Cosa significa essere un pro player oggi in Italia? Cosa è, o cosa dovrebbe essere un pro player per potersi definire tale, e per poter essere riconosciuto come tale? Ce ne parla un professionista del mondo eSports che inizia da oggi una collaborazione con il nostro quotidiano. Fabio Ferrotti, manager eSports, ma prima ancora, per 15 anni, esperto di comunicazione d’immagine e marketing. A partire da oggi assieme a Fabio approfondiremo la conoscenza di questo mondo straordinario guardandolo da un punto di vista privilegiato: dal di dentro.
Pro Player – Occhio all’immagine!
di Fabio Ferrotti
Molto spesso ci sono persone che mi si presentano dicendo: “Ciao, sono un Pro Player e cerco un team” o ancora “sono un Pro Player tra i più forti d’Italia, ho vinto la lega Paperino (che, per intenderci, magari non è nemmeno una competizione ufficiale)”. Cominciamo a definire il fatto che non si può essere definiti Pro Player se non si fa parte di un team o di organizzazione che offre un compenso al giocatore stesso. Questo è la prima peculiarità che distingue un professionista da chi non lo è. Certo, le caratteristiche sono molte altre, e vedremo che essere definiti giocatori professionisti è in realtà più sottile e sfumato di quanto possa effettivamente sembrare.
Cerchiamo allora di capire bene cosa vuol dire realmente essere Pro Player e soprattutto come viene vissuto in Italia questo “titolo” dalla maggior parte del pubblico e dei giocatori. Essere Pro Player nel panorama eSport mondiale è esattamente quello che il nome stesso dice: Giocatore Professionista. Giocatore professionista si può definite colui che riesce a vivere grazie a questa professione, intesa propriamente come un lavoro vero e proprio. Beh certo, possiamo essere più permissivi e lasciar correre il termine per chi di fatto è (come la maggior parte dei “Pro Player” italiani) un semi-professionista, cioè un giocatore che dedica parte del suo tempo a questa professione ricavandone utili, guadagni, ma al contempo svolge altre attività.
Ma andiamo ad analizzare più a fondo cosa vuol dire essere Pro Player nel mondo eSport e cosa effettivamente deve fare e rappresentare un giocatore definito tale. Il giocatore professionista nell’ambito del gaming è a tutti gli effetti un “rappresentante” del team o della organizzazione di cui fa parte. È la faccia “bella” che le organizzazioni mettono con il loro pubblico e, ad essere sinceri, per la situazione del panorama eSport attuale, non è nemmeno cosi necessario che un giocatore sia realmente vincente, ma che sia piuttosto un abile comunicatore.
Ad oggi il rappresentare adeguatamente se stessi è la chiave vincente per rappresentare altrettanto adeguatamente la propria organizzazione, team o sponsor di riferimento, ed in un’era altamente tecnologica dove la comunicazione corre rapidamente come non mai e i “simboli” (intesi come figure e personaggi di riferimento) diventano sempre più importanti, essere abili nel sapersi porre e proporre è fondamentale. Proprio per questi motivi molto spesso la mia risposta a chi si propone come Pro Player è: “ok, mostrami come gestisci i tuoi profili social media ed il tuo palmares competitivo”. No, non voglio presentarmi subito come l’antipatico di turno. Semplicemente provo a dare fin da subito i giusti indizi a chi si presenta in modo errato. Insomma, non puoi presentarti come un Pro quando di fatto non hai nemmeno un team “di amici” da rappresentare!
Esperto in comunicazione d’immagine e marketing da oltre 15 anni, ha lavorato in aziende come Apple, L’Oreal, Gucci, Qlash, GameForge… Da Manager eSport nell’anno 2018 ha vinto due Europei (VPL e EPL) ed ottenuto una seconda posizione alle VPL World Invitational di Los Angeles. Host, formatore ed informatore nel ramo sport ed esport. Ex Game Manager di Qlash ha gestito giochi come Fortnite, Vainglory e NBA2k.