Akimbot

Akimbot è un monumento a un genere dimenticato, quello dei film come Rush Hour, che ha avuto in Ratchet and Clank la sua massima espressione videoludica.

Akimbot è una specie rara al giorno d’oggi ma che fortunatamente, nel panorama della cultura pop odierna, non è da sola. Il successo di Deadpool e Wolverine ha dimostrato alle case di produzione che il genere dei film buddy cop (in cui due personalità forti sono in attrito ma collaborano per raggiungere un obiettivo comune) è ancora gettonato. Akimbot vuole fare la stessa cosa per i videogiochi ripercorrendo i leggendari passi di Ratchet and Clank.

Akimbot

La storia di questo gioco non potrebbe essere più classica di così: in un universo popolato da androidi, due robot riescono a evadere di prigione diventando improbabili partner per scappare alle grinfie del criminale Roboglioni, ma finiscono per ritrovarsi nel bel mezzo di una guerra planetaria scatenata da uno scienziato robotico pazzo (suona familiare?) che vuole impadronirsi di un misterioso dispositivo per il viaggio nel tempo.

Non chiedete a questo titolo la profondità narrativa di un’opera di Quantic Dream perché non potrà darvela, quello che può fare, invece, è usare la sua storia per portarvi in un tour dei diversi pianeti di questa galassia nel tentativo di sconfiggere il pericoloso scienziato pazzo. Le ambientazioni, caratteristiche e divertenti da esplorare, non sono originalissime, ma fanno da piacevole sfondo alle prese in giro, alle litigate e alle discussioni dei due personaggi: Exe e Shipset.

Akimbot

Il primo è il mercenario hacker controllato dal giocatore, il secondo è la spalla comica esagerata che dovrebbe dare una mano, ma finisce per dare solo fastidio. La dinamica tra i due è la spina dorsale del gioco quindi, se non vi piace questo umorismo spiccatamente americano, forse è meglio evitarlo. All’atto pratico Akimbot prende a piene mani da Ratchet and Clank e si presenta come un action platformer in cui riempire i nemici di proiettili.

Le armi di questo gioco non hanno munizioni ma si sovraccaricano sparando e ad ogni shop potrete scegliere uno di quattro strumenti di morte speciali da usare come una sorta di ultimate quando avrete sconfitto abbastanza nemici. La varietà in fatto di armamenti non è nemmeno paragonabile a quella di Ratchet and Clank ma il divertimento si avvicina molto alla dinamica semplicità che offrivano i primi capitoli della serie Insomniac.

I salti non sono così semplici, i nemici fanno più danni di quello che ci si aspetta e i boss richiedono qualche tentativo prima di essere abbattuti. L’avventura non è troppo lunga, resta godibile senza diventare ripetitiva e narrativamente riesce persino a dare qualche soddisfazione. Se vi piacciono gli spunti che lo hanno ispirato, allora Akimbot riuscirà a farvi divertire perché si posiziona a metà tra la citazione e l’omaggio, riuscendo anche a dire qualcosina di nuovo.