Intesa tra il Cio e il Comitato Olimpico dell’Arabia Saudita per portare le prime edizioni delle Olimpiadi Esports nel Regno arabo.
Sarà l’Arabia Saudita a ospitare la prima storica edizione delle Olimpiadi Esports grazie all’accordo raggiunto tra il proprio comitato olimpico e quello internazionale, il Cio. Nonostante numerosi rumor avessero portato all’idea che sarebbe potuto essere il Giappone la sede designata, quasi in via sorprendente il Cio è uscito allo scoperto annunciando che le prime edizioni degli Olympic Esports Games si disputeranno dal 2025 in Arabia.
Arabia Saudita la prescelta dal Cio per le Olimpiadi Esports
Secondo quanto comunicato dal Cio, il Comitato Internazionale ha trovato un accordo con il Noc, il National Olympic Committee dell’Arabia Saudita per ospitare l’edizione inaugurale dei prossimi Olympic Esports Games 2025. Annunciati dal presidente del Cio Thomas Bach, il piano di realizzazione dei Giochi dedicati al gaming sarà presentato ufficialmente al 142esimo congresso internazionale del Comitato che si terrà nelle prossime settimane a Parigi in occasione dei Giochi 2024.
L’accordo avrà una durata di dodici anni per ospitare in Arabia Saudita gli Olympic Esports Games regolarmente (non è ancora del tutto chiaro se ogni quattro anni). “Siamo molto fortunati a poter lavorare con il CNO saudita sui Giochi Olimpici degli Esports, perché ha una grande – se non unica – esperienza nel campo degli esports con tutte le sue parti interessate. I Giochi Olimpici Esports trarranno grande beneficio da questa esperienza”, ha dichiarato il Presidente del CIO Thomas Bach. “Collaborando con il CNO saudita abbiamo anche garantito il rispetto dei valori olimpici, in particolare per quanto riguarda i titoli di gioco in programma, la promozione dell’uguaglianza di genere e l’impegno con il pubblico giovane, che sta abbracciando gli esports”.
La crescita e le polemiche
Nonostante l’esports sia in questo momento in crescita nel paese saudita, come dimostra anche la Esports World Cup 2024 da 60 milioni di dollari di montepremi appena iniziata da due settimane, rimane in qualsiasi collaborazione con Riyadh la questione morale da affrontare: un paese che rimane invischiato in operazioni poco chiare, irrispettoso dei diritti delle persone, delle comunità e delle categorie meno rappresentate, è un paese che difficilmente avrà l’attenzione e l’approvazione di tutti e tutte.
“Siamo una nazione giovane, con oltre 23 milioni di giocatori, che abbraccia il futuro con nuove idee e partnership. Sostenuto da Sua Altezza Reale il Principe Mohammed bin Salman bin Abdulaziz Al Saud, Principe Ereditario e Primo Ministro, il nostro Regno è diventato un hub globale per gli esports professionali. Ospitare questo evento è il risultato di un ricco passato, di un presente entusiasmante e di un futuro promettente per il settore nel Regno. Si tratta di un passo successivo naturale per i nostri giovani atleti, per il nostro Paese e per la comunità globale degli esports”, ha affermato il Principe Abdulaziz bin Turki Al Faisal, Ministro dello Sport e Presidente del Comitato Olimpico e Paralimpico dell’Arabia Saudita.
Le donne gamer
La partnership arriva in un momento di crescita significativa dello sport in generale in Arabia Saudita, ed è guidata dalla trasformazione sociale ed economica del Paese nell’ambito della Vision 2030. Dal 2018, il Regno è stato incaricato di realizzare alcuni dei più grandi eventi sportivi globali, organizzando oltre 100 eventi internazionali per atleti uomini e donne, tra cui esports, calcio, motori, tennis, equitazione e golf, attirando oltre 2,6 milioni di appassionati di sport. I livelli complessivi di partecipazione sportiva sono più che triplicati dal 2015, raggiungendo quasi il 50% della popolazione del Paese. Anche il numero di federazioni sportive è triplicato in questo periodo, passando da 32 a 98, e la Saudi Esports Federation è un esempio della crescita in corso. Ben il 67% della popolazione saudita si considera un giocatore, con un numero sempre crescente, attualmente 100, di giocatori professionisti di esports che perseguono una carriera a tempo pieno.
Lo sport femminile, in particolare, ha registrato una rapida crescita e quasi la metà dei 23 milioni di giocatori del Regno sono donne. Ci sono anche oltre 330.000 atlete registrate e quasi 40 squadre nazionali femminili che competono a livello internazionale. Anche lo sport di base è fiorente, con lo sport che fa saldamente parte del curriculum scolastico per tutte le ragazze, come dimostrano le 70.000 studentesse che ogni settimana giocano nel campionato scolastico di calcio. Oltre a praticare lo sport, le riforme dei regolamenti garantiscono una rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione di tutte le federazioni sportive, con oltre 100 donne ora nominate, tra cui sette presidenti di federazione. Inoltre, tutte le atlete e gli atleti ricevono esattamente lo stesso livello di retribuzione quando sono in servizio nazionale nel loro sport.