Dopo una settimana di immersione quasi totale nell’ultima espansione di The Elder Scrolls Online: High Isle posso affermare con certezza che il rinascimento degli MMO del 2022 continua e non c’è mai stato un momento migliore per tornare a impugnare le vostre asce.
Come la maggior parte delle esperienze MMO, anche ESO ha avuto i suoi alti e bassi, una conseguenza inevitabile di ogni live service narrativo. L’uscita dell’espansione Morrowind, nel 2017, ha risvegliato qualche fan dormiente grazie al fattore nostalgia ma, sul lungo periodo, non è riuscita a essere all’altezza del capolavoro single player di cui prende in prestito il titolo. Summerset (un’altra espansione di qualità) non aveva aspettative così alte legate al glorioso passato della saga e per questo non ha deluso grazie a una storia ricca di colpi di scena penalizzata, però, da un endgame fiacco.
Il nuovo capitolo della saga ESO, High Isle, non fa affidamento su storie passate dell’universo di Elder Scrolls e questo le permette di osare. ZeniMax Online Studios ha giocato bene le sue carte riuscendo a fare contenti i molti veterani creando un’esperienza che resta accessibile anche ai nuovi giocatori.
La campagna è il vero punto di forza di High Isle
ESO poteva semplicemente proporre ai player l’ennesimo pericolo “soprannaturale” che minaccia l’esistenza stessa di Tamriel (una strategia vincente in passato) ma ha deciso di non farlo. High Isle sceglie di raccontare una storia intrisa di inganni politici e fin troppo umani che, inevitabilmente, rischiano di sfociare in una guerra aperta.
Senza arrivare a fare degli spoiler, sappiate che la storia principale è incentrata sui rapporti tra le grandi case e le famiglie dei bretoni. In breve, la guerra dei Tre Vessilli continua a ritmo sostenuto alimentata da due fazioni opposte con progetti completamente diversi per ottenere la supremazia su High Isle. Il primo di questi è The Steadfast, un’organizzazione fondata da un ricco filantropo locale il cui obiettivo principale è garantire la pace. Sulla loro strada si trova l’Ordine Ascendente, guidato dal misterioso Mago, che cerca di distruggere le tradizionali alleanze araldiche per continuare la guerra, tutto nel nome del profitto.
Le organizzazioni che lavorano nell’ombra e le potenti aristocrazie hanno da sempre un ruolo nel mondo di Elder Scrolls ma per la prima volta sono al centro di una narrazione che consente un coinvolgimento autentico e intricato dei giocatori. Farsi largo tra odi familiari, parentele avvelenate e cospirazioni crea una sorta di mistery thriller che mi ha davvero divertito nel mio tempo su High Isle. La mancanza di lore consolidata per l’arcipelago è una benedizione perché rende la narrazione inaspettata e permette agli autori di sperimentare con colpi di scena che arrivano quasi ad ogni quest.
Ci sono anche diversi momenti davvero sbalorditivi che il team di sceneggiatori riesce a regalare grazie a un delicato equilibrio tra i colpi di scena scioccanti e una buona dose di auto ironia. Non fraintendetemi, si combatte parecchio ma le interazioni tra i personaggi e la progressione incalzante della storia di questa espansione sono un qualcosa di cui il gioco aveva un disperato bisogno.
Anche l’occhio ha la sua parte in High Isle
Quando l’espansione è stata annunciata per la prima volta, i giocatori vecchi e nuovi si sono detti preoccupati che su High Isle (visto anche il prezzo) non ci fosse abbastanza spazio da esplorare. L’espansione così come l’ho giocata, li ha smentiti rivelandosi non meno estesa e profonda di molti capitoli precedenti, con il team di sviluppo che rassicura: “c’è la stessa quantità di spazio esplorabile delle altre espansioni“. Il vero successo non è nella quantità ma nella qualità della realizzazione degli ambienti di gioco e delle quest.
L’arcipelago in cui è ambientata l’espansione è composto da due isole, High Isle e Amenos, con una terza isola formata da un vulcano dormiente. Le forti differenze tra queste aree diventano quasi un elemento narrativo quando la storia consente al giocatore di viaggiare dalla relativa calma di High Isle alla giungla selvaggia di Amenos. High Isle, l’isola, è verdeggiante e relativamente calma in termini di paesaggio, ma le città, i villaggi e le case padronali delle famiglie nobili vi teletrasporteranno in un’atmosfera fantasy-cavalleresca che difficilmente dimenticherete. Amenos è separata dall’isola principale solo da uno stretto passaggio di mare, ma le sue fitte giungle e l’oscurità persistente si adattano molto bene alla natura spaventosa dell’isola e dei suoi residenti poco raccomandabili.
