Nei giorni scorsi il presidente cinese Xi Jinping ha visitato l’Italia stringendo, nell’occasione, numerosi accordi con il nostro Governo e con alcuni enti privati. 29 gli ambiti di sviluppo discussi, per un totale di circa 20 miliardi di euro secondo le stime del Ministero per lo Sviluppo Economico guidato dal vicepremier Luigi Di Maio, che ha fortemente sostenuto l’iniziativa. Il progetto è stato nominato Via della Seta, con nostalgico riferimento a quello che, per qualche centinaio di anni, è stato il corridoio prediletto per gli scambi di merci e cultura tra Oriente e Occidente. Ma il nome ufficiale è Belt and Road Initiative che abbreviato diventa Bri.
L’Italia è stata il primo paese del G7 a sottoscrivere l’accordo con la Cina (già ieri seguita dalla Francia e, nei prossimi giorni, dalla Germania) mettendo sul piatto molto Made in Italy e l’attrattiva turistica. Il presidente cinese Xi Jinping, in visita nel nostro Paese da giovedì a domenica, ha portato la risposta di Pechino, basata su quelli che sono i punti forti (almeno potenziali) del mercato cinese: principalmente fiumi di denaro e flotte di turisti (ma attenzione, anche tanta tecnologia). Cosa c’entrano allora, gli eSports?
Qualche connessione esiste. Certo, per ora si tratta solo di suggestioni, ma alcune premesse fanno pensare che potrebbe anche nascere qualcosa di concreto, se non altro sotto il profilo di nuovi investimenti dato che gli elementi per farlo ci sono tutti. Tra le 29 intese sottoscritte infatti figurano, ad esempio, iniziative per lo sviluppo dell’ecommerce (settore nel quale l’Italia ha solo da imparare, evitando magari di farsi colonizzare) e a favore delle start up.
Soprattutto su quest’ultimo fronte, quello dello sviluppo industriale, gli accordi prevedono un lavoro congiunto tra le eccellenze italiane e quelle cinesi in ambito scientifico e tecnologico, la promozione dei cluster industriali e investimenti in venture capital per agevolare lo sviluppo di nuove imprese. Considerando l’importanza degli eSports in Cina, l’attenzione di colossi come Tencent e Alibaba attivi a livello globale, e la crescita importante che sta registrando il gioco competitivo nel nostro Paese, qualche sviluppo in questa direzione è non solo possibile, ma anche probabile.
E poi c’è tutta la questione relativa al 5G, accantonata in questa occasione (anche perché per l’Unione europea questo è un nervo scoperto: chi controlla le telecomunicazioni può influenza anche economia, politica e società…), ma probabilmente all’ordine del giorno del prossimo incontro Italia – Cina, in programma a fine aprile a Pechino. L’Italia ha l’esigenza di rimodernare la rete di comunicazione restando al passo coi tempi, adeguandosi il prima possibile alle trasmissioni di quinta generazione, se vuole stare in linea con il resto del mondo. Già nel corso del 2019 è previsto l’avvio dei primi progetti pilota (a Milano, Bari, L’Aquila, Prato, Matera e, forse, anche a Roma e Torino), con copertura totale dello Stivale attesa per il 2022. La cinese Huawei ha le antenne puntate a Occidente: sta già operando nel Principato di Monaco, primo paese dell’area europea a copertura totale 5G. Non è un caso che ieri, chiusa la visita in Italia, Xi Jinping sia volato a Montecarlo prima di incontrare la Francia e la Germania.
Il 5G è infatti una grande rivoluzione, anche a livello economico. Le stime degli economisti parlano di un impatto economico globale del 5G (in termini di nuovi beni e servizi) pari a 12 trilioni di dollari entro il 2035. Smart home, smart city, ma anche medicina e intrattenimento sono gli ambiti che attendono la rivoluzione 5G, che garantirà, tra il resto, la gestione di un milione di dispositivi per chilometro quadrato, riduzione della latenza (quasi pari a zero) e via libera alla fantasia nell’uso di realtà virtuale e aumentata. E sono proprio questi elementi, concretamente legati anche al mondo eSports, che ci fanno pensare che sulla Via della Seta potrebbe correre anche il gioco competitivo italiano.