Abbiamo provato in anteprima due nuove vocazioni di Dragon’s Dogma 2 e l’eccitazione per questo gioco non fa che crescere.
Abbiamo provato due nuove vocazioni di Dragon’s Dogma 2, l’RPG open world sviluppato da Capcom, insieme ad altre due porzioni di gioco e non possiamo che sottolineare ancora una volta quanto non vediamo l’ora di giocare la versione completa di questo titolo.
Abbiamo provato prima il Cavaliere Mistico in una sezione mediana del gioco contro nemici di medio livello e un paio di boss arrabbiati mentre ci sono state date le redini di un Arcier-Mago di alto livello in una sezione avanzata della narrativa. Se il primo personaggio è stato divertente anche se faticoso per via della coordinazione necessaria a concatenare i suoi attacchi corpo a corpo con quelli magici; il secondo è stato una risata unica per via dei suoi attacchi potenti ed esplosivi che hanno reso ogni combattimento un divertimento assicurato.
Dove il Cavaliere Mistico è posato, strategico ed efficace, l’Arcier-Mago è esplosivo, ridicolo e assurdo con frecce solari teleguidate come fossero un missile valkyrie, mitragliatrici di frecce viola e tutta una serie di altre magie da fare con il proprio arco per devastare i nemici. Queste due classi rappresentano perfettamente le due anime di questo gioco: una tattica e strategica in cui tracciare gli indizi, costruire il proprio party (qui vi spieghiamo nel dettaglio come funziona il sistema delle pedine alla base di questo gioco) e pianificare gli attacchi; l’altra distruttiva, bombastica, esplosiva e caotica che permette al giocatore di lanciare i cadaveri dei nemici contro i suoi avversari e fare tutta una serie di altre idiozie.
Mentre eravamo con il Cavaliere Mistico, per esempio, ci è stato dato l’ordine di infiltrarci in una città fortificata. I percorsi a disposizione erano diversi: trovare una pedina specifica con connessioni alla città, usare il combattimento o provare un percorso sotterraneo sorvegliato da un drago. Noi abbiamo scelto quest’ultima opzione e abbiamo iniziato ad avventurarci tra caverne e percorsi rocciosi che sembravano non finire più tra nemici, boss, sfide ambientali e molti altri ostacoli. Ci ha stupito in particolare la quantità di gameplay che si nasconde dietro ogni scelta, un dettaglio che influenzerà molto la rigiocabilità visto il numero di opzioni che abbiamo incontrato in altri momenti pivotali nel corso delle nostre prove.
L’Arcier-Mago è stato un’esperienza completamente diversa: catapultati nello scenario desertico del gioco, ci siamo lanciati in una missione esoterica e piena di nemici da abbattere insieme alle nostre pedine. Abbiamo riempito di frecce un’aquila gigante e arrostito con il fuoco dei nostri missili teleguidati (in cui la prospettiva di gioco si sposta in prima persona per controllare direttamente la freccia esplosiva) diversi goblin impiccioni. L’unico momento di frustrazione è stato quando una delle nostre pedine continuava a ripeterci che non poteva aiutarci in una determinata missione e che avremmo dovuto reclutarne un’altra per trovare l’assistenza che cercavamo. A parte questo dettaglio, le tre ore di gioco passate in compagnia di Dragon’s Dogma 2 sono state puro divertimento, a volte ragionato a volte caotico, ma sempre e comunque divertimento.
Il punto forte di questo titolo, che non vediamo l’ora di recensire, è la libertà che conferisce al giocatore non solo nel personalizzare il proprio personaggio ma anche nell’approccio ai diversi scenari con l’aggiunta dell’incognita delle pedine. É un gioco di ruolo in piena regola, è innovativo nei modi in cui fa sorridere e tradizionalista in tutti quegli elementi che funzionano e non ha senso cambiare. La grafica non salta all’occhio come pompatissima ma non potrebbe fregarcene di meno: raramente si incontra un gioco da cui è così difficile staccarsi perché c’è così tanto che si desidera fare e questo, almeno finché non avremo a disposizione l’esperienza completa, è il miglior complimento che possiamo fare a Dragon’s Dogma 2.