Ebark Studios, uno studio di sviluppo formato da veterani della DICE, ci ha fatto provare THE FINALS, il suo nuovo sparatutto competitivo.
Non capita spesso di trovarsi piacevolmente sorpresi dopo il primo contatto con un nuovo sparatutto multiplayer free to play. Eppure THE FINALS non solo ci ha stupito ma, alla fine della nostra prova di tre ore, ci siamo ritrovati ad augurarne il successo, sperando di vederlo diventare un vero e proprio esport.
Gli sviluppatori di Embark Studios hanno fondato il loro studio di sviluppo da poco, dopo essere fuoriusciti da una casa di produzione, la DICE, che gli sparatutto li sa fare davvero bene. Il dna di Battlefield scorre potente in THE FINALS, in particolare quella magia che ha reso Bad Company 2 e Battlefield 3 due dei migliori videogiochi di guerra di cui si ha memoria. Quella magia ha un nome, è la distruggibilità di ogni cosa. Ogni muro, ponte, pavimento o barriera può essere distrutto in THE FINALS a colpi di C4 e lanciarazzi dando vita a un’esperienza tattica e caotica che costringe chi gioca a ripensare il suo approccio al combattimento.
L’altro elemento chiave di questo gioco è che non si prende sul serio, un fattore chiave che, combinato con il gameplay rapido e frenetico, renderebbe la sua versione competitiva una gioia per gli occhi. Nel mondo di THE FINALS, infatti, i giocatori vestono i panni di un contendente in un gioco a premi virtuale dove l’ultima squadra rimasta in piedi si porta a casa un bel malloppo. Essendo una competizione ambientata in un ipotetico metaverso del futuro, gli organizzatori hanno lasciato perdere il realismo e non hanno paura di sbizzarrirsi con il fattore intrattenimento. A metà match, infatti, potrete trovarvi nel mezzo di eventi ambientali come l’esplosione dei cadaveri, una diminuzione della gravità o una pioggia di meteoriti.
Ci sono adrenalina e caos, manca solo la varietà. I contendenti di THE FINALS potranno scegliere tra una di tre classi, ognuna con armi, accessori e perk specifici per avere punti di forza e debolezza in ogni scenario di combattimento. Le “Corporature” (questo il nome in game) a disposizione dei giocatori sono quella leggera, media e pesante. Specializzata nel movimento rapido e nel colpire da angoli inaspettati, la classe leggera è la più veloce nella corsa, quella con meno salute e con in gadget più tattici. I suoi armamenti principali sono la mitraglietta o una pistola silenziata e per proteggere un obiettivo o aprirsi la strada verso un punto strategico ha a disposizione granate incendiarie e cariche da irruzione capaci di aprirsi un varco in una parete senza rischiare il crollo dell’edificio.
La corporatura media è pensata per fare da supporto agli altri membri della squadra. Ha un defibrillatore per rianimare all’istante i compagni caduti (altrimenti bisogna tenere premuto un pulsante specifico) e una sorta di medikit per ripristinare la salute. Non ha molti esplosivi nel suo kit, fatta eccezione per le mine, ed è armata di fucile d’assalto. La classe pesante, infine, è la più lenta nella corsa ma la più coriacea in fatto di salute e ha a disposizione gli strumenti di distruzione migliori, primo fra tutti il lanciarazzi. Non potevano mancare, poi, il C4 e un bel martello da demolizione per aprirsi un varco tra i muri e i nemici.
La modalità di gioco principale di cui abbiamo provato due mappe (una ambientata in cima ai grattacieli di Seul e una tra le vie strette del principato di Monaco) vede 4 squadre da tre giocatori fare a gara a chi riesce a incassare più soldi possibile. All’arrivo sulla mappa vengono generate due casseforti dorate piene di denaro. L’obiettivo di ogni squadra è conquistare una di queste casse, prenderne il contenuto (chi lo trasporta non può sparare) e portarlo a un punto di estrazione dove andrà difeso mentre viene incassato. Il team che prende il primo carico e lo porta a incassare diventa automaticamente il bersaglio di tutte le altre squadre in una corsa frenetica e piena di esplosioni.
Il bello di THE FINALS è che la mappa non è mai una costante come negli altri sparatutto. Un’itero edificio può essere fatto crollare a colpi di lanciarazzi per creare una nuova linea di tiro o difendersi da un possibile attacco al fianco. In più ci sono accessori che sembrano presi direttamente da Rainbow Six Siege come torrette, barricate e strane pistole che spruzzano una schiuma espandibile per bloccare porte e corridoi. C’è tantissima varietà nel creare il proprio personaggio, nel affrontare l’assalto a un aobiettivo e nel difenderlo, insomma, non ci si annoia mai.
THE FINALS è un gran titolo che però, se giocherete la beta, ha bisogno ancora di qualche rifinitura soprattutto lato bilanciamento e risposta delle armi. Speriamo che Embark prenda il feedback di questi test e lo usi bene per rilasciare un prodotto stabile e preciso in modo che una scena competitiva possa emergere in modo organico grazie alla voglia dei giocatori di farsi valere.
Un’altra funzione molto importante disponibile nella beta è la modalità torneo: questa mette insieme 16 squadre e le organizza in gironi con una prima partita per qualificarsi (passano i primi due team da tre giocatori) e poi ottavi, quarti, semifinali e finali. Portare a termine un intero torneo non richiede più di un’ora ed è un’esperienza incredibilmente soddisfacente che mette chi gioca già nello spirito degli esports. Se anche voi volete prendere parte alla beta chiusa che si svolgerà da domani (7 marzo) per le due settimane successive, potete provare a iscrivervi qui. Noi saremo sul campo, armati di C4, ad aspettarvi.