L’OIES, Osservatorio Italiano Esports, lancia il primo Centro Studi Nazionale con i dati e le statistiche più aggiornate sul mercato dei videogiochi competitivi e del gaming. E’ una novità dalle potenzialità importanti quella presentata ieri alla stampa, che va a integrare un panorama italiano degli esports che mese dopo mese sta prendendo forma. Nell’occasione abbiamo fatto una chiacchierata con Luigi Caputo, di Sport Digital House, che assieme a Enrico Gelfi (rispettivamente a destra e a sinistra nella foto di copertina) ha dato vita, nell’aprile scorso, all’OIES. Abbiamo ripercorso il 2020, un anno completamente anomalo, nel male e nel bene, con uno sguardo ai prossimi 12 mesi, parlando di numeri, strategie e ambizioni future.
Dunque, Luigi, come è stato il 2020, che traguardi avete raggiunto con l’OIES nei primi mesi dalla sua apertura?
“Ti dico subito che per noi l’apertura dell’Osservatorio è stato sicuramente un motivo di orgoglio. È un’idea che abbiamo partorito durante il primo lockdown, dato che come Sport Digital House eravamo fermi, abbiamo deciso di lanciarci. Vedevamo un vuoto di mercato in questo campo, e i fatti ci hanno dato ragione: i fatti sono stati il seguito di tutti gli stakeholder che hanno creduto in noi. Le aziende hanno mostrato interesse, ma anche team, agenzie, studi legali, squadre di calcio e istituzioni”.
Secondo voi qual è stato il motivo di questi risultati? Hai parlato di un vuoto da colmare, con quale strategia avete avviato l’Osservatorio?
“Nel marketing tradizionale tu parti da un’idea costituita e ci investi denaro, noi invece siamo partiti cercando da subito di adattarci, man mano che il progetto andava avanti, alle richieste e alle risposte del nostro pubblico, secondo una strategia di funnel marketing. Abbiamo verificato cosa interessava veramente ai nostri soci e al nostro pubblico, così è capitato che l’idea che avevamo inizialmente si è modificata. Non abbiamo mai avuto, e non abbiamo neanche ora, l’ambizione di rappresentare il mondo esports, il nostro obiettivo è semplicemente quello di fare conoscenza, formazione e agevolare operazioni di business. Cerchiamo di fornire al mercato le cose che mancano”.
Quali sono le esigenze principali che avete individuato?
“Ci siamo resi conto che le aziende non conoscono, e spesso non comprendono, i meccanismi degli esports, così abbiamo cercato di dare noi delle risposte. Dall’altro lato i team lamentavano di non avere possibilità di parlare con le aziende, non avendo quasi mai al loro interno delle figure commerciali, o degli esperti di marketing. L’Osservatorio è nato così, come un contenitore che consente a tutti di essere in contatto con tutti.
Ieri avete presentato l’ultima novità, il Centro studi nazionale esports, che raccoglierà tutti i dati raccolti e sviluppati con il supporto dei monitoring partner dell’OIES. Ma prima di chiederti di questa nuova avventura ti chiedo qualche numero per inquadrare meglio cosa è l’Osservatorio oggi.
“Diciamo che siamo partiti in due e ora, tra collaboratori diretti ed esterni, siamo circa una decina. Cos’è l’Osservatorio ora? Abbiamo superato i 80 membri nella ci sono oggi 9 aziende, 12 team, 6 società sportive, 30 centri media agenzie, 8 studi legali, ognuno con il suo ambito di specializzazione. Abbiamo sviluppato 6 webinar, ai quali hanno partecipato più di 500 persone. Siamo attualmente responsabili di programmi di formazione in collaborazione con la Business School del Sole 24 Ore e con RCS. Abbiamo dato vita a 71 ore di formazione, rivolte a più di 100 studenti. Ma soprattutto abbiamo avuto una grande risposta di networking, grazie al nostro lavoro abbiamo visto sviluppare numerose occasioni di business: Si sono create 10 grandi opportunità di business all’interno dell’Osservatorio dai contatti tra le varie aziende e sono arrivate 15 proposte commerciali rivolta ai vari membri. Tutto questo in appena otto mesi. Siamo riusciti a mettere in moto un vero motore di sviluppo di nuovi business. Ma anche a livello di dati siamo stati protagonisti abbiamo fornito al mercato 5 ricerche di mercato globali, 19 paper. Questo grazie a partnership fondamentali come quella con Yougov è Demoscopea”.
E si arriva all’oggi. Siete partiti subito in quarta anche nel 2021. Questo potrebbe essere un anno importante, nel quale peraltro potremmo avere anche il riconoscimento ufficiale degli esports da parte del Coni, come ci ha detto Michele Barbone qualche settimana fa. Voi cosa vi aspettate da questo 2021?
“Il riconoscimento del CONI sarebbe importante e speriamo davvero che arrivi a breve. Le aziende stanno aspettando un contesto regolamentato, non vogliono investire in un qualcosa dove non ci sono regole chiare, in un qualcosa che magari non capiscono. Il 2021 sarà l’anno del consolidamento e dell’ulteriore sviluppo del mercato. Abbiamo già nuovi ingressi, e abbiamo in cantiere anche un nuovo Format per proporre soluzioni anche ai chi cerca finanziamenti. In più vogliamo continuare ad essere il motore per la formazione e la crescita dell’industry degli esport. Dobbiamo far capire a tutti che gli sport non sono una bolla, non sono solo una moda, ma per far questo serve sempre maggiore conoscenza. Tra gli appuntamenti dell’anno riproporremo sicuramente l’Esports Legal forum, ma in un modo più strutturato, per farlo diventare un punto di riferimento per il mondo legale degli esport. Me lo immagino come una sorta di Festival del mondo legale che vuole abbracciare gli esports. L’altro Festival sarà quello del business. Vogliamo continuare ad essere un punto di incontro, magari anche fisico, se questo virus ce lo permetterà. Speriamo molto nel vaccino. E poi lavoreremo per promuovere e far crescere l’ultima novità: il Centro Studi Nazionale Esports”. 
Che si preannuncia come una realtà molto interessante. Spiegaci di cosa si tratta.
“Nell’ottica del fare formazione e far crescere il settore in Italia l’OIES tramite il Centro Studi diffonderà dati e ricerche in modo permanente e continuativo. Gli studi verranno forniti integralmente in esclusiva ai membri del suo network, e in forma convenzionata agli esterni. Nel corso del 2020 come Osservatorio abbiamo prodotto quattro ricerche di mercato sullo stato degli esports in Italia, due sulla panoramica generale del settore e sull’identificazione delle abitudini degli appassionati, una sull’ascesa degli esports durante il lockdown e un’altra sugli stakeholder del mercato con più forza mediatica. In più abbiamo fornito 12 marketing paper con approfondimenti sulle migliori case histories nazionali e internazionali e la spiegazione dei principali trend del settore. Partiamo da qui, mettendo questi dati, e tutti quelli che verranno da ora in avanti, a disposizione dell’intero movimento italiano, per accelerarne la crescita. Voglio sottolineare fin da subito che si tratta di un progetto open source e partecipativo. Enti, professionisti, studenti e chiunque abbia svolto un lavoro di ricerca su questo tema potrà candidarlo e metterlo a disposizione della community. ad oggi non esistono report che fotografano il settore in modo continuativo ed aggiornato. Il Centro Studi dell’OIES si occuperà anche di trend e aspetti di comunicazione, diventando lo strumento di conoscenza più completo a disposizione in Italia”.