Astro Bot: la recensione di un grande platformer

Astro Bot è un grandioso platform vecchio stile creativo e bello da vedere ma che non lascia moltissimo una volta messo giù il Dual Sense.

Astro Bot è la mascot di PlayStation e il suo gioco non è solo una celebrazione dell’hardware fatto da Sony (la console e il controller) ma anche di tutti i mondi videoludici che compongono l’universo di questo storico produttore giapponese. Team Asobi ha regalato un’avventura indimenticabile a questo iconico personaggio, tanto cinematografica quanto videoludicamente interessante, eppure, una volta finiti i tanti e unici livelli che il gioco ha da offrire, ci siamo sentiti come se mancasse qualcosa.

Astro Bot

Astro Bot è prima di tutto un’esperienza senza tempo: il suo design di meccaniche, livelli, nemici e interazioni non è né nuovo né vecchio e soprattutto non invecchierà. Questo perché il modo in cui il robottino interagisce con gli ambienti, progredisce nel suo viaggio e modifica l’esperienza di gioco può stupire tanto chi ha giocato ad ogni platformer mai fatto, quanto un bambino di 5 anni alla sua prima esperienza.

I livelli attraverso cui catturare i molti bot dispersi (dopo che un alieno cattivo ha colpito l’astronave a forma di PS5 di Astro Bot) sono il perfetto mix tra sfida e ingenuità, tra ingegnosità e narrazione visiva, in un’opera che si ispira, omaggia e per certi versi sfida i colossi del genere della Nintendo, da Mario 64 a Wonder. Ci sono abilità speciali uniche di alcuni livelli, nemici nuovi ad ogni angolo, modi intuitivi di usare lo scenario, livelli musicali, modi creativi di usare il Dual Sense e chi più ne ha più ne metta.

Astro Bot

Dal punto di vista della meraviglia che un videogioco dovrebbe suscitare in chi lo prova, Astro Bot fa un lavoro eccelso perché continua a stupire offrendo sfide semplici e nuovi modi di concepire il familiare. I completisti, poi, potranno platinarlo in neanche 15 ore.

Solo una cosa ci ha lasciato perplessi su questo gioco: non ci ha lasciato molto una volta finito. Se The Last of Us ti lascia dentro un vuoto incolmabile, Helldivers 2 uno spirito di avventura incontenibile e Ghost of Tsushima il desiderio di non lasciare mai più il Giappone feudale, Astro Bot, dopo averti fatti divertire e ridere, non lascia chi lo ha con qualcosa da portarsi con sé come solo i grandi videogiochi sanno fare.

Astro Bot

La risposta che ci siamo dati del perché è semplice: non è la sua missione. Astro Bot è una festa per le proprietà intellettuali PlayStation, per l’hardware di Sony, per i fan di questo ecosistema (in un momento anche piuttosto buio) e per chi crede ancora che nella semplicità possano ancora nascondersi miniere inesauribili di divertimento.

Astro Bot è un gentile promemoria che prendiamo in mano i controller, le tastiere, i mouse, i fight stick e qualunque altra periferica per divertirci. In un momento come questo in cui i videogiochi sono cultura e quindi fronte e frontiera del dibattito sulla nostra società, Astro Bot è come una gita a Gardaland a metà settimana: l’avventura senza pensieri piena di gioia genuina che ci ricorda perché amiamo i videogiochi.

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