La community italiana di Lol si appella a Riot Games

La lettera dell’Iniziativa Popolare Esports ha raccolto l’umore della community italiana di Lol che ha chiesto conto a Riot Games.

L’ultima, almeno in ordine di tempo, uscita di scena di una potenza competitiva come quella dei Macko (sostituiti dagli Anc Legends) ha acceso nuovamente i riflettori sulla gestione del campionato nazionale di League of Legends con la community italiana che ha cercato di chiederne conto a Riot Games. Secondo l’Iniziativa Popolare Esports, un “movimento esport nato dalla community per la community”, come si autodefinisce, Pg Esports non è stata all’altezza del compito richiesto con un progressivo ma inesorabile e lento decrescendo della scena competitiva italiana.

Il sondaggio di Ipe

L’Iniziativa Popolare Esports ha condotto un sondaggio tra oltre 100 adetti ai lavori della scena competitiva italiana di League of Legends sullo “stato attuale dell’esports in Italia”, come si legge sul post social pubblicato su X. Il quadro generale dipinto dai risultati del sondaggio è tutt’altro che roseo, anzi, violaceo a giudicare dal colore scelto per esprimere il parere “Assolutamente no” come grado di soddisfazione alle varie domande richieste. 

A essere puniti sono soprattutto le scelte social, figlie di una gestione quantomeno inadatta del biennio 2023-2024, con oltre il 90% dei rispondenti che si è espresso per il no; così come l’oltre 92% che ha risposto negativamente alla comunicazione del tournament organizer nei confronti della community italiana di riferimento. Il sondaggio si chiude però con una speranza: più della metà ha fiducia nelle capacità di Pg Esports di “ristabilire le condizioni necessarie per una competizione valida, prestigiosa e coinvolgente” a patto che si avviino dei cambi drastici nel modo di operare.

Cosa si chiede a Riot Games

Nel corso della trasmissione Studio League del 31 marzo 2025, Andrea “Clockwork” Barresi, uno dei firmatari dell’iniziativa Ipe, ha spiegato che il movimento ha deciso di scavalcare Pg Esports rivolgendosi direttamente a Riot Games. “Nel corso degli anni abbiamo parlato più volte con Pg Esports ma nulla è cambiato e non sembra aver ascoltato davvero la community italiana”. Secondo la lettera pubblicata su X, “il motivo di questo reclamo collettivo è lo stato, a nostro avviso tragico, in cui si trova il panorama esportivo italiano”. E ancora: “Il prestigio della lega è stato irrimediabilmente compromesso e, sia tra i fan che tra chi partecipa a Lit, la fiducia nell’operato di Pg Esports rasenta lo zero”.

Secondo Ipe “il direttivo di Pg Esports non ha alcun interesse a migliorare le condizioni dell’ecosistema”, portando così alla decisione di rivolgersi direttamente a Riot Games. Ma cosa chiede la lettera? Ecco i punti elencati:

  • controllare periodicamente il To per garantire un benchmark minimo di qualità
  • assumere più caster e fornire loro imezzi per creare interesse nella lega
  • maggiore presenza di eventi dal vivo per coinvolgere la community
  • comunicare adeguatamente attraverso le piattaforme social con contenuti mirati a promuovere la competizione e i suoi protagonisti
  • coinvolgere figure di spicco della community italiana e talent facenti parte delle squadre partecipanti
  • comunicare chiaramente e regolarmente con la community riguardo la direzione della competizione, ad esempio aggiornando il sito web
  • comunicare chiaramente e regolarmente con le squadre partecipanti, onde evitare le improvvise rotture verificatesi più volte in passato
  • creare degli incentivi necessari per rendere la competizione equilibrata e avvincente

Cambio di tournament organizer?

La lettera dell’Ipe si conclude con un appello a Riot Games nel considerare anche la possibilità, in caso Pg Esports non fosse più in grado di garantire degli standard qualitativi, di sollevare l’attuale tournament organizer dall’incarico a partire dalla stagione competitiva 2026, assegnando la licenza dell’Erl italiana (dal 2018 ininterrottamente in mano a Pge) a un’altra azienda, come già accaduto anche nell’ultimo anno in Turchia, Benelux, Polonia e Grecia.

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