Himorta ci racconta le origini della sua carriera di Cosplayer.
Antonella Arpa, meglio conosciuta come Himorta, è la cosplayer più seguita in Europa e in occasione del Giffoni Good Games, un l’evento dedicato all’universo dei videogiochi e dell’e-sport, siamo riusciti a intervistarla per farci raccontare il suo viaggio da un cosplay “fatto per lutto” alla fama nel mainstream con apparizioni in televisione e rilasciando un proprio fumetto. Oltre ad essere una fanatica di League of Legends (in particolare Wild Rift), la cosplayer farà da presentatrice allo University Master, il un torneo esportivo tra università italiane organizzato da 2Watch.
Raccontaci la tua storia, come hai iniziato a fare la cosplayer?
“Tutto è iniziato quando ero bambina, avevo una grandissima passione per fumetti e videogiochi. Mio papà mi comprava sempre Topolino ed è su quelle pagine che ho imparato a leggere. Sono sempre rimasta nella mia cameretta durante l’adolescenza a videogiocare e a leggere. Solo dopo che ho compiuto 20 anni ho fatto il mio primo cosplay per celebrare Ace, un personaggio di One Piece che era appena morto e io ne ero rimasta devastata. In quell’occasione mi sono divertita tantissimo e dopo quel primo personaggio ne è arrivato un altro e un altro ancora fino ad approdare nel mainstream”.
Com’è stato passare dal web a media più tradizionali?
“Io al web devo tutto, sono una creatura nata sul web e so che se fossi nata negli anni ’80 e avessi cercato di intraprendere la stessa carriera non sarei dove sono ora. Io mi ritengo un esperimento riuscito tra l’innovazione del web e la capacità di raggiungere tante persone della televisione. Visto che è un media più tradizionale, la tv diffida molto del web ma io ho dimostrato che un dialogo e una possibilità di carriera può esserci. La prima volta che sono entrata in uno studio televisivo mi sono sentita un topolino di campagna che arriva in città. Ero abituata a stare davanti alla telecamera grazie alle stream ma nulla poteva prepararmi alle telecamere giganti che sono negli studi e alla magnitudo delle produzioni a cui ho partecipato. Sarò sempre grata al web mi ha aiutato a entrare in contatto col pubblico e a non avere quell’impatto emotivo di terrore che può avere un novizio. Ero molto tranquilla la prima volta ma la location è stata molto d’impatto”.
Come hai fatto a portare degli argomenti di nicchia come quelli della cultura nerd nel mainstream?
“I social sono stati fondamentali per radunare le community intorno ai creator più influenti o a chi ne sapeva di più. Ho più di un milione di follower ed è la dimostrazione che ci sono tanti italiani appassionati al mondo della cultura nerd. Passioni come quella del fumetto o dei videogiochi sono sempre state considerate da sfigati, ora i nerd sono cool. Il pubblico c’è posso dire tranquillamente di di considerare quella nerd cultura pop. Anche una donna come me che gioca ai videogiochi non è una cosa strana, è cool e questo mi rende felicissima”.
Qual è stato il tuo cosplay più difficile? E quello che ti ha dato più soddisfazioni?
“Il più difficile è stato senza dubbio quello di Buzz Lightyear dal film Toy Story perché oltre ad esserci l’armatura della tuta spaziale e il cupolone trasparente (che anche solo respirarci dentro è difficilissimo) mi sono dovuta fare aiutare da degli ingegneri per fare i laser e i bottoni. È stato più complicato del previsto ma mi ha dato molte soddisfazioni.
Quello che in un certo senso mi ha dato più soddisfazioni e che porto sempre con me è quello di Lamù, la ragazza dello spazio. È molto semplice, ha dei cornini e un bikini ma con quel cosplay sono stata notata a Ciao Darwin e da lì mi hanno chiamato a fare il casting”.
Quali sono i tuoi videogiochi preferiti? Sei anche appassionata di ocmpetitivo?
“Ultimamente sono assolutamente in fissa con Hogwarts Legacy. Da super fan di Harry Potter quando è uscito sono impazzita, ci gioco da mesi e non è ancora finito! Mi rilassa e mi diverte tanto. Per quanto riguarda il competitivo io adoro League of Legends e ci gioco tantissimo sia su pc che su Mobile. Io non riesco ad addormentarmi senza una partitina a Wild Rift e se vinco dormo bene, se perdo dormo male. Poi mi piace molto anche FIFA”.
Cosa ti aspetta al Giffoni Good Games?
“Quella di quest’anno è l’edizione di debutto e sono molto contenta di partecipare! Sono spesso ospite del Giffoni film festival quindi so che la stessa organizzazione farà bene con i videogiochi. Oltre ai meet and greet e agli eventi più classici presenterò gli University Masters, un torneo esportivo tra studenti universitari che ha anche delle borse di studio in palio. Nel meridione non ci sono tanti eventi sul gaming di alto livello quindi spero che questo nuovo appuntamento possa dare linfa vitale al settore”.