Abbiano provato la beta di Call of Duty Black Ops 6 e ne siamo rimasti piacevolmente colpiti nonostante una confusione iniziale non da poco.
Dopo gli inciampi dello scorso anno con Modern Warfare 3 è comprensibile approcciarsi a Call of Duty Black Ops 6 con prudenza. Noi, però, dopo aver passato un po’ di tempo in compagnia della beta del multigiocatore ci sentiamo ottimisti come non lo siamo da anni nei confronti di questo storico franchise.
La prima buona notizia è che BO6 è il CoD con il più lungo ciclo di sviluppo degli ultimi anni. Questo vuol dire tempo per mettere insieme una bella campagna, tempo per ragionare su una filosofia coerente per il multigiocatore e tempo per pensare all’esperienza complessiva non a un collage di elementi scollegati come è stato MW3.
La seconda buona notizia è che lo sviluppatore è Treyarch, questo vuol dire che il gioco è un parente stretto di Cold War, uno dei titoli meglio ricevuti degli ultimi anni. Questa casa di sviluppo, poi, non ha paura di innovare, per questo le è stata affidata da Activision la missione fondamentale di rivoluzionare il movimento.
L’Omnimovement (Movimento Assoluto in Italiano), infatti, è uno dei cambiamenti più radicali che il franchise ha ricevuto dai tempi delle serie di uccisioni selezionabili. Questo sistema permette di correre, tuffarsi a terra e soprattutto scivolare in qualsiasi direzione orizzontale senza girare la visuale dell’operatore.
Volete buttarvi dietro una copertura alla vostra destra tenendo lo sguardo davanti a voi? Nessun problema, volete lanciarvi all’indietro per evitare una granata continuando a sparare? Fate pure: le opzioni di ingaggio, reazione e contrattacco sono illimitate e rivoluzioneranno il modo non solo di giocare, ma di competere su Call of Duty e Warzone.
Se siete veterani del gioco e assi del movimento, abituarvi a questo nuovo sistema non sarà una passeggiata. Molta della vostra memoria muscolare tra slide cancelling e altri trucchetti potrebbe non funzionare da quanto ogni cosa è diversa rispetto al passato. Dopo qualche partita, però, l’esperienza inizia a fluidificarsi notevolmente.
La corsa non è più un cambio di stato nel flusso di gioco, ma la nuova velocità delle interazioni. Lanciarsi in giro per la mappa continuando a sparare smette di essere una meccanica e si trasforma nel cuore pulsante del gioco: CoD sembra aver abbracciato la sua natura di movement shooter a piene mani e non potremmo esserne più felici.
Tutto risulta molto più cinematografico rispetto al passato, sembra davvero di ritrovarsi in un film d’azione come dicevano gli sviluppatori e il divertimento non si fa mai attendere. L’unica condizione, però, è utilizzare un controller, la periferica obbligatoria di tutti i pro, perché il Movimento Assoluto è chiaramente pensato per quell’organizzazione dei tasti, mouse e tastiera saranno da evitare.
Le mappe che abbiamo provato, poi, ci hanno convinto solo fino a un certo punto. Non erano tutte e 16 quindi il nostro giudizio resta sospeso, ma per ora la volontà di ispirarsi al classico sistema a tre corsie per avere combattimenti serrati non ci è sembrato un passo avanti così radicale come gli sviluppatori hanno detto.
La velocità degli scontri è alta e il time to kill (il tempo medio di uccisione in multigiocatore) è più basso persino di quello di Cold War. Le location di Black Ops 6, però, non ci sono sembrate ispirate o addirittura creative nel loro potenziale di sfruttamento dell’arsenale messo a disposizione dei giocatori. Aspettiamo il prodotto finito per essere smentiti.
Le armi, invece, ci sono proprio piaciute: semplici nel design, variegate e con una personalità specifica. Il sistema degli accessori, poi, ha ricevuto una necessaria semplificazione che abbiamo adorato: niente più bonus e malus, mettere insieme una build significa solo scegliere le caratteristiche che si vogliono potenziare, mettere su gli accessori giusti e lanciarsi nell’azione.
Stessa cosa per il sistema degli equipaggiamenti che torna allo storico sistema dei 3 perk divisi in tre categorie, ma con l’interessante novità che è possibile sceglierne tre della stessa categoria per ricevere un bonus aggiuntivo come ricompensa per aver investito in un determinato stile di gioco: una mossa azzeccata.
Parlare di bilanciamento è un’utopia in fase di beta perché le cose cambieranno tra questa prova e la data di uscita. Ci ha sorpreso, però, la varietà di armamenti, accessori ed equipaggiamento che abbiamo visto impiegati a dimostrazione che la libertà di scelta c’è e non va a inficiare l’efficacia in combattimento.
In conclusione, fatta eccezione per delle mappe non proprio ispirate, Call of Duty Black Ops 6 brilla per semplicità, potenziale creativo e spettacolarità e cambierà le regole del gioco quando farà il suo debutto. Ora dobbiamo aspettare l’uscita del prodotto finito per capire se la campagna, gli zombie e Warzone hanno ricevuto lo stesso livello di attenzione e ammodernamento del multigiocatore.