Via Riot Games

Secondo i developer di League of Legends una delle abilità originarie di Briar era stata concepita come eccessivamente game-breaking.

Nel mondo in costante evoluzione di League of Legends, le fasi di progettazione e test possono portare a idee stravaganti e concetti audaci, alcuni dei quali potrebbero risultare incredibilmente divertenti, ma non proprio adeguati per il gameplay competitivo. Una di queste idee è emersa durante lo sviluppo di Briar, La Fame Repressa, il nuovo campione che verrà introdotto nella patch 13.18 e prevedeva che lei potesse letteralmente attaccare e uccidere i suoi stessi alleati.

Le parole dei developer

Secondo August ‘August’ Browning, il Lead Champion Designer di League of Legends che abbiamo ascoltato durante la presentazione stampa in anteprima del nuovo campione, l’abilità W originale di Briar, Frenesia Sanguinaria/Morsi della Fame, faceva sì che lei saltasse verso l’unità più vicina, chiunque essa fosse, incluso un alleato. Fortunatamente per tutti i giocatori di League, questo concetto di gameplay, anche se interessante, è durato solo per un breve periodo durante i playtest. 

August ha ammesso che questa particolare aggiunta non era esattamente ideale per le partite di League, considerando che i giocatori avrebbero potuto trovarsi nella spiacevole situazione di venir uccisi dal proprio jungler. E conoscendo quanto pacifico sia l’ambiente delle ranked su League, Briar sarebbe potuta diventare un chiaro segnale di dodge per molti giocatori. 

Dai test alla versione definitiva

In quei giorni di sperimentazione, Briar era molto più overpowered rispetto a ciò che è diventata grazie al raggiungimento di un 300% di velocità di movimento e 300% di velocità di attacco in più durante la Frenesia Sanguinaria. “Fuggire da lei era praticamente impossibile”, ha dichiarato il Lead Champion Designer, aggiungendo che anche se era intrigante esplorare questo lato iper potenziato di Briar, non si allineava con gameplay di League e avrebbe solo risultato per essere un’esperienza frustrante per i giocatori.

Concept iniziale di Briar – via Riot Games

Queste sperimentazioni, sebbene audaci, sono state rapidamente abbandonate in favore di un’esperienza di gioco più equilibrata e coesa. La necessità di un campione equilibrato e non mangia-alleati è stata poi anche accolta e giustificata dal team che si occupa della lore dei campioni. August ha spiegato che infatti Briar, come personaggio, ha sì una forte sete di sangue, ma anche il desiderio di essere più di ciò per cui è stata creata. 

Entrare nella testa del personaggio

L’idea di poter attaccare gli alleati era chiaramente in contrasto con il suo sviluppo tematico, così il nerf alla W di Briar è stato giustificato dalla grande resistenza mentale del campione stesso. “Nella sua testa, Briar distingue tra alleati e nemici,” ha aggiunto August, “e si sforza davvero davvero tanto per non ucciderli. Lei non vuole uccidere i suoi amici, vuole diventare una persona e parte del processo è anche conoscere e farsi amici tra le altre persone”.