Prosegue inesorabile la serie “Se l’esport va in tribunale” con il caso aperto contro Epic Games, l’azienda produttrice del fenomeno Fortnite. Il 26 gennaio la società fu costretta ad annunciare un bug, repentinamente eliminato, presente sul popolare videogioco. Un bug che, seppur nel breve tempo in cui fu presente, ha esposto gli account e le informazioni personali di migliaia di giocatori a potenziali hacker e utenti esterni. Oggi, dopo mesi di contestazioni sulla scarsa sicurezza mostrata, Epic Games è stata citata in tribunale dai giocatori colpiti dal bug, riunitisi in una class action, secondo quanto riportato dal portale Polygon.
La class action è stata presentata alla corte della North Carolina, Stati Uniti, dallo studio Franklin D. Azar & Associates: motivazione “il fallimento di Epic Games nel mantenere adeguate misure di sicurezza e nel notificare tempestivamente agli utenti l’esistenza della falla.” La seconda parte della contestazione presente nella class action, che avrebbe riunito più di 100 utenti, riguarda la tardiva notifica della falla. In particolare i giocatori avrebbero come punto di forza il non aver ricevuto un avviso diretto per ogni singolo utente colpito dal bug: l’annuncio di Epic Games di gennaio era stato comunicato in via generale e non individualmente.
Mentre è confermato che il tentativo degli hacker di accedere agli account di Epic Games è andato a buon fine, non è chiaro se le informazioni dei giocatori siano state realmente trafugate. Ed è proprio su questo che si basa l’obiettivo dei querelanti tramite la voce dello studio legale a cui si sono affidati: “I miei clienti vogliono assicurarsi che le loro informazioni personali d’accesso siano protette da passati e futuri attacchi informatici.”