Untill Dawn è l’esempio perfetto del remake che non serviva perché non innova in alcun modo sostanziale l’esperienza originale.
Non c’è un pubblico target per il remake di Untill Dawn. Essendo un gioco di nove anni fa, alcuni potrebbero dire che un remake non gli serviva e, a livello di principio, se ne potrebbe discutere. Dopo essere tornati sulle montagne ghiacciate di questo horror in stile slasher (stereotipato ma tutto sommato godibile), però, non siamo riusciti a trovare una valida ragione per consigliarvi di dare una possibilità a questo remake.
Chi volesse provare la strana e spaventosa avventura che vede un gruppo di ragazzi in uno chalet di montagna venire massacrati uno dopo l’altro da un misterioso killer, infatti, farebbe meglio a risparmiare e a portarsi a casa la versione per PS4. Questo perché le migliorie grafiche che il remake vanta arrivano al costo di un’instabilità non infrequente del framerate.
La nuova telecamera in terza persona, poi, non migliora, anzi peggiora, il gameplay e non è presente un’opzione “legacy” per provare il gioco come è stato concepito originariamente. Essendo ancora un titolo narrativo divertente e appassionante, però, Untill Dawn (con un sequel vociferato e un film in arrivo) resta un’esperienza valida per gli amanti dei classici horror in cui si muore uno alla volta.
Questo remake non fa che alimentare le critiche del pubblico che lamenta l’inutilità della pratica in generale (quando in alcuni casi fa miracoli) e fa arrabbiare non poco i giocatori Pc che non hanno accesso alla versione originale, ma solo a questa rielaborazione.
Se avete amato il gioco originale, questa nuova versione non vi serve, se, invece, siete curiosi di scoprire perché un gruppo di amici si ritrova massacrato (ma forse qualcuno riuscirete a salvarlo) da un misterioso assassino, allora vi bastano 20 euro per portare a casa la versione PS4 che, sotto quasi tutti i punti di vista, resta un’opera più originale. I giocatori Pc, purtroppo, si ritrovano senza possibilità di scelta.