Dopo rinvii multipli, speculazioni e ipotesi stravaganti, siamo finalmente riusciti a provare per quattro ore Assassin’s Creed Shadows, il nuovo capitolo della saga su cui Ubisoft ha puntato il tutto per tutto. Senza dilungarci troppo, possiamo dirvi che le nostre prime impressioni sono state davvero positive: quasi tutto quello di cui eravamo alla ricerca (e anche un paio di cose che non volevamo vedere) c’è, ed è fatto bene.
Le premesse storiche sono interessanti e cariche di significato, l’ambientazione è davvero curata, dagli alberi ai templi Shinto, e il combattimento di ciascuno protagonisti, Yasuke e Naoe, ha un’identità molto specifica e ben caratterizzata. Giocare come grande e grosso samurai pone una grossa enfasi sul combattimento all’arma bianca, sui colpi caricati e sulle parate perfette: sarebbe irrealistico cercare di passare inosservati nei panni di un uomo alto quasi due metri in armatura.
Lo stealth di questo franchise è nelle mani di Naoe, una ninja che si arrampica, assassina (è solo lei ad avere la lama celata) e può contare su tutta la suite di parkure che ha reso famoso Assassin’s Creed. Nella porzione iniziale del gioco che abbiamo provato l’arsenale a nostra disposizione era piuttosto limitato, anche così, però, siamo riusciti a infiltrarci in una base nemica e a completare il nostro obiettivo senza far suonare l’allarme.
Dal punto di vista del flusso di gioco, sarete felici di sapere che non c’è da aspettarsi alcuna rivoluzione in Shadows: l’open world è quello che ricordate, la trama segue una struttura molto familiare (una rete di cospiratori da eliminare uno ad uno) e la progressione è presa quasi interamente da Valhalla. La struttura delle missioni, invece, si modifica un po’ riducendo il cosiddetto ‘handholding’ ovvero quell’abitudine dei giochi AAA di dire in ogni istante cosa fare al giocatore.
In questa prova abbiamo sperimentato il sistema delle vedette, degli agenti reclutabili che possono andare in esplorazione in un’area. Trovare un bersaglio in Shadows non sarà banale: dovrete raccogliere indizi e dedurre posizioni o spostamenti, usando le vedette per andare a individuare il luogo preciso in cui si trova il vostro obiettivo. Non è nulla di complesso o che mette i bastoni tra le ruote, è più una piacevole variazione sul tema per dare una rinfrescata al gameplay.
A non piacerci sono state principalmente un paio di scelte narrative un po’ forzate (un palese caso di plot armor ad esempio) e il comportamento dell’intelligenza artificiale di alcuni nemici, specialmente quando interagisce con il terreno. Se questo secondo aspetto ha ancora tempo per essere sistemato, dubitiamo che sul primo gli sviluppatori potranno farci qualcosa. Un’altra incongruenza non da poco è il funzionamento dell’archibugio di Yasuke: il tempo di ricarica è rapidissimo per un’arma dell’epoca e i danni insignificanti, avremmo preferito di gran lunga che i colpi delle armi da fuoco avessero un impatto molto maggiore e una frequenza molto minore.
Con un’ambientazione curata (che i fan aspettavano da decenni), una storia dalle potenzialità interessanti, un combattimento stratificato e abbastanza novità da tenere alta la curiosità, Assassin’s Creed Shadows non poteva presentarsi con un miglior biglietto da visita. Questo assaggio tiene alte le nostre speranze non solo nei confronti del franchise, ma anche verso una Ubisoft alla disperata ricerca di una vittoria: la compagnia riparta dalle scelte azzeccate di questo titolo per tornare a produrre esperienze che ai giocatori interessano davvero.