Tutti noi giocatori di Valorant abbiamo sentito nelle nostre orecchie, almeno una volta, un giocatore russo che ad inizio partita diceva due semplici parole “Rush B”. Quello era il segnale premonitore di due cose: che la partita sarebbe stata incredibilmente breve (nel bene o nel male) e della certezza che ci saremmo divertiti moltissimo.
Giocare Neon è così, risveglia il russo che c’è in te e ti spinge a rischiare e a comprare uno Stinger quando tutti sono d’accordo nel fare un round economico. La sua corsa, prima e durante ogni round, è rivoluzionaria e mi ha fatto sentire libero e svincolato da una particolare sightline. Dopo più di un anno a giocare Sentinel (Cypher avrà sempre un posto nel mio cuore) sono pronto ad abbracciare l’entry fragger che è dentro di me.
Con la sua corsa (Sprint – E), la sua scivolata (tasto destro del mouse solo mentre si corre), il suo doppio muro (Corsia di Sorpasso – C) fiammeggiante e la sua Ultimate (poi ne parlo meglio) Neon incoraggia il movimento e premia il combattimento ravvicinato. Attenzione però, per sfruttarla al meglio ogni round serve creatività: se cercherete di portare a casa lo stesso push per più di 2 volte gli avversari capiranno facilmente come neutralizzarvi.
In attacco Neon dà il meglio di sé, il suo lavoro è quello di entrare per prima nell’obiettivo e prendere la prima uccisione, ogni cosa in più è grasso che cola. I primi round di ogni fase ho puntato su scudi leggeri e shorty lato armamenti; lato abilità ho preso il doppio muro in attacco e 1-2 stun (Saetta Relé – Q) in difesa.
La corsa di Neon è limitata da una barra identica per look (cambiano i colori) e funzionamento a quella del veleno di Viper. Non c’è cooldown tra un utilizzo e l’altro e la sua scivolata (il pennello preferito della mia nuova anima artistica da entry fragger) che si può attivare solo durante la corsa. Se dopo il primo utilizzo ucciderete un avversario ne avrete un secondo ma poi basta. Attenzione al timing: l’arma non riemerge pronta a sparare immediatamente iniziata la scivolata, ci vuole mezzo secondo buono. Consiglio molta pratica al poligono prima di iniziare.
La sua ultimate è il sogno di ogni giocatore che (come me) spesso si dimentica di stare immobile mentre spara per poi lamentarsi che il suo Vandal spara storto. Il raggio elettrico della morte di Neon resta preciso anche in movimento e dovrete muovervi parecchio se vorrete portare a casa qualche clutch da 2 o 3 kill.
Da vicino Overdrive (Z) può uccidere in 6 colpi, oltre i 4 metri, però, ne servono tra i 10 e i 15. Non ha un range prefinito e può contare su 40 utilizzi. Il caricatore si riempie mentre non si spara e i colpi si ripristinano quando Neon ottiene una uccisione. La durata della ulti è limitata da quanta energia avete nella barra della corsa. Ci vogliono 2 o 3 secondi per bersaglio per ucciderlo quindi se tocca a voi conquistare o riprendere un site consiglio di fare il giro lungo e usare il doppio muro per avere un punto di ingresso inaspettato.
Ho trovato i suoi stun (Saetta Relé – Q) particolarmente utili in difesa perché capaci di fermare qualsiasi push lungo dei corridoi stretti. Non ho ancora trovato gli spot migliori per le mappe più aperte come Breeze ma c’è molto potenziale. In poche parole i suoi stun sono delle granate energetiche che si dividono in due e possono rimbalzare su una superficie. Una volta a terra, ogni pezzo di granata crea uno stun ad area. A loadout pieno, Neon può stordire i nemici quattro spot diversi.
Ho odiato alla loro uscita Fracture e Icebox, troppo grandi e con troppe linee di tiro; Neon è riuscita a farmele amare grazie alla sua velocità nelle rotazioni e alla sua versatilità tra attacco e difesa. Se siete tra chi sperava che Valorant si sarebbe avvicinato ancora di più a CS: GO mi dispiace darvi la brutta notizia che Neon è la prova che Riot sta andando nella direzione opposta e io non potrei essere più felice.