America Sniper 3D Assassin perde la sua missione “Breaking news”. Il tam tam mediatico scatenato da un tweet di un giornalista americano indignato si è concluso con l’uscita dal commercio della missione del videogioco per smartphone, nella quale al giocatore viene chiesto di sparare e uccidere un giornalista.
Ecco la spiegazione di Michael Mac-Vicar, Cto di Tfg, secondo quanto riportato dall’Agi: “Il nostro è un gioco di finzione destinato a un pubblico adulto. Nella nostra azienda lavoriamo per creare giochi che offrano divertimento e intrattenimento agli utenti di tutto il mondo. Per questo prendiamo molto seriamente il feedback dei nostri giocatori e, dopo aver ascoltato la nostra community, abbiamo deciso di rimuovere la missione dal gioco”.
A fare scalpore soprattutto le frasi sarcastiche di accompagnamento, del tipo: “Questa è una storia da prima pagina!”, frase che appare sul cadavere del giornalista; oppure “Rendilo famoso in maniera diversa”; o ancora “Missione compiuta – questa è una storia di copertura”. E anche la rappresentazione del giornalista come un corruttore di pubblico ufficiale (che gli consegna una valigetta piena di documenti riservati). In fondo nel gioco, lui è un “cattivo” come un altro.
Chi ha protestato per la scelta degli sviluppatori del videogioco probabilmente lo ha fatto con chi vede l’occhio di un nipote che spara a un collega, seppur in maniera virtuale. E magari il pensiero di Lil Uzi Hurt è andato ai tanti giornalisti minacciati, rapiti, incarcerati o uccisi per difendere la libertà di stampa nel mondo. Uno zelo però che va a inserirsi nella solita diatriba sul collegamento violenza-videogiochi: una persona diventa terrorista perchè gioca a Fortnite? Inizia a odiare i giornalisti perchè spara al corrotto su America Sniper? Il dibattito è come sempre aperto. Ma la vera domanda è: il nipote di Hurt che smanetta sull’IPad con America Sniper quanti anni ha? Perchè il videogioco è vietato ai minori di anni 18….