Se amate la serie Yakuza non potete perdervelo, se non l’avete mai sentita meglio non iniziare da qui.
Il Ryu Ga Gotoku Studio sa ancora raccontare delle belle storie, ne è la dimostrazione il nuovissimo Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name. Se siete fan della serie Yakuza e li avete giocati tutti, allora saprete che il Drago di Dojima non è morto, si è solo finto tale per salvare gli orfani del Morning Glory, Haruto e Haruka e ora è una guardia del corpo al servizio della famiglia Daidoji.
Se non avete mai giocato alla serie Yakuza, questo capitolo non è stato pensato per voi perché riprende, riassesta e rilancia molti fili lasciati in sospeso dai titoli precedenti e dal loro storico protagonista. Se invece vi siete avvicinati alla saga con Yakuza: Like a Dragon e le avventure di Ichiban Kasuga (di cui sta per uscire il sequel intitolato Infinite Wealth) allora non potete perdervi questo titolo perché fa da premessa necessaria a tutto ciò che succederà a questi due iconici protagonisti quando andranno alle Hawaii.
Ricapitolando: chi segue Yakuza dalle origini ora ha una ragione in più per farsi il Game Pass, in cui è incluso questo titolo che in 14 ore circa risponderà a molte domande e ne porrà di nuove. Se non avete mai giocato a Yakuza, correte a recuperarvi Like a Dragon (anche lui nel servizio in abbonamento di Microsoft) così da avere una base su cui poggiare questo titolo e Infinite Weath. Chissà che, nonostante il finale già noto, non vi venga voglia di tornare indietro nel tempo e recuperare tutte le avventure di Kazuma Kiryu (anche loro incluse nel Pass) che hanno fatto la storia dei videogiochi.
A tutti coloro che sono qui per Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name, possiamo dire che quello che abbiamo provato è un titolo solido ma, inevitabilmente, visto il suo compito di esperienza di raccordo, un po’ povero di tutti quegli elementi che hanno reso grande la serie Yakuza. La grafica, innanzitutto, è tanto stellare nella sua rappresentazione dei quartieri del Giappone di notte, quanto è piatta e arretrata di giorno. Quasi nessun altro gioco, però, riesce a trasportarvi in uno spaccato di vita giapponese come questo. Tra i konbini (i convenience store della famosa catena Poppo), i ristoranti e i banchi dei pegni dove acquisire potenziamenti, l’immersione è totale.
Il gioco è quasi tutto ambientato a Sotenbori, una location fittizia chiaramente ispirata al quartiere Dotonbori di Osaka, e per le sue vie incontrerete persone, accetterete missioni e vi farete trasportare dalla (breve) storia di questo capitolo. A tutti coloro che sono mancati tanto il personaggio principale quanto il suo stile di combattimento action (sostituito da quello a turni in Like a Dragon) possiamo dire che il Drago di Dojima è tornato, e con lui un sacco di cazzotti. La sua nuova vita da agente Daidoji, però, ha dato a Kazuma Kiryu accesso a nuovi gadget tra cui un filo che esce dal suo orologio e avvolge i nemici, delle scarpe a razzo che potenziano il salto e persino delle sigarette esplosive. C’è tantissimo divertimento nei combattimenti di questo gioco e, per i veri nostalgici, c’è anche lo stile di combattimento Yakuza che è (con qualche inedita modifica) esattamente come ve lo ricordate.
Vista la sua natura di esperienza di raccordo, siamo lontani dalle decine di ore che richiedevano i vecchi capitoli di questa saga e per questo motivo la narrazione risulta leggermente frettolosa. Non c’è il tempo per stabilire quelle relazioni emotive che hanno contraddistinto la serie Yakuza e ne hanno reso le scelte così forti per i fan, ma questo non vuol dire che il gioco sia noioso o vuoto. Fatta eccezione per un paio di momenti in cui bisogna quasi farmare, Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name è un’esperienza piacevole che fila liscia come l’olio e ha una climax che lascia con il fiato sospeso e affamati di piĂą storie come questa. Per fortuna manca davvero poco a Like a Dragon Infninite Wealth, dove i due protagonisti si troveranno faccia a faccia.