Una ricerca condotta su 310 adolescenti da parte del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, dimostra che gli adolescenti che praticano sport con regolarità e in modo intensivo sono più abili a mantenere l’attenzione per un tempo prolungato rispetto a chi non pratica sport, mentre i videogiocatori d’azione sono meno abili dei videogiocatori non di azione.
I ricercatori hanno provato la relazione tra pratica sportiva e l’uso di videogiochi action intervistando un campione di 310 adolescenti, valutando in modo dettagliato la capacità di mantenere l’attenzione per un periodo prolungato di tempo in un sottogruppo di ragazzi, variabilmente coinvolti nella pratica sportiva e nei videogiochi di azione.
Ne è risultato che i videogiocatori di azione hanno una ridotta capacità di attenzione sostenuta rispetto ai videogiocatori non di azione e che invece lo sport è lo strumento più efficace di potenziamento dell’attenzione.
“Questo studio – ha commentato Luisa Girelli, docente di Neuropsicologia dello sviluppo di Milano-Bicoccae coautrice dello studio – ha messo per la prima volta a diretto confronto lo sport e i videogiochi come strumenti di potenziamento dell’attenzione. I risultati mostrano i benefici della pratica sportiva sulla capacità d’attenzione prolungata degli adolescenti e il costo dei videogiochi action sulla stessa abilità. Questi risultati suggeriscono come la tutela della pratica sportiva in adolescenza possa promuovere lo sviluppo di abilità cognitive trasversali rilevanti in moltissime attività quotidiane e cruciali per il successo scolastico”.
Per chi volesse approfondire la tematica ecco il link al quale reperire lo studio, che risale al 2018, nella sua versione integrale pubblicata sul Quarterly Journal of Experimental
Psychology: https://journals.sagepub.com/doi/pdf/10.1177/1747021820908499