Il 29 gennaio uscirà il terzo capitolo della saga che ha rubato il cuore a migliaia di fan: Kingdom Hearts. La folle, ma geniale idea di far coesistere in un unico videogame i personaggi Disney e quelli di Final Fantasy nacque nei primi 2000 da un incontro in ascensore. E fu realizzata grazie alla collaborazione tra due grandi studi: Square Enix e Disney Interactive. Ora, quel grande progetto sta per concludersi. Nell’attesa di gustarvi l’ultimo capitolo della saga, ecco dieci curiosità che potreste non conoscere sul capolavoro di Tetsuya Nomura:

  1. È anche merito di Super Mario 64 se Kingdom Hearts esiste. È stato lo stesso Tetsuya Nomura ad ammetterlo in una conversazione con Saturo Iwata, defunto amministratore delegato di Nintendo. All’epoca Nomura lavorava a Final Fantasy VII, e la libertà di movimento che Super Mario 64 consentiva ai giocatori ebbe su di lui un impatto fortissimo. Ma quando affermò di voler realizzare un gioco simile, i colleghi gli spiegarono che sarebbe stato impossibile emulare il successo di un’icona come Mario. Per riuscirci avrebbe dovuto incentrare la storia su un personaggio altrettanto famoso, magari della Disney;
  2. Square Enix voleva che il protagonista di Kingdom Hearts fosse Topolino, mentre Disney pensava a Paperino. Secondo Nomura, invece, i giocatori avrebbero avuto bisogno di un protagonista umano in cui immedesimarsi. Fu così che disegnò Sora, un ragazzo per metà leone;

3. Nella sua prima versione Sora impugnava una motosega e indossava indumenti pieni di cerniere. Ma Disney si oppose fermamente all’idea della motosega, perché non voleva che nel videogame si impugnassero spade o altre armi da taglio. Anche Square si mise di traverso, concludendo che quel Sora dall’aspetto leonino somigliava un po’ troppo a Gidan di Final Fantasy IX. Così Nomura ridisegnò il personaggio come essere umano, con un nuovo costume che richiamava quello iconico di Topolino e un’arma da mischia dall’aspetto meno violento: il Keyblade;

4. Re Topolino di Kingdom Hearts – o semplicemente Topolino nel resto dei casi – è l’unico personaggio Disney ad esser presente nella maggior parte dei videogiochi. Secondo Wikipedia, è stato infatti tra i protagonisti di oltre 40 titoli;

5.  Alcune scene dell’edizione originale giapponese di Kingdom Hearts II sono state eliminate dalla versione in lingua inglese, perché considerate un po’ troppo “da adulti” per il pubblico occidentale. Tra le modifiche imposte da Disney, ce ne sono alcune davvero curiose. Per esempio, nella versione occidentale del videogame, l’Idra ferita perde fumo nero invece che sangue verde, i pirati non morti impugnano balestre e non fucili, e Will Turner punta l’arma contro il pavimento. Inoltre, mentre nella versione giapponese Paperina sculaccia Paperino, in quella censurata i due battibeccano e basta;
6. Kingdom Hearts è stato definito come una specie di crossover tra Final Fantasy e il mondo Disney. In realtà i personaggi di Final Fantasy sono spariti dalla scena dopo il secondo episodio. Questo perché i riferimenti a Final Fantasy servivano a lanciare Kingdom Hearts in terra nipponica: una volta raggiunto il successo, non ce ne sarebbe più stato bisogno. Inoltre, secondo Nomura, la storia era diventata talmente intricata che aggiungere anche i personaggi di Final Fantasy avrebbe complicato la situazione;

7. Tutti i fan di Kingdom Hearts conoscono la canzone “Destati”, riprodotta durante la fase tutorial del gioco, “Dive to the Heart”, in cui ci si ritrova circondati da murales in vetro colorato delle principesse Disney. Forse però non sanno che quella canzone ha portato sfortuna all’equipe di sviluppo. Secondo quanto dichiarato dalla compositrice di musica per videogiochi Yoko Shimomura in un’intervista su Kingdom Hearts Ultimania, ogni volta che lo staff ascoltava la canzone mancava la luce nell’edificio o accadevano altre cose brutte;

8.  Nomura avrebbe voluto che Rikku, la biondina di Final Fantasy X, facesse parte del cast del primo Kingdom Hearts. C’era però un problema: il suo nome assomigliava troppo a quello di Riku, l’amico e rivale di Sora. Così Rikku cedette il posto a Yuffie Kisaragi di Final Fantasy VII, che infatti indossa alcuni indumenti originariamente concepiti per Rikku. In seguito, Nomura riuscì a inserire Rikku in Kingdom Hearts II: compare infatti in un ruolo marginale insieme a Yuna e Paine;

9. Due mesi prima che Kingdom Hearts uscisse in America, Square indisse un concorso chiamato Name-In-Game: il nome del vincitore sarebbe comparso nel gioco. A vincere fu Kurt Zisa, un ragazzo di Medford, New York. Così Kurt Zisa divenne il nome di un super boss segreto del primo Kingdom Hearts: si trattava di un Heartless con sei braccia che impugnava due enormi sciabole. I giocatori lo incontravano ad Agrabah, nel mondo di Aladdin, e sconfiggendolo imparavano la tecnica Zantetsuken;

10. Sarà per i suoi molteplici significati simbolici, ma i creatori di Kingdom Hearts sembrano ossessionati dal numero tredici, che compare in modo quasi ossessivo nei vari capitoli. Il titolo stesso, Kingdom Hearts, è composto da tredici lettere. Quando l’inquadratura zuma sul titolo per la prima volta, si concentra sulla lettera “m”, che è la tredicesima dell’alfabeto. Inoltre, tredici sono le lettere che compongono i nomi dei tre protagonisti, Sora, Riku e Kairi. E tredici sono anche gli Oricalchi necessari per fabbricare l’Ultima Weapon in Kingdom Hearts II. Esiste poi l’Organizzazione XIII. E, infine, in Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II e Kingdom Hearts: Birth by Sleep ci sono tredici mondi.