Si parla spesso del motivo per cui il Comitato olimpico internazionale, da un po’ di tempo a questa parte, si sia interessato agli esports. Sono la moda del momento, attirano le nuove generazioni e consentono di “parlare” coi giovani, ma soprattutto potrebbero servire a colmare un vuoto. Sì, il vuoto lasciato dagli sport tradizionali, sempre meno in grado di entusiasmare i più giovani e forse ancora meno capaci di farli sedere davanti a un televisore.
Emblematico, in questo sento, quanto sta accadendo in Inghilterra col calcio. In una delle più grandi nazioni calcistiche al mondo, sia in termini di spettatori che di partecipazione, sede del campionato di calcio nazionale più competitivo al mondo, la Premier League inglese, e una squadra nazionale che si qualifica regolarmente per la prestigiosa Coppa del Mondo, il calcio è lo sport per spettatori più popolare in Inghilterra… ma non più come prima.
Secondo i dati presentati da Safe Betting Sites infatti, la partecipazione al calcio in Inghilterra oggi è diminuita del 18,8% dal 2016. Considerato il più popolare in termini di spettatori, il calcio in Inghilterra è stato anche storicamente lo sport di squadra più popolare a cui partecipare. Nel 2020 circa 1,9 milioni di persone in Inghilterra hanno giocato a calcio almeno due volte al mese. Per quanto possa sembrare grande questo numero, in realtà è inferiore di oltre il 9% rispetto al 2019, quando 2,6 milioni di persone hanno praticato il calcio, e quasi il 20% in meno rispetto ai numeri del 2016. Nel frattempo non c’è stato alcun cambiamento statisticamente significativo dalla partecipazione delle donne al calcio, ma ciò sicuramente non basta a far dormire sonni tranquilli ai responsabili dello sport più seguito al mondo.
Anche perché pure altri sport di squadra non se la stanno passando meglio. Quasi tutti i principali sport, infatti, hanno subito un calo significativo nel 2020 rispetto al 2016, soprattutto tra gli uomini che prima lo praticavano: il cricket, ad esempio, ha subito una diminuzione del 20% nel 2020 rispetto al 2016, mentre anche il basket (-18,63%) e la pallavolo (-35,8%) sono diminuiti in modo significativo. Dati che vanno a costituire un motivo più che valido, dopo essersi chiesti il perché di questa crisi, per cominciare a individuare delle alternative. Anche per il Cio.