Ubisoft è tornata alle origini della saga tanto nel game design quanto nella narrativa e non potremmo esserne più felici.
Quando lo abbiamo intervistato più di un anno fa, Marc-Alexis Côté, executive producer del franchise di Assassins Creed, ci ha detto che Assassin’s Creed Mirage sarebbe stato un capitolo di raccordo per la saga, un ritorno alle origini in scala ridotta per dare ai fan quello che vogliono e sperimentare il ritorno a un formato videoludico del passato. Il tutto mantenendo in vita la linea di grandi titoli RPG come Odissey e Valhalla con Assassin’s Creed Red, il prossimo videogioco del franchise che sarà ambientato nel Giappone Feudale.
Dopo aver passato 25 ore insieme ad Assassin’s Creed Mirage, non possiamo che augurarci la sopravvivenza anche di questo formato perché è tutto quello che potevamo chiedere a un titolo di questo storico franchise. Una grande metropoli del passato (con un po’ di campagne intorno), cinque cattivoni da assassinare con missioni stratificate e rifinite, e un protagonista che da ladro di strada si trasforma in maestro assassino. Tutte le tessere che compongono il puzzle dell’Assassin’s Creed perfetto ci sono e si incastrano davvero bene.
In Assassin’s Creed Mirage vestirete i panni di Basim Ibn Ishaq, quello che all’apparenza è un comune ladruncolo ma che, dopo una missione per gli Occulti (il nome originale degli Assassini) viene reclutato nella setta e portato ad Alamut per essere addestrato. Nella storica fortezza impara a combattere e a mimetizzarsi e, nonappena il suo addestramento si conclude, viene mandato a Baghdad per fermare i piani dell’Ordine degli Antichi, i Templari.
In pura tradizione Ubisoftiana, la Baghdad di Assassin’s Creed Mirage è quella del suo periodo d’oro, ovvero durante il Caliifato Abbaside. In quei secoli la città è diventata una delle più popolose del mondo antico con una fiorente comunità artistica e scientifica con cui interagirete spesso perché è parte integrante del tessuto della società. Incontrerete i Leonardo Da Vinci dell’epoca, i fratelli Banū Musa, poeti i cui scritti sono arrivati fino a noi e il grande leader della rivolta degli Zanj, Ali Ibn Muhammad. Queste sono tutte figure storiche realmente esistite e il loro intrecciarsi nel conflitto tra Assassini e Templari è da sempre uno dei punti di forza di questa saga.
Aiutando una grande rivolta degli schiavi metterete i bastoni tra le ruote ai Templari e andrete alla ricerca di un altro mistero legato alle Isu, le divinità antropomorfe che hanno abitato la terra prima di noi. La storia è delle più classiche quindi aspettatevi investigazioni, esplorazioni, spionaggio e pedinamenti per localizzare i bersagli e farli uscire allo scoperto. Dove Assassin’s Creed Mirage vi farà sentire a casa (se come noi sentite la mancanza dei primi capitoli della serie) è, soprattutto, nella progressione e nell’esplorazione.
Le armi a disposizione di Basim sono un pugnale e una spada oltre all’iconica lama celata. In fatto di gadget ci sono i coltelli da lancio, le bombe fumogene, la cerbottana per avvelenare i nemici e delle trappole stordenti. Si sbloccano al progredire della storia principale così come i punti abilità necessari a ottenere i potenziamenti passivi disponibili in tre alberi delle abilità da non più di 8 voci ciascuno. C’è l’essenziale e siamo felici così perché dopo le mappe enormi, le tonnellate di equipaggiamento e materiali e la confusione dei capitoli precedenti, avere un’esperienza di Assassin’s Creed completamente distillata è una benedizione.
Il parkour, poi, fa il suo ritorno in grande stile grazie a un ambiente cittadino disegnato per essere esplorabile in verticale e in orizzontale. Lo stealth è quello di sempre e il combattimento è fatto di attacchi leggeri, attacchi pesanti, schivate e parate. Gli sviluppatori hanno definito Basim un “cannone di vetro” che fa molti danni ma muore facilmente e possiamo confermare questa descrizione. Non volete mai affrontare più di due o tre nemici alla volta perché, semplicemente, non riuscirete a parare tutti gli attacchi. Al contrario dei primi capitoli della saga, infatti, i nemici vi colpiranno tutti insieme al posto di aspettare pazientemente il loro turno. Se eseguirete una parata perfetta, poi, potrete eliminare in un colpo solo i nemici normali, non quelli corazzati.
Ad Assassin’s Creed Mirage manca solo il profumo delle strade di Baghdad per completare il processo di immersione totale nei panni di un assassino che da novizio diventa maestro. Ubisoft ha capito esattamente quello di cui i fan avevano bisogno e ce lo ha dato in un raro aggiustamento di rotta che non si vede spesso nel mondo dei videogiochi. Ora non possiamo che augurarci che la saga mantenga vivi entrambi i formati, grandi RPG come Valhalla ed esperienze cittadine concentrate come Mirage, per dare ad ogni appassionato l’avventura nel passato di cui è alla ricerca. Se amate Assassin’s Creed non potete non giocare a Mirage: è tutto quello che avete sempre sognato.