Snoop Dogg non fa più parte del FaZe Clan
Il FaZe Clan è una barca che affonda e ora anche Snoop Dogg si vuole mettere in salvo. Dal disastroso debutto in borsa le azioni della compagnia sono crollate e i milioni di perdita hanno raggiunto quota 50. Non è chiaro quale sia il futuro della compagnia che solo l’anno scorso sembrava una forza inarrestabile grazie a partnership e accordi commerciali ricchissimi come quello con Snoop Dogg. Prima che il rapper salisse sul palco dell’half time show del superbowl 2022 con al collo una collana di diamanti con il logo del FaZe Clan, l’organizzazione gli ha garantito un posto nel consiglio di amministrazione dell’azienda, 1,9 milioni di dollari in azioni e altri 248mila dollari in azioni per suo figlio e “aziende controllate dalla coniuge e dal suo manager”.
Ora che le cose si stanno mettendo davvero male per la compagnia, Snoop non sembra più intenzionato ad associare il suo nome a un brand che sta finanziariamente crollando. In un documento ottenuto da Dexerto, infatti, si legge: “Il 29 marzo 2023, Calvin “Snoop Dogg” Broadus, Jr. ha notificato a FaZe Holdings Inc. (la “Società”) che si dimetterà dal Consiglio di amministrazione (il “Consiglio”) della Società con effetto immediato. Le dimissioni del signor Broadus non sono state il risultato di alcun disaccordo con la Società o con una delle sue controllate”. Questo vuol dire che con effetto immediato Snoop Dogg non fa più parte del FaZe Clan.
Oltre al danno di immagine, i dirigenti di FaZe dovranno dare una consistente aggiustata ai numeri delle loro cartelle stampa perché, come ha sottolineato Forbes nel 2022, l’organizzazione ha scelto di includere i numeri degli account social delle star con cui ha firmato dei contratti nel totale della sua reach. Questo vuol dire che ai 526 milioni di utenti che FaZe diceva di poter raggiungere vanno sottratti gli 80 milioni di follower che Snoop ha su Instagram e i 26 che ha su TikTok. Non è chiaro in che direzione andrà il futuro della compagnia in un anno decisivo come questo che sta mettendo sulla graticola i bilanci di molte organizzazioni esportive a cui l’economia sta presentando il conto.