Il reboot della storica saga ultra violenta di Nether Real Studios lascia a bocca aperta ma la curva di apprendimento è tutto fuorché gentile.
Mortal Kombat 1 merita un posto nell’olimpo dei picchiaduro. Ha un’ottima grafica, kombattenti autentici e, soprattutto, un flusso di gioco davvero fluido. Nether Realm Studios si è lanciata in un impresa titanica, far ricominciare la sua saga storica, e i risultati di tanti anni di sviluppo attento si vedono quando si mettono le mani sul nuovo picchiaduro in uscita.
C’è tutto quello che potete aspettarvi da Mortal Kombat: fatality spaccabudella, combo acrobatiche, combo braker spettacolari e una curva di apprendimento che non semplifica certo la vita ai novizi. Quando abbiamo recensito Street Fighter 6 abbiamo detto che sarebbe stato il paragone per ogni altro picchiaduro disponibile sul mercato e Mortal Kombat 1 stupisce quanto il titolo Capcom in quasi tutti i parametri tranne uno: l’esperienza per i nuovi giocatori.
Il tutorial del gioco è ben fatto e vi spiegherà nel classico modo dei picchiaduro la combinazione di pulsanti e comandi direzionali che compongono il vostro arsenale di base. Se siete amanti dei giochi di combattimento e avete familiarità con questo sistema avrete tra le mani un titolo solidissimo capace di regalare momenti di esilarante ignoranza e di assoluta tensione competitiva. Se, invece, non vi siete mai approcciati al genere e state considerando Mortal Kombat 1 come prima esperienza preparatevi perché il sistema di comandi è rimasto quello di un tempo.
Ecco cosa vi consigliamo di fare se siete dei novizi: per prima cosa fate il tutorial, poi avviate la modalità storia a difficoltà facile e vedete come vi trovate. Se i primi sei incontri sono una sfida importante, continuate a fare pratica nella sezione dedicata del menù e tornate all’avventura principale quando vi sentite pronti. Se dopo aver reclutato l’inimitabile Jonny Cage avete concluso tutti i kombattimenti senza un graffio, invece, alzate a media la difficoltà dei fighter controllati dal computer. La narrativa di questo gioco è davvero intrigante e ruota intorno alla missione di Lu-Kang, dio del fuoco, di mantenere l’equilibrio tra il regno della Terra e quello Esterno, un luogo dove uomini e creature magiche vivono insieme ma in cui alcune forze avide di potere vogliono raccogliere seguaci per dominare sull’universo.
Nella modalità Kampagna, combattimenti sempre più difficili vengono alternati a dettagliate cutscene in CGI ben recitate per un esperienza cinematografica e insieme immersiva. Vedrete la storia svolgersi da diversi punti di vista e allenerete le vostre abilità accompagnati da una narrazione accattivante anche se a tratti prevedibile. Finita la campagna, il gioco offre decine di possibili sfide da affrontare che culminano con il multiplayer competitivo online. Non abbiamo potuto testare a pieno la qualità del matchmaking a causa della bassa popolazione dei server in fase di recensione quindi torneremo presto da voi con un approfondimento in materia. La connessione, però, era stabile, gli input millimetrici e i personaggi esattamente dove li volevamo in ogni momento.
La grande novità di questo capitolo è il sistema dei Kombattenti Partner che ha dato una poderosa rinfrescata alla concezione del picchiaduro in 2D classico uno contro uno. Normalmente, una volta appreso un eroe, è possibile prevedere le sue mosse trovandoselo contro ma ogni Kombattente ha sinergie diverse con ogni Kombattente Partner quindi mettere insieme la propria squadra (anche se il secondo personaggio è controllato dall’intelligenza artificiale) sarà un’aspetto fondamentale della vostra strategia quando giocherete online e di quella dei professionisti quando dovranno competere. Non vediamo l’ora di vedere le decine di kombinazioni e kontromosse che i pro troveranno all’avviarsi del circuito competitivo di Mortal Kombat 1.
L’esperienza che abbiamo avuto insieme a Mortal Kombat 1 è stata davvero di qualità: ottima grafica, ottima storia, ottimi kombattenti e ottimi partner. I fan della saga troveranno in 1 un kapitolo semplicemente imperdibile che omaggia il passato della serie e rispetta i loro ricordi nostalgici andando, però, a innovare dove serve dando un fattore di unicità al gioco in un periodo di rinascita per il genere. Peccato per la curva di apprendimento inizialmente ripida e il sistema di comandi classico: la ciliegina su questa torta ultra-violenta e piena di fatality (che tornano a decine ognuna più sanguinosa dell’altra) sarebbe stato poter scegliere un sistema di input moderno come quello di Street Fighter ma la vita di Mortal Kombat 1 è ancora lunga, chissà che non possa essere implementato in futuro.