienza talmente solida e modulare che, a meno di preconcetti o pregiudizi, chiunque si professi un fan degli sparatutto deve dargli una possibilità.
Gli inglesi hanno un parametro con cui descrivono i videogiochi, si chiama “moment to moment gameplay”, che noi potremmo tradurre come “il flusso di gioco” inteso come l’insieme di tutti i momenti che compongono una sessione. Modern Warfare 2 è un’esperienza rifinita sia nel suo insieme (mappe, armi, operatori e modalità) sia nelle sue molte particelle. Premere il grilletto di un’arma, per esempio, è un’azione che ha significato, che ridà al giocatore una sensazione attiva e partecipativa, in poche parole, immersiva.
Questo è l’incredibile traguardo raggiunto da Infinity Ward e questa era la chiave della magia del titolo originale. Vivere la fantasia di vestire i panni di un operatore delle forze speciali fa parte del dna della saga di Modern Warfare quanto il fucile d’assalto M4 e prende vita nelle tante modalità immaginate dagli sviluppatori. Dai match più ristretti alle battaglie campali in stile Battlefield, gli ingranaggi di questo Call of Duty sono in perfetta sincronia, è questo che ne fa un grande gioco.
Nella nostra anteprima (della campagna e della beta), e parlando con l’unico sviluppatore italiano di Infinity Ward, Bernardo Antoniazzi, abbiamo già avuto modo di sottolineare quanto, a livello grafico e tecnico, Modern Warfare 2 sia un netto passo avanti rispetto al passato. Dagli operatori alla personalizzazione delle armi è stata messa una cura maniacale nel costruire fondamenta solidissime su cui poter progettare i contenuti del futuro: Warzone 2.0 in primis. Il traguardo raggiunto con Modern Warfare, però, va oltre l’ingegneria videoludica. Questo gioco mette a disposizione dei fan quasi ogni esperienza disponibile sul mercato degli sparattutto: multiplayer rapido e ignorante, scontro tattico e preciso, mappe microscopiche, mappe enormi, modalità a obiettivi, deathmatch a squadre e chi più ne ha più ne metta.
Non volete giocare contro altri giocatori? Nessun problema, in Modern Warfare 2, come nella sua controparte del 2009, fanno il loro ritorno anche le Operazioni Speciali, delle missioni PvE in cui squadre da due operatori affronteranno dei nemici controllati dall’IA. Queste missioni sono decisamente più difficili della campagna e la coordinazione è la chiave per il successo. Farle con il matchmaking online, però, è rischioso perché la comunicazione è essenziale, meglio affidarsi agli amici o a uno dei tantissimi server Discord dedicati a CoD. Per ora ci sono 3 missioni: una in stile orda in cui bisogna difendere una posizione contro ondate di nemici, una in cui fare la coppia di cecchini per infiltrare delle basi e una che comincia con un H.A.L.O, un lancio da un aereo ad altitudine elvata (High Altitude) e con l’apertura ritardata del paracadute (Low Open) per infiltrarsi in una roccaforte.
Le modalità che ci stanno tenendo più incollati al controller, però, sono Guerra Terrestre e Invasione per un semplice motivo: hanno preso tutto quello che c’è di buono di Battlefield e lo hanno tradotto in formato CoD. Chi ha giocato ai giochi DICE sarà subito a suo agio con lo spawn veicolare, l’interfaccia di squadra, la gestione dei punti di controllo e delle basi. Quello che cambia è il sistema degli armamenti che (comprese le serie di uccisioni) è autenticamente CoD. Le mappe sono grandi, piene di linee di tiro inaspettate e ben bilanciate, insomma tutto quello che Battlefield 2042 non è riuscito a materializzare.
Questo capitolo della saga di Modern Warfare è destinato a entrare nella storia non per la sua campagna, appesantita da troppi momenti morti, ma per un comparto multiplayer solido come non se ne vedevano da anni, forse dai tempi di Black Ops 2. L’esperienza è variegata, modulare e personalizzabile, con una progressione lineare e non opprimente. In due ore di gioco arriverete al livello 10 avendo anche sbloccato tutti i mattoncini base per iniziare a costruire la vostra esperienza sul campo di battaglia.
Concedendoci una piccola ventata di speculazione in chiusura, alcuni rumor ipotizzano che se l’acquisizione da parte di Microsoft di tutta Activision Blizzard andrà in porto, Call of Duty abbandonerà il modello annuale per concentrarsi sul suo lato Live Service. Noi non possiamo che augurarci che questa ipotesi si avveri perché la tecnologia alla base di Modern Warfare 2 è talmente buona che potrebbe restare all’avanguardia almeno per tre se non quattro anni. Immaginate di poter costruire una libreria di armamenti, personalizzazioni, loadout e strategie che non si debba resettare ogni anno, il tutto su una grafica e un comparto tecnico perfetti. Quello è il Call of Duty che ci meritiamo.