Anche Elder Scrolls Online ha il suo gioco di carte
Come per qualsiasi nuova espansione, le attività ripetibili, di endgame o le side quest, sono tanto importanti quanto la storia principale perché è lì che i giocatori passeranno la maggior parte del loro tempo una volta terminata la campagna. ZOS (Zenimax Online Services) ha affrontato le accuse che le sono state rivolte in passato di aver trascurato l’endgame creando alcune esperienze ripetibili in High Isle che sono più di un semplice riempitivo. La più significativa di queste è Tales of Tribute, un gioco di carte con cui i cittadini di Tamriel si sfidano nelle taverne e nelle locande.
Ho deciso di ignorare il fatto che questo gioco non è mai stato menzionato o mostrato in precedenza perché se a Marvel e Star Wars viene perdonato ogni tipo di ret-con (introdurre nell’universo di gioco cose che ci dovrebbero essere da sempre) non vedo perché non possiamo elargire un po’ di questa munificenza anche a Elder Scrolls Online. Tales of Tribute adotta un approccio diverso rispetto a molti altri cardgame perché i giocatori devono simultaneamente gestire delle risorse e creare il proprio mazzo durante una determinata partita. Ogni giocatore ha il compito di portare quattro mazzi “patron” (con un totale di otto che possono essere sbloccati) nel gioco. Questi vengono quindi mescolati insieme e i giocatori possono costruire la propria mano acquistando le carte giuste.
Non ha l’appeal iniziale del Gwent di The Witcher e ci sono aree da migliorare. La gestione delle risorse può inizialmente creare confusione e l’apprendimento delle combinazioni di carte e dei contatori dipende in gran parte dal giocatore, con il gioco che da poche indicazioni nel frattempo. Il fattore pick-up-and-play è decisamente più basso di altri giochi di carte a causa del suo design poco familiare ma non è mai complesso al punto da diventare ostile.
Tales of Tribute ha una modalità storia per giocatore singolo che consente di concentrarsi sul PvE e fa anche da tutorial alle strategie più raffinate del gioco. C’è anche una modalità classificata PvP con diverse ricompense in palio. Nulla è fondamentale per il proprio livello di potere quindi se il cardgame non fa per voi potete tranquillamente ignorarlo. Le prime impressioni sono molto promettenti e le varie strategie di gioco creano matchup entusiasmanti. Affrontare gli inevitabili problemi di bilanciamento dovrà essere la priorità per ZOS nel prossimo futuro perché con alcuni mazzi è decisamente più facile ottenere la vittoria.
Il verdetto: High Isle è il momento migliore per scoprire ESO
The Elder Scrolls Online è un MMO di grande successo che, come altri titoli del genere come Final Fantasy XIV e Destiny 2, ha visto nel 2022 il rilascio di una delle sue migliori espansioni. High Isle è riuscita a restare fedele all’universo di gioco, concedendosi allo stesso tempo diverse libertà grazie al fatto che sapevamo molto poco sui bretoni e sulla loro patria. La storia è una delle componenti più emozionanti del gioco e High Isle è il miglior capitolo per i nuovi giocatori che sperano di impararne le basi.
Al di là della narrativa c’è molto con cui divertirsi, anche per i giocatori occasionali. Tales of Tribute è forse l’aggiunta più inaspettata e il gioco ne trae un innegabile beneficio. La sua forza sta nella sua capacità di essere preso tanto alla leggera, per divertirsi, quanto sul serio come piace ai giocatori che vogliono scalare le classifiche PvP.
Ai gamer di ritorno e ai veterani che fossero preoccupati che High Isle potesse non valere la spesa voglio dire che al lancio c’è davvero tanto da fare e ci sono molti altri aggiornamenti previsti per il prossimo futuro. L’ambientazione isolana ha costretto gli sviluppatori a ripensare il loro approccio alla narrativa spaziale e l’espansione ne ha tratto molti benefici. Invece di un’enorme massa di terra relativamente sterile, queste isole sono dense e piene di vita. Ai nuovi giocatori che vogliono provare sul serio ESO raccomando High Isle perché promette di iniziare col piede giusto per poi dedicarsi ai contenuti passati o all’endgame.