Marvel Rivals è qui nella sua versione definitiva. Con 33 eroi unici disponibili gratuitamente per tutti i giocatori, lo sparatutto in terza persona targato NetEase è uno dei più generosi sul mercato free to play. I personaggi, poi, non hanno bisogno di presentazioni perché sono i protagonisti di quello che è stato uno dei franchise cinematografici più popolari di sempre. Da Iron Man a Hulk, Da Captain America a Spider Man, i volti più conosciuti dell’universo Marvel sono pronti a darsi battaglia.
Dopo una settimana in compagnia sia delle partite non classificate sia competitive, siamo pronti a emettere il nostro verdetto su Marvel Rivals tenendo in considerazione anche il suo potenziale esportivo. Ci sono diverse cose che il gioco fa bene ma anche diversi aspetti che potrebbero non piacere a chi, oltre al divertimento, cerca anche l’originalità. É inutile girare attorno al fatto che questo gioco, prima di diventare uno sparatutto Marvel, era la versione mobile di Overwatch e da questa ha preso davvero tante cose.
Dal design delle modalità a quello delle mappe ma, soprattutto, a quello degli eroi, le similitudini sono diverse. Prendiamo Capitan America: il suo kit è identico a quello di Brigitte, la curatrice con scudo e mazza dello sparatutto Blizzard, fatta eccezione per un aumento della velocità nel corso dell’ultimate. Venom, poi, è identico a Wreckingball tra dondolii e scudi adattivi e Scarlet Witch è una Moira che non cura con la possibilità di smaterializzarsi di Reaper. Tutto questo per dire che i fan dello sparatutto Blizzard potrebbero venire infastiditi dalle moltissime similitudini tra i due giochi. D’altra parte, chi conosce le dinamiche di Overwatch parte con un vantaggio competitivo non indifferente su Rivals perché i flussi di gioco e le interazioni tra i tre ruoli (tank, dps e supporto) sono esattamente le stesse.
Il pubblico target di questo gioco, però, non sono i fan di Overwatch. Sì, Rivals ruberà qualche migliaio di avidi appassionati e persino qualche proplayer alla scena dello sparatutto Blizzard, ma chi è interessato al gioco e lo segue da più di otto anni non perderà interesse nella proprietà intellettuale che ama (nonostante i suoi difetti) perché un imitatore arriva sulla scena. Marvel Rivals vuole usare la formula di gameplay da Game of the Year del primo Overwatch per conquistare una nuova generazione di videogiocatori stanchi di come il resto dell’industria stia triturando il genere degli hero shooter.
Chi approccia il titolo NetEase senza conoscere Overwatch, infatti, si ritrova tra le mani un enorme roster di personaggi che funzionano senza se e senza ma. Giocandolo c’è qualche eroe che fa meglio, come Winter Soldier o Moon Knght, ma non si ha mai l’impressione che ci siano supereroi che non vale la pena giocare. La magia del primo Overwatch era proprio questa: non importva quale personaggio sceglievi, in quasi ogni partita ti divertivi. Oggi come allora una squadra senza almeno un eroe di supporto non va molto lontano ma questa è una lezione che si impara in fretta.
Giocare a Marvel Rivals è prima di tutto divertente. Le linee di dialogo (anche se sono poche) ripropongono molto bene le atmosfere di questo multiverso e l’adattamento dei personaggi da protagonisti di film e fumetti a eroi di uno sparatutto è riuscito. Jeff the Land Shark, poi, è uno dei personaggi più adorabili e facili da usare della storia del genere e gli sviluppatori meritano dei dovuti complimenti per quanto è intuitivo e approcciabile per chi comincia. Questo personaggio, poi, è anche uno dei guaritori più forti del roster di lancio.
Marvel Rivals è gratis, senza microtransazioni predatorie (c’è il classico shop con skin e battlepass), con un buon design degli eroi e con un matchmaking regolato abbastanza bene, il suo unico peccato è essere poco originale, nonostante il passaggio in terza persona. Chi non ha mai toccato Overwatch, però, non se ne accorgerà nemmeno. I numeri sono già da capogiro con un picco di mezzo milione di giocatori contemporanei solo su Steam: i numeri delle altre piattaforme non li conosciamo, ma quando arriverà il rilascio su mobile li vedremo certamente esplodere.
Il potenziale per un ecosistema competitivo di successo c’è, soprattutto in Cina da dove viene il gioco e dove tanti pro di Overwatch sono rimasti senza lavoro dopo la fine dell’accordo tra NetEase e Blizzard che fa da origin story a questo sparatutto. Il nostro consiglio, se vi piace il genere e la proprietà intellettuale, è di dargli una possibilità perché il divertimento c’è. Solo voi potrete decidere, dopo qualche ora, se tornare all’originale o se questa iterazione in salsa Marvel è il ritorno alle origini che Overwatch promette da anni e non è ancora riuscito a materializzare.