“Sea Hero Quest”, quando un videogame aiuta la ricerca sull’Alzheimer

Un videogioco per la diagnosi precoce dei sintomi del morbo di Alzheimer. Si chiama “Sea Hero Quest” ed è stato sviluppato dallo studio Glitchers in collaborazione con Deutsche Telekom ed alcune università europee. Disponibile gratuitamente per Oculus Go e Oculus Gear VR, i visori per la realtà virtuale di Facebook, Sea Hero Quest sta dando un notevole contributo agli studi sulla demenza e sull’Alzheimer: è stato scaricato e giocato da oltre 4,3 milioni di persone, creando lo studio più grande della storia su questa malattia.

Il funzionamento è semplice. Il giocatore deve muoversi con una nave all’interno di una mappa. All’inizio della partita, gli vengono mostrati il percorso e una serie di checkpoint, poi l’utente dovrà affrontare il viaggio basandosi esclusivamente sulla sua memoria. Analizzando i risultati raccolti, i ricercatori possono studiare i primi sintomi di demenza e morbo di Alzheimer, tra cui c’è la perdita dell’orientamento, il quale è fondamentale nel gioco per portare a termine la partita.

“Giocando a Sea Hero Quest per soli due minuti si genera una quantità di dati che gli scienziati raccoglierebbero in 5 ore di ricerca di laboratorio. Il tempo di gioco totale di Sea Hero Quest è stato di 117 ore, che equivalgono a 17.600 anni di ricerca sulla demenza.

In base ai dati raccolti, i primi risultati dimostrano che le capacità di orientamento nello spazio iniziano a declinare a partire dai 19 anni e che esistono differenze fondamentali nelle strategie di orientamento adottate da uomini e donne – scrivono in una prima analisi i responsabili del progetto, che sottolineano -: uno dei primi sintomi della demenza è la perdita della capacità di orientamento. L’app mobile di Sea Hero Quest ha fornito una quantità di dati tale da consentirci di creare il primo punto di riferimento al mondo sull’orientamento dell’uomo nello spazio.

La natura intuitiva della versione in realtà virtuale di Sea Hero Quest ci consente di tenere traccia delle reazioni più dettagliate e delle minime sfumature, come il movimento oculare, oltre che di riprodurre esperimenti di laboratorio incredibilmente attendibili, impossibili da realizzare in un’app mobile, come il Morris Water Maze”.

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