Nadia Amine, una delle più famose player di Call of Duty, accusa Activision di sessismo per l’esclusione dai tornei a causa di alcune foto in costume.
Dopo aver pubblicato alcune foto in bikini, l’azienda produttrice di videogiochi le ha infatti impedito di prendere parte ai tornei competitivi. Sebbene abbia un profilo su OnlyFans Style Passes, Amine afferma di non aver mai pubblicato nudità e lamenta che nessun uomo verrebbe bannato per aver pubblicato foto simili. Infatti, fa notare la giocatrice, nessuno ha bannato Kris “Swagg” Lamberson per aver condiviso una foto del suo didietro tatuato con il logo di Call of Duty, né altri giocatori di sesso maschile per aver pubblicato foto di quel tipo. Non hanno ricevuto nemmeno un rimprovero, e questo ha portato Amine ad affermare di essere stata trattata ingiustamente rispetto ai player di sesso maschile.
Amine si è anche dovuta difendere più volte dalle accuse di aver barato, cosa che lei ha sempre negato, bollando le critiche come altri esempi di sessismo ai suoi danni. «È triste vedere che i ragazzi, invece di accettare che una donna sia più brava di loro in un videogioco, debbano perpetuare l’idea che abbia barato per poter dormire la notte», dichiara su Twitter. Inoltre, per aggirare il divieto, la player non può nemmeno ospitare un proprio torneo, dato che Activision dovrebbe autorizzare perfino quello. Ciò significa che potrà competere solo in normali partite pubbliche, cosa che le renderà molto difficile avere una carriera di successo come streamer e personalità di Call of Duty. Per fortuna Amine ha il supporto di altre giocatrici professioniste, che la sostengono per quanto le è accaduto.