Il Paupergeddon Milano supera ogni record: 614 giocatori iscritti sono il massimo mai registrato per un evento simile in tutto il mondo.
Per giocare Pauper, una modalità di Magic in cui si possono usare solo carte “povere” cioè di rarità comune, sono arrivati in Italia dalla Germania, dalla Francia e persino dalla Repubblica Ceca . Circa seicento giocatori si sono ritrovati domenica 26 marzo a Lecco per confrontarsi in una battaglia durata più di 16 ore: dalle nove di mattina a mezzanotte. Mentre nel Bel Paese gli esport faticano a macinare numeri, soprattutto per le attività torneistiche, la community competitiva di Magic: The Gathering sembra non accettare stop di alcun tipo e con il Paupergeddon ha ormai esteso la propria influenza anche all’estero.
Più giochi in uno
Quando si parla di Magic spesso si intende un singolo gioco ma la verità è molto lontana da questa affermazione. La creatura di Richard Garfield, la cui prima stampa risale al 1993, dovrebbe essere vista più come un set di regole inventate dal matematico statunitense, incredibilmente flessibili e capaci di generare una moltitudine di approcci ludici differenti. Limitando o estendendo la quantità di carte, ad esempio, si ottengono formati il cui “gameplay” è assolutamente unico e dove i cosiddetti “play patterns”, cioè gli schemi di gioco, variano largamente. Con gli anni la community ha utilizzato le regole base di Magic anche per creare formati dal nulla, senza il minimo aiuto di Wizards of The Coast, creatore e publisher del gioco.
I giocatori avevano bisogno di un formato più “casual”? Crearono per questo EDH, più comunemente chiamato Commander, dove piegarono alle loro necessità una delle regole base della costruzione dei mazzi di Magic, cioè l’avere a disposizione un massimo di quattro copie per una singola carta. Nei mazzi Commander, infatti, non si può avere nemmeno un duplicato e quindi ogni carta presente nelle 100 che costituiscono i deck è l’unica copia di quella magia, creatura o artefatto. Questo formato fu inventato alla fine degli anni ‘90 da un gruppo di giocatori in Alaska ma si è diffuso a macchia d’olio in tutto il mondo costringendo, con estremo piacere, Wizards of The Coast a riconoscerlo ufficialmente nel 2011: oggi è la modalità di gioco di Magic: The Gathering più diffusa e quella in cui vengono stampati più prodotti.
Quando e perché nasce il Pauper
La storia del Pauper è molto differente, ma non per questo meno affascinante. Uno dei problemi percepiti dai giocatori è il costo molto elevato dei mazzi competitivi di Magic. Costruire un deck in formato modern, probabilmente il formato competitivo più giocato al mondo, può arrivare a costare anche 1.000 €. Una soluzione a questo problema è stata proposta da Wizards of The Coast tramite la creazione di MTGO, la prima versione del popolare gioco di carte collezionabili con la quale sfidarsi online.
Col tempo però anche le carte digitali sono arrivate a costare tantissimo e le più richieste possono arrivare anche a 100 $, in base alla loro reperibilità. Wizards of The Coast ha in casa degli NFT, per usare termini molto cari alle mode odierne, molto prima della creazione del Web 3.0: le carte online hanno infatti un loro mercato e vengono vendute e scambiate giornalmente in grandi quantità (come avviene ad esempio per le skin di Counter-Strike).
Dall’online al cartaceo
In Magic: The Gathering esistono quattro rarità di carte differenti: comuni, non comuni, rare e mitiche. Sebbene tra collezionisti di carte fisiche possono esserci prezzi folli anche per le creature più diffuse a causa della scarsa reperibilità dovuta agli anni di uscita dei vari set e alla conservazione degli oggetti, su MTGO le carte comuni non valgono praticamente nulla. Per questo motivo il formato Pauper, la cui unica regola nella costruzione dei mazzi è la presenza di sole carte comuni, si è sviluppato prevalentemente online alla fine degli anni 2000.
Wizards of the Coast non ha mai apprezzato moltissimo il formato arrivando nel 2017 a rimuoverlo da quelli presenti nelle Magic Online Championship Series tornando invece sui suoi passi nel 2019, quando finalmente il formato viene ufficialmente riconosciuto. Da quel momento il pauper ha preso piede un po’ ovunque anche e soprattutto come formato introduttivo: il basso costo unito alla quantità di cervello richiesto per giocarlo, l’hanno trasformato in uno dei formati più apprezzati, soprattutto in Italia.
Italia paese di giocatori
Il nostro Paese è da sempre uno dei feudi più importanti di Magic nel mondo, soprattutto a livello competitivo. I tornei nostrani sono frequentatissimi in ogni città e anche quelli internazionali organizzati in giro per la penisola sono sempre molto partecipati. Col tempo si sono create vere e proprie community locali (Lega Pauper Martesana, Lega Pauper Piemonte ecc), solitamente legate ai negozi e alle loro iniziative, soprattutto per il formato Pauper, diventate oggi delle vere e proprie leghe regionali. Ed è proprio grazie a questa spinta dal basso che sono nati i primi PauperGeddon, tornei nazionali equivalenti a finali di stagione, diventati un vero e proprio caso internazionale ed hanno avuto il loro culmine a Lecco.
Dopo quasi quattordici ore di torneo, dei seicentoquattordici giocatori presenti ai nastri di partenza, è rimasta la mitica “Top 8”, cioè i migliori dell’evento. Per la community è stato tutto perfetto: anche e soprattutto la varietà di mazzi arrivati a questo risultato fa ben sperare per il movimento del pauper cartaceo. Nonostante la finale sia stata giocata tra due “Tron”, un archetipo particolarmente odiato ma sicuramente difficile da giocare, lo spettacolo trasmesso anche in streaming da Lega Pauper Italia è stato assicurato e coinvolgente. A giocare c’erano infatti due espertissimi del formato: a spuntarla alla fine è stato Matteo Mazzola, vittorioso contro Alessandro Moretti, in un “mirror” senza esclusione di colpi.
Un lavoro capillare
Abbiamo chiesto all’organizzatore del Paupergeddon, Daniele Baglietto, come è stato possibile organizzare il torneo pauper più partecipato della storia in Italia: “Questo evento, unico nel suo genere, è basato su una rete di community gestita da Lega Pauper Italia ed è solo grazie al lavoro capillare di questa associazione che abbiamo convinto i vari negozi italiani sparsi sul territorio a collaborare per il successo dell’iniziativa. Anche se, a dire la verità, è stato anche il formato Pauper a rendere possibile la magia: a mio avviso è il modo perfetto per incarnare lo spirito di aggregazione originale di Magic The Gathering”.
Baglietto ha proseguito parlando del futuro di questo tipo di tornei: “Pur non immaginando un riscontro simile a quello effettivamente arrivato da parte della community, la crescita del Pauper in Italia e degli eventi Paupergeddon sembrano inarrestabili: sono convinto che il record appena raggiunto non durerà molto, già la prossima tappa a Pisa promette addirittura di trasformare l’appuntamento in una due giorni ancora più ricca”. Incredibile allora pensare che pauper significhi “povertà”.