CoD League: dal record dei Dallas Empire al futuro

È stata una lunga stagione per la Call of Duty League, la prima edizione con il sistema a franchigie lanciata da Activision per la scena competitiva del proprio sparatutto. Dopo la Overwatch League e le varie leghe regionali di League of Legends, la Call of Duty League è il primo franchising esports su console per un videogioco che vanta decine di milioni di vendite a ogni nuovo capitolo con innumerevoli appassionati. Una stagione lunga, dicevamo, partita con la volontà di realizzare solo eventi dal vivo a cui i tifosi delle varie squadre potessero assistere, interrotta dall’emergenza Covid-19 e poi proseguita solo online, con il solo pubblico digitale presente in streaming. 

Nonostante le enormi difficoltà di convertire una stagione dal vivo in una una totalmente online, la Call of Duty League ha proseguito il proprio campionato prolungandosi fino a domenica scorsa 30 agosto con la finale atto conclusivo dell’intera annata. Lo scontro tra Dallas Empire, poi vincitori del trofeo, e Atlanta FaZe è diventato la partita più vista di sempre nella storia dell’esports di Call of Duty, secondo quanto riportato da Activision. In particolare ha raggiunto una media di 206.000 spettatori al minuto tra i vari canali su cui è stata trasmessa (la cui esclusiva appartiene a Youtube), un vero e proprio record per la lega. Il picco di spettatori contemporanei è invece arrivato fino ai 330.000, incluse le visualizzazioni portate dai vari influencer che trasmettevano l’evento sul proprio canale Youtube. Per fare un semplice paragone il record precedente era di 156.000, registrato il weekend precedente nel match tra Chicago Huntsmen e Optic Gaming LA. 

LE 5 MIGLIORI GIOCATE DI CLAYSTER E CRIMSIX

 

Ma c’è anche una storia sportiva in più da raccontare. Nel team allenato da Rambo, insieme a Shotzzy, Huke e iLLeY, troviamo anche James “Clayster” Eubanks e Ian “C6” Porter (conosciuto anche come Crimsix): con la vittoria dei Champs 2020 possono ora fregiarsi di aver ottenuto tre anelli, in pieno stile NBA simbolo della conquista del mondiale di Call of Duty, esattamente come Damon “Karma” Barlow, fino a quel momento l’unico al mondo a possederne così tanti. La Call of Duty League ha portato anche a un addio eccellente: Jordan “JKap” Kaplan, una delle figure di riferimento della scena competitiva e due volte vincitore del mondiale nel 2015 e nel 2016, ha annunciato la propria volontà di appendere il pad al chiodo.

Archiviata la prima stagione è tempo di parlare di futuro per la Call of Duty League. Secondo quanto riportato in anteprima da ESPN l’intenzione è di mantenere le 12 squadre attualmente esistenti (il cui slot d’ingresso è costato 30 milioni di dollari) anche per la stagione 2021 con l’obiettivo di ritornare agli eventi dal vivo. Secondo fonti vicine ad Activision la lega, prima di procedere all’allargamento delle partecipanti, ora previsto per il 2022, vorrebbe vivere un intero anno di eventi dal vivo esattamente come era stata pensata in origine prima del Covid-19. La novità che più di tutte sconvolgerà la lega è tuttavia un’altra: sembra che la scena competitiva di Call of Duty adotterà nuovamente la modalità di quattro giocatori per squadra anziché i cinque attuali. Una modifica sostanziale che va a intaccare anche il numero di giocatori stipendiati della lega con la conseguenza che alcuni di loro rimarranno a piedi: si passerà dagli attuali 60 titolari a 48, con 12 giocatori che dovranno necessariamente accomodarsi in panchina o, nel peggiore dei casi, si ritroveranno fuori dalla lega. 

L’altra, e ultima, ovvia verità è che la Call of Duty League 2021 sarà su un altro titolo: il 13 novembre arriva Call of Duty: Black Ops Cold War, il seguito di uno dei capitoli più venduti in assoluto nella storia del franchising. Il 9 settembre in diretta mondiale si potrà assistere al reveal del gameplay del multiplayer del videogioco, basato anche sull’esperienza free-to-play di Call of Duty: Warzone, il Battle Royale gratuito e disponibile per tutti di Call of Duty che ha ottenuto un enorme successo di pubblico nei mesi della quarantena, in particolare grazie al contributo in streaming di personalità provenienti dal mondo dello sport, del calcio in particolare, e dello show business in generale.

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