Il tema dell’integrità nelle competizioni esportive ha sempre rappresentato un nodo centrale nello sviluppo degli sport elettronici e delle scommesse su questi eventi: ma ora si accendono i riflettori internazionali, in seguito al boom registrato durante il periodo del lockdown dovuto alla pandemia da coronavirus. Al punto che in America e, in particolare, negli stati in cui le scommesse sportive rappresentano ormai il pane quotidiano, come il Nevada, diventa un tema centrale. Vi presentiamo, di seguito, un’analisi approfondita di quanto accade, attualmente, in Italia e nel mondo.
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Mentre lo Stato di Las Vegas continua ad approvare le scommesse sugli eventi di esport (dopo quelle sulle corse virtuali di eNascar, sono state autorizzare le puntate anche su League of Legends, Dota 2, Overwatch, Call of Duty League e diverse competizioni di Counter-Strike: Global Offensive) esiste ancora una particolare incertezza nell’approccio a questa tipologia di eventi in chiave betting, con le maggiori preoccupazioni che ruotano attorno al rischio di partite truccate e del cosiddetto problema del “matchfixing”, su eventi dove bookmaker accettano anche qualche migliaio di dollari come importo massimo di puntata. Un tema evidenziato anche dal presidente della Global Lottery Monitoring Systema, Ludovico Calvi, intervenendo nel Digital Panel di GiocoNews.it dedicato al gaming ai tempi del coronavirus.
Tuttavia, il settore ha migliorato le sue capacità di monitorare le scommesse sospette tramite la Commissione per l’integrità degli sport (Esic), man mano che la “professione” del giocatore di esport si è diffusa nel tempo e nel mondo.
Il boom delle scommesse esports
Nelle scorse settimane, dicevamo, il Nevada Gaming Control Board (Gcb) ha approvato le scommesse su quattro diverse serie di esports, aumentando le opzioni di scommesse durante la loro progressiva crescita sui giochi competitivi. L’aggiunta di opzioni di scommessa diventa ora di fondamentale importanza per i casinò locali, visto che le sale da gioco sono state chiuse a causa della pandemia di coronavirus, che ha anche costretto i principali eventi sportivi a chiudere in tutto il mondo. Gli esports, con un pubblico in costante crescita, in particolare nella fascia demografica di età 18-34 anni, offrono un’alternativa allettante, ma i casinò stanno procedendo comunque con la cautela. Una recente ricerca dell’agenzia mondiale di ricerca per i consumatori 2CV e della ricercatrice di mercato ProdegeMR ha rivelato che le entrate del gioco d’azzardo sugli esports dovrebbero raddoppiare, passando da 7 miliardi di dollari del 2019 a 14 miliardi in tutto il mondo nel 2020 poiché i giocatori d’azzardo cercano nuove alternative per scommettere durante l’arresto degli eventi sportivi a causa del Covid-19.
L’incertezza dei bookmaker
Se la crescita dell’interesse per le scommesse sugli esport a Las Vegas conosce quindi un freno non soltanto per via del processo di approvazione richiesto per l’arricchimento dei palinsesti dei bookmaker, ma anche per l’incertezza dei casinò e delle stesse società di scommesse su quello che è ancora un campo insidioso, in cui le macchine filtrano le azioni dei giocatori prima che i risultati vengano pubblicati sullo schermo. Creando un’area di incertezza, diversa dal controllo totale e dal monitoraggio continuo che esiste dietro ad ogni sport tradizionale, come il calcio, o il tennis e così via. “Ogni stato deve approvare una tipologia di scommessa sugli esports”, ha dichiarato Seth Schorr, Ceo di Fifth Street Gaming e presidente del Downtown Grand Hotel and Casino di Las Vegas. “Nessuno può pensare di approvare tutti gli esport ovunque. Ci sarebbero imbrogli, non ci sarebbe integrità. In questo momento devi ottenere “approvazione per ogni partita, il che è piuttosto laborioso, quindi la prossima fase delle scommesse sugli esport dovrà essere quella di una diversa gestione da parte dei regolatori. Schorr ha lavorato sullo sviluppo delle scommesse sportive a Las Vegas per cinque anni. Ha lavorato con Joe Asher per portare William Hill nel Counter Strike: Global Offensive (CS: GO) di ESL nel 2017, ma gli esport non sono mai stati al centro dell’attenzione dei bookmaker, prima di oggi. Adesso, tuttavia, anche William Hill sta esaminando da vicino gli esport, anche se rimane riluttante a fare grandi scommesse. “Importo che consentiremo alle persone di scommettere sugli esport è molto inferiore rispetto a quello degli sport tradizionali”, ha affermato Asher. “Non avremmo esitazione di fronte a chi scommette un milione di dollari sul Super Bowl, mentre per gli esport, non ci avvicineremo affatto. Prendiamo quote più piccole per aiutare a difenderci da eventuali problemi di integrità dell’evento. Quando un individuo seduto a casa può determinare l’esito dell’evento, ciò limita la quantità di denaro che gli sportsbook sono disposti ad accettare”.
I rischi combine
Per capire quanto possano essere rigorosi questi limiti, Asher ha affermato che l’importo massimo che William Hill accetterebbe su una scommessa per il vincitore della ESL Pro League: Nord America in CS: GO sarebbe “qualche migliaio di dollari”. Tuttavia, alcuni bookmaker credono che anche una quantità relativamente piccola potrebbe esporre i casinò a responsabilità significative. Oltre al fatto che tale soluzione non risolve affatto il problema: chi sa come funziona il sistema degli esports potrebbe ancora aggirare le restrizioni sui limiti di scommesse, secondo Billy “Krackman” Krakomberger, un tipster sportivo professionista e fondatore di Krackwins. “Ipoteticamente, potrei scommettere 1.000 dollari su un evento, e poi tornare a scommettere altri 1.000 sullo stesso”, ha affermato l’esperto. “Se dovessi conoscere il risultato, o se so che qualcuno sta barando, posso puntare anche cinque o seimila dollari in un evento solo in uno sportbook”.
Un recente scandalo ha già riportato l’attenzione sul tema delle partite truccate. In Cina, Wang Wei Yan Xiang, un giocatore dei Rogue Warriors nella League of Legends (LoL) Pro League, è stato denunciato per un caso di alcune partite truccate. Immagini trapelate di Xiang che parlava di partite truccate in due partite di marzo in cui la squadra di Xiang ne vinse una e perse l’altra. Pochi giorni dopo la seconda partita, Riot Games, sviluppatore di League of Legends e operatore dei suoi campionati di esport, ha sospeso Xiang per due anni e multò la sua squadra di 3 milioni di RMB (425.000 dollari). Le partite truccate sono sicuramente un problema in Cina, secondo Rahul Sood, CEO e fondatore di Unikrn, una società di scommesse sugli esport sostenuta dal proprietario di Dallas Mavericks Mark Cuban, tra gli altri investitori. “Ma il match fixing non è un problema in League of Legends nel suo insieme“. Si trattava quindi di un caso isolato che ha avuto – ci auguriamo – il merito di accendere i riflettori su questo rischio, invitando non solo alla cautela, ma anche alla corsa per individuare soluzioni a tutela dell’intero ecosistema degli esports e non solo a quello delle scommesse.
E in Italia?
In Italia la situazione è in parte diversa: questo per via di una iper-collaudata rete di Intelligence che lavora, ormai da anni, dietro al mondo delle scommesse e che consente di gestire al meglio i rischi di matchfixing, tutelando quindi non soltanto i giocatori dai rischi di frodi, ma anche le società di scommesse. Grazie a un monitoraggio costante che permette un rilevamente real-time di eventuali anomalie, che consente alle autorità di reagire prontamente di conseguenza.
Tuttavia, in questo particolare momento di mancanza di eventi su cui scommesse, il fatto che siano disponibili vari eventi di esports nei palinsesti internazionali, rappresenta un’opportunità per le società di scommesse che si stanno trovando in difficoltà per tentare di riempire il vuoto nelle loro casse e questo potrebbe spingere qualche bookmaker a correre qualche rischio in più. Per questo diventa ancora più importante concentrare le attività di prevenzione e informazione sul rischio frode, oltre alla repressione. Per salvaguardare l’industria del gaming in generale e il mondo degli esports. Ricordando, peraltro, che gli sport elettronici sono anch’essi condizionati da questo periodo di emergenza e che quello che viene offerto oggi a livello di eventi è soltanto un surrogato della realtà degli esports, potendo anch’essi disputare eventi unicamente in formato online. Ben diverso dai palazzetti dello sport o dalle arene internazionali riempite di fan che assistono ai match. Ma ci vorrà del tempo, purtroppo, per tornare a quel tipo di eventi: anche per questo, dunque, è importante lavorare adesso per salvaguardare lo spettacolo, che deve continuare.
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