La forza scorre potente nella nuova avventura per giocatore singolo di EA e Respawn Entertainment.
Per due categorie di videogiocatori questa sarà la recensione più breve di sempre: se siete fan di Star Wars e/o vi è piaciuto Jedi: Fallen Order, Star Wars Jedi Survivor è un’avventura che non potete perdervi. L’atmosfera è perfetta, la musica è meravigliosamente intrecciata all’avventura e i riferimenti al presente e al lontano passato di questa incredibile saga non mancano. Se appartenete alle due categorie appena menzionate Jedi Survivor non vi deluderà, anzi, potrebbe essere la miglior esperienza videoludica nella Galassia Lontana Lontana uscita negli ultimi 10 anni.
Se siete su queste pagine perché avete visto e sentito molto parlare di questa nuova opera videoludica e vi state chiedendo se valga il non certo economico prezzo di uscita, allora dovrete darci qualche minuto in più del vostro tempo perché c’è qualche pro e contro da valutare.
Star Wars Jedi Survivor è una creatura rara al giorno d’oggi nel mercato delle produzioni di altissimo livello. Stiamo parlando, infatti, di un’avventura per giocatore singolo decisamente corposa che dura tra le 25 e le 50 ore (a seconda di quanto siete maniaci del collezionismo) ed è tutta incentrata sulla narrativa. Seguirete le orme di Cal Kestis, un Jedi che cerca di sopravvivere negli anni appena successivi all’ordine 66 e alla nascita dell’Impero Galattico. Mercenari, Inquisitori, Stormtrooper e altri pericolosissimi avversari si frapporranno tra voi e la sopravvivenza ma non vi mancheranno anche alleati fidati e una squadra di avventurieri che combattono per la libertà.
Vogliamo restare molto vaghi per quanto riguarda la narrativa di questo gioco perché è il motore della progressione e abbiamo trovato i colpi di scena e gli stravolgimenti di trama molto ben distribuiti nel corso dell’arco narrativo. L’altro pilastro portante del gioco è il combattimento spada laser alla mano. Potrete impugnarne una, una per mano o (la nostra preferita) una doppia spada laser come quella vista nelle mani di Darth Maul nella Minaccia Fantasma. Ci sono tecniche da imparare, combo da padroneggiare e tutta una serie di abilità legate alla forza per stordire, comandare, raggruppare o allontanare i molti nemici che incontrerete. Ogni nuova aggiunta al vostro personaggio, poi, è determinata da un albero delle abilità i cui gettoni di sblocco si ottengono progredendo con il gioco e accumulando esperienza. Più o meno ogni 25 minuti (in media) riceverete un nuovo gettone per imparare un’abilità nuova o potenziarne una che avete già.
Dove abbiamo notato qualche difetto in questo gioco è nella progettazione dei livelli che troppo spesso usano una struttura che sembra fatta apposta per allungare il brodo e richiedere al giocatore più tempo del previsto per completare un obiettivo. Soprattutto in un livello sul pianeta al centro della trama, Kobo, ci siamo ritrovati, in un modo o nell’altro, a fare tre volte il giro di un complesso di comunicazione satellitare per riuscire ad arrivare al centro della struttura. Intrinsecamente legata a questo sistema, poi, c’è la struttura dei punti di salvataggio a cui rinascerete quando morirete. Questi sono piuttosto distanti tra loro e rievocano un sistema molto vecchio stile per quanto riguarda i chackpoint che all’inizio abbiamo mal sopportato ma poi abbiamo iniziato ad amare perché ha aggiunto un elemento di rischio ulteriore molto motivante. Sempre in questi punti potrete investire i vostri punti abilità, cambiare il vostro modo di combattere con la spada laser, ricaricare la vita e fare pratica con un addestramento virtuale. In più, c’è anche un sistema di potenziamenti passivi da recuperare in giro per le mappe di gioco che forniscono a Cal diversi bonus.
Se nel primo capitolo il protagonista era molto poco personalizzabile, in questo sequel ci sono fin troppe personalizzazioni che però non danno mai fastidio. Ogni cosa, dalle impugnature della spada ai vestiti di Cal fino alle componenti di BD-1 (il vostro amico droide), è personalizzabile per creare il Jedi che più vi rappresenta. Survivor, poi, ha uno dei tutorial distribuiti più azzeccati degli ultimi anni: all’inizio vi vengono insegnate solo le basi e il gioco più di quello non vi chiede; Poi, nel corso dell’avventura imparerete tutte le tecniche più avanzate. Anche dal punto di vista dell’accessibilità Respawn ha fatto un ottimo lavoro sia per quanto riguarda i livelli di difficoltà disponibili sia nel settore aiuti per eliminare quanti più ostacoli possibile e rendere il gioco accogliente per tutti.
Star Wars Jedi Survivor è un gioco che dà molte soddisfazioni. L’esplorazione vi premierà quasi sempre con ambienti dettagliatissimi e perfettamente in linea con l’estetica dell’universo ideato da George Lucas. Il combattimento, tanto nelle fasi di esplorazione quanto nelle battaglie con i boss, è preciso, scalare nella difficoltà e non costringe quasi mai a usare una determinata abilità per sconfiggere un nemico. La narrativa esplora ancora meglio il mondo post ordine 66 del primo capitolo con un bellissimo spaccato sul lontano passato di questo universo e i colpi di scena che vi aspettano vi faranno venire un’insaziabile voglia di continuare a giocare. Raramente un titolo così grande e ben prodotto riesce ad avere successo ma Jedi Survivor è l’eccezione che conferma la regola. Le aspettative erano altissime dopo il successo di Fallen Order e Respawn è riuscita ad esserne all’altezza consegnandoci un titolo degno di entrare nella storia.
Se siete amanti di Star Wars o siete alla ricerca di un’esperienza per giocatore singolo di qualità, profonda e ben sviluppata allora Star Wars Jedi Survivor è il gioco che fa per voi. A meno che non siate in un fan club dove gli spoiler sono sempre dietro l’angolo, però, potete contare sul fatto che questo gioco arriverà in sconto nel prossimo futuro quindi prenderlo al day one non è necessariamente una priorità se volete risparmiare qualche soldo.