Il publisher statunitense ha visto rifiutarsi la richiesta di estensione di collaborazione con NetEase per poter operare a Pechino.
Mentre Valorant, il tactical shooter di Riot Games, ha appena ricevuto l’approvazione del comitato cinese per poter essere ufficialmente giocato e “pubblicato” sul territorio di Pechino, Blizzard continua a riscontrare alcune problematiche legate alle licenze dei suoi titoli. Per poter pubblicare un videogioco in Cina e mantenerlo attivo sono infatti necessarie delle autorizzazioni, la maggior parte delle volte ottenute appogiandosi a un publisher locale. Nel caso di Blizzard era Netease.
Giochi sospesi
Secondo quanto è emerso dal comunicato stampa diramato dal publisher di Irvine, la Blizzard sospenderà tutti i propri videogiochi sul territorio cinese il 23 gennaio, facendo seguito alla risposta negativa ricevuta da Netease per l’estensione di sei mesi del contratto già vigente.
Blizzard ha raccomandato ai propri utenti presenti sul territorio cinese di salvare i propri progressi di gioco, in particolare dei titoli online, non sapendo esattamente quando sarà ripristinata la funzionalità dei server. Unica eccezione Diablo Immortal che viene distribuito sempre da Netease ma secondo un contratto differente.
Niente proroga
Nonostante Blizzard fosse a conoscenza della scadenza dell’accordo contrattuale con Netease, ha provato fino all’ultimo a ottenere una proroga di sei mesi alle stesse condizioni iniziali, in modo da avere più tempo per esplorare le varie opzioni a disposizione. Blizzard sarebbe già in trattative con altre realtà per cercare di tornare il prima possibile operativa in Cina.
“Il nostro obiettivo“, ha raccontato Blizzard, “era di trovare un accordo che permettesse agli utenti di continuare a giocare senza interruzioni di servizio“. Netease, dal canto suo, avrebbe già smobilitato gran parte delle proprie sedi operative, rimanendo con appena dodici dipendenti per garantire il servizio clienti base.