Tra i rischi corsi da un player, particolarmente insidiosi sono quelli a carico dell’udito. Giocare ai videogame, infatti, mette l’individuo davanti a tutta una serie di problemi: ore di esposizione in un ambiente pieno di suoni, volume alto (per creare la giusta atmosfera) e l’uso di cuffie stereo “chiuse” (ovvero che isolano le orecchie dall’ambiente esterno) poggiate sulle orecchie. Tutti fattori che possono danneggiare l’udito dei giocatori.
Quando il rumore giunge alle orecchie, il timpano vibra creando a sua volta vibrazioni nella coclea. Qui si annidano dei piccoli peli che captano le vibrazioni, inviando poi informazioni al cervello, che deve interpretarle. Questi peletti possono a lungo andare essere danneggiati dall’esposizione a suoni forti. Infatti, pur essendo capaci di ripararsi da soli, quando l’esposizione al rumore intenso dura a lungo nel tempo, questo processo di risanamento rallenta, fino a fermarsi del tutto. È quel che accade quando si utilizzano cuffie stereo “chiuse” come quelle dei player, in quanto il volume può arrivare a livelli che l’orecchio umano non è in grado di tollerare.
Onde evitare problemi, la principale regola da seguire è quella degli 85 decibel, soglia oltre la quale si causano danni permanenti all’udito. Se dopo essersi disconnessi dal gioco si sentono ronzii e fischi o si ha la sensazione di avere dell’ovatta sulle orecchie, attenzione. Tali sintomi possono significare un rischio di danno permanente alla coclea.
Per proteggere le orecchie, indipendentemente dal fatto che si usino cuffie “chiuse”, auricolari o casse stereo, è consigliabile dunque mantenere il volume al di sotto del 60%. Fondamentale, come già detto per la vista, è inoltre fare lunghe pause tra una sessione di gioco e l’altra: permetterà al player di riposare le orecchie.