Un bel momento di calcio (virtuale), una nuova forma di intrattenimento e un modo per svagarsi in un lungo periodo di quarantena che tutta l’Italia sta vivendo.
Lunedì scorso, giorno di Pasquetta, su Sky Sport è andato in onda il primo esperimento di partita Pro Club in diretta televisiva. Ventidue giocatori, ed ex, della massima serie italiana si sono dati battaglia per vincere la competizione organizzata a scopo benefico. I fondi raccolti durante lo show, infatti, saranno destinati alla Protezione Civile.
Studio televisivo delle grandi occasioni, collegamento contemporaneo con tutti i protagonisti del match, l’evento ha avuto una bella riuscita, tra sfottò e frecciatine tra rivali in campo e amici fuori dal rettangolo di gioco. E così Alessandro Florenzi ha guidato il team Blu, mentre Ciro Immobile quello Bianco in tre match pieni di ironia e divertimento. Non sono mancati i più concentrati o i più tecnici, con discussioni e strategie pre-partita.
La vittoria finale è andata alla squadra di Ciro Immobile, che si è confermato bomber di razza anche nel calcio virtuale mettendo a segno quattro delle 12 reti totali siglate dalla sua formazione.
E’ stato dunque un bell’esperimento per “sdoganare”, se mai ce ne fosse bisogno, il mondo degli esports anche sul cosiddetto “mainstream”. Qualche pecca, però, resta ancora. Qualche piccolo particolare da sistemare per rendere lo show omogeneo e di livello qualitativo impeccabile.
Gli incontri e il prepartita, infatti, sono stati trasmessi non solo sul canale satellitare, ma anche sul canale Twitch dei Mkers, letteralmente inondato dai messaggi dei follower, non sempre “politically correct”, per così dire. Ma non solo. Senza nulla togliere alla competenza tecnica dei commentatori messi in campo, l’approccio verso lo show è stato fin troppo “casalingo”, così come se ne vedono tanti sui canali Twtich. Questa volta, però, sarebbe stata l’occasione per fare un piccolo salto in avanti. La telecronaca dei caster non è stata all’altezza di Sky – e sarebbe comunque stato difficile farlo – ma non ha neanche provato ad esserlo.