Bufera G2 e C9: Perkz “impossibilitato” ad andare ai Fnatic

Le due org si sarebbero accordate per impedire che il giocatore finisse ai Fnatic, creando di fatto un pericoloso precedente.

Oltre i rumor di mercato si muove anche un’altra questione, più burocratica e decisamente più spinosa. I G2 Esports e i Cloud9 un anno fa si erano accordati per il trasferimento del giocatore di League of Legends Luka “Perkz” Perkovic dai primi ai secondi per una cifra vicina ai 3 milioni di dollari, più un contratto per il giocatore da quasi 9 milioni complessivi per tre stagioni, rendendo l’operazione una delle più costose di sempre nella scena competitiva di League of Legends. Non era, tuttavia, l’intera verità.

Secondo quanto riportato il 10 novembre da Jacob Wolf su Dot Esports le due squadre avrebbero inserito nel contratto di trasferimento, senza tra l’altro il consenso del giocatore escluso da questa fase della trattativa che riguardava esclusivamente il diritto di fruizione delle sue prestazioni competitive, una clausola che avrebbe impedito ai Cloud9 di rivendere il giocatore ai Fnatic per i successivi tre anni.

 

Carlos “Ocelote” Rodriguez, Ceo, fondatore e proprietario dei G2 Esports, non ha mai pubblicamente nascosto il suo diniego, nel corso dell’ultimo anno, di trasferire il giocatore ai Fnatic, rivali storici nonché attuali per la corsa al titolo. L’idea di Carlos era ed è, intuitivamente, quella di non voler rinforzare una concorrente diretta alla vittoria del campionato con uno dei giocatori ritenuti tra i migliori della storia in Occidente, capace di vincere un titolo MSI, otto titoli continentali in Europa e uno in Nord America, finalista mondiale e due volte in Top4 ai Worlds. 

Già un anno fa i Fnatic si erano presentati alla porta dei G2 Esports chiedendo di poter intavolare una trattativa per il trasferimento del giocatore: richiesta prontamente respinta da Rodriguez e dai G2, preferendo piuttosto l’offerta economica dei Cloud9, oltre al fatto che Perkz in questo modo avrebbe giocato in un altro campionato. Carlos, conoscendo l’interesse dei Fnatic, si sarebbe pertanto tutelato da un potenziale trasferimento successivo impedendo che accadesse. Secondo il report di Wolf la direzione di gara dell’LCS, presso cui è stato depositato il contratto di trasferimento, aveva un anno fa confermato la bontà dell’operazione senza suscitare problematiche. 

REYKJAVIK, ICELAND – OCTOBER 25: Cloud9 competes at the League of Legends World Championship Quarterfinals Stage on October 25, 2021 in Reykjavik, Iceland. (Photo by Colin Young-Wolff/Riot Games)

Il problema si è ripresentato quest’anno quando i Fnatic, avendo ricevuto notizia della volontà di Perkz di lasciare di Cloud9 e di tornare in Europa, hanno iniziato a intavolare una trattativa con la squadra e il giocatore per il trasferimento, venendo contestualmente a conoscenza della clausola di limitazione. L’organizzazione britannica si sarebbe così rivolta alla direzione dell’LEC, il campionato europeo, che ha inoltrato il caso alla direzione globale di Riot Esports. Nella notte, sollecitato dall’articolo di Wolf, è arrivato immediato il responso che ha evidenziato, grazie alle investigazioni compiute nelle settimane precedenti, come “non ci siano gli estremi per punire le due organizzazioni G2 Esports e Cloud9 in quanto il regolamento non vieta espressamente clausole di questo tipo.” Aggiungendo, tuttavia, che “da questo momento in avanti tali clausole non potranno più essere utilizzate e il giocatore Luka “Perkz” Perkovic ha la facoltà di potersi liberamente trasferire in qualsiasi squadra.”

Nonostante il via libera di Riot Games, Perkz sarà a partire dal 16 novembre 2022 un giocatore dei Vitality, organizzazione che ha puntato su di lui per costruire un super team insieme a Alphari, Selfmade, Carzzy e Labrov. Giocatore e Cloud9 non avrebbero infatti alla fine trovato l’accordo economico con i Fnatic sia per quanto riguarda il trasferimento del player sia per la retribuzione richiesta dallo stesso. I Fnatic avrebbero pertanto deciso di puntare, secondo le ultime indiscrezioni, su un team composto dai nuovi entrati Wunder, Razork e Humanoid e dalla botlane formata da Upset e Hylissang.

La problematica sollevata non è affatto banale in quanto tali restrizioni al trasferimento di un giocatore rientrano di fatto nella disciplina dell’anti-trust, ovvero nelle limitazioni della libera concorrenza di un mercato. Le leggi a tal proposito variano da paese a paese ed è ovviamente complicato comprendere quali vadano applicate in base alla competenza geografica: i Cloud9 sono infatti un’organizzazione statunitense, i G2 Esports hanno base in Germania mentre i Fnatic nel Regno Unito. 

Un curioso precedente riportato da Dot Esports riguarda un caso simile accaduto nella MLB, la lega di baseball nordamericana. Negli anni ‘80 alcuni proprietari di squadre furono accusati di aver inserito delle clausole che impedivano il trasferimento di un giocatore senza il consenso della squadra che lo aveva avuto in precedenza: in sostanza se un team A aveva venduto il giocatore X al team B, il team B non avrebbe potuto rivenderlo al team C senza il consenso del team A. Un arbitrato indipendente nominato dalla stessa lega aveva dato in tutti e tre i casi contestati ragione al giocatore, condannando di fatto la clausola e costringendo gli owner a pagare 393 milioni di dollari come danno d’immagine verso i giocatori e la lega.

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