Dopo una settimana in compagnia di Pokémon Pocket è innegabile che sia divertente, ma resta sempre un gatcha.
Pokémon Pocket rivaleggia con Marvel Snap in fatto di divertimento rapido e stratificato condito con del collezionismo digitale. La traduzione per smartphone del gioco di carte collezionabili dei Pokémon, però, (che vanta mazzi da 20 carte, no carte premio e tanti altri piccoli cambiamenti) non è riuscita a sfuggire a una monetizzazione non proprio amichevole tipica della piattaforma su cui si trova.
Come vi abbiamo spiegato nel nostro approfondimento dedicato, Pokémon Pocket regala ai suoi utenti una busta da cinque carte casuali ogni 12 ore. C’è un oggetto di gioco, chiamato Clessidra Busta, che può essere usato per ridurre di un’ora l’attesa per il prossimo pacchetto e questi oggetti sono la ricompensa per diverse attività tra cui missioni e lotte. Così inizia un loop di gioco che vi permette di aprire tra le due e le tre bustine al giorno.
Usando la valuta premium, i Pokélingotti, è possibile sbustare molti più pacchetti spendendo soldi reali e questo fa di Pokémon Pocket un gatcha a tutti gli effetti. Per avere i mazzi competitivi bisogna avere due copie delle carte più rare del gioco, attualmente Pikachu-ex e Mewtwo-ex, e prima di arrivarci ci vogliono davvero tanti pacchetti. Più pacchetti si aprono, quindi, maggiori sono le probabilità di avere le carte più forti.
Il gioco ha delle meccaniche per “combattere” la sfortuna: ogni bustina che aprite vi conferisce 5 punti pacchetto e con abbastanza punti pacchetto è possibile acquistare direttamente in un menù dedicato la carta che si vuole. Il problema è che le -ex costano 500 punti pacchetto ciascuna, questo vuol dire 100 bustine aperte, quindi quasi due mesi di utilizzo quotidiano per ottenere una singola carta.
Serve anche dedizione perché dopo 24 ore le bustine smettono di accumularsi quindi è necessario accedere tutti i giorni, riscattare il riscattabile e ripetere. Tutto questo per dire che prima di dare una possibilità a questa applicazione (che nei primi giorni inonda i nuovi giocatori di valuta e pacchetti per incoraggiarli a restare) dovete chiedervi se siete a vostro agio con questo tipo di meccaniche che richiedono un quotidiano investimento di tempo.
Detto questo e fatte le dovute premesse, lottare e collezionare in Pokémon Pocket è davvero divertente. Sbustare un’artwork alternativo di Mewtwo con la carta che si anima riempie di gioia e andare online utilizzando il proprio mazzo per battere gli avversari fa sentire chi gioca un vero stratega. Le partite non durano mai più di 5 minuti, non ci sono energie nel mazzo (ne arriva automaticamente una per turno) e il flusso di gioco è rapido, proprio un’esperienza da godersi a piccoli bocconi.
A questo si aggiunge la Pesca Misteriosa, una meccanica che permette di scegliere una carta a caso da un pacchetto aperto da un altro giocatore che non la perde, ma se ne genera una copia. Anche questo minigioco ha le sue clessidre particolari così come gli eventi (attualmente ce n’è uno in corso con protagonista Lapras) che, per darvi bustine promo, vi chiedono di sconfiggere la CPU in lotte sempre più difficili.
Tirando le somme, Pokémon Pocket è un gioco divertente che riesce a riempire perfettamente piccole pause nella giornata o brevi momenti morti tra le mille cose da fare. Nel momento in cui volete chiedergli più di questo (ottimizzare un mazzo con una carta specifica o aprire più bustine per un pizzico di dopamina in più) viene eretto un muro di interminabili attese che una piccola spesa è in grado di abbattere con facilità.
Questa è la realtà dei free to play per mobile e, soprattutto, dei gatcha che mettono il loro contenuto migliore (personaggi o carte potenti) dietro una loot box casuale: non è mai possibile acquistare direttamente l’oggetto desiderato, si possono solo comprare più loot box. Con i Punti Busta, Pokémon Pocket ha una sorta di assicurazione per cui se proprio si vuole una certa carta, aprendo tot pacchetti è praticamente garantita. Questo, però, non mette l’applicazione al riparo dai rischi insiti nel genere.
Pokémon Live (qui c’è la nostra recensione) è l’altra digitalizzazione del gioco di carte dei Pokémon che, però, non ha elementi casuali e nemmeno modi di spendere soldi reali: le carte si ottengono tramite i codici che si trovano nei pacchetti fisici che si comprano e non ci sono altri modi di averle. Se avete figli piccoli, per esempio, meglio virare su questa versione elettronica perché Pocket potrebbe essere un po’ troppo coinvolgente.
Tutto questo per dire che è necessario stare attenti mentre ci si diverte con Pokémon Pocket ed essere consapevoli quando si spende (non c’è niente di male beninteso, tutti compriamo cosmetici e altri oggetti nei titoli free to play) chiedendosi perché lo si sta facendo e se si è sicuri della propria scelta